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Volume 3 - Dizionario 4° Ed.
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281) Dizion.4° Ed. .
LASCIARE
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vol.3 pag.23

LASCIARE.
Definiz: Non torre, o Non portar seco, in partendosi, checchessia. Lat. relinquere. Gr. παραλείπειν.
Esempio: Bocc. introd. 48. Li miei (pensieri) lasciai io dentro dalla porta della città.
Esempio: E Bocc. nov. 1. 21. Mio padre mi lasciò ricco uomo (cioè: redai molta roba)
Esempio: E Bocc. nov. 13. 4. E a loro, siccome a legittimi suoi eredi, ogni suo bene, e mobile, e stabile lasciò (cioè: ne gli fece eredi)
Esempio: E Bocc. nov. 15. 35. Lui dentro dell'arca lasciarono racchiuso.
Definiz: §. I. Lasciare, contrario di Tenere. Lat. dimittere. Gr. ἀποπέμπειν.
Esempio: Bocc. nov. 26. 24. Lasciami, non mi tener più, ec. tempo hai di lasciarmi, lasciami, io te ne priego.
Definiz: §. II. Lasciare, per Abbandonare. Lat. destituere, deserere. Gr. καταλείπειν.
Esempio: Bocc. introd. 38. Sole in tanta afflizione n'hanno lasciate.
Esempio: Petr. son. 205. Il mio cor, che per lei lasciar mi volle.
Esempio: Dant. Par. 5. Non fate, come agnel, che lascia il latte.
Esempio: Red. esp. nat. 81. Ei gli lascia in abbandono a benefizio di fortuna.
Definiz: §. III. Onde il proverb. Lasciare in Nasso; o come oggi corrottamente anche si dice Lasciare in asso; e vale Lasciare uno ne' pericoli senza aiuto, e senza consiglio; preso dalla favola d'Arianna, lasciata da Teseo nell'isola di Nasso. Lat. in periculo inopem consilii, et auxilii deserere. Gr. ἀμελεῖν τινος ἐν κινδύνῳ.
Esempio: Fir. Luc. 5. lic. Che lasciarono la povera signora in Nasso.
Esempio: Buon. Fier. 3. 1. 5. Donna, che 'l vecchio amante lascia in asso Per acquistarne un nuovo ec. Perde un cappon per guadagnare un uovo.
Definiz: §. IV. Lasciare, per Ordinare alcuna cosa nel testamento.
Esempio: Cron. Vell. 54. Lasciò si rendesse l'usura, che n'ebbe assai dalla nostra compagnía.
Definiz: §. V. Lasciare, per Permettere, Concedere. Lat. sinere, permittere.
Esempio: Bocc. nov. 44. 10. Lasciami vedere come l'usignuolo ha fatto questa notte dormire la Caterina.
Esempio: Ar. Fur. 27. 66. Lascia la cura a me, dicea Gradasso, Ch'io guarisca costui della pazzía.
Esempio: Tass. Ger. 4. 44. Di me cura lasciando, e dello stato Al fratel, ch'egli amò con tanto zelo.
Esempio: Cas. lett. 22. Ed io non lascio perdere alcuna occasione, perchè ciò segua prestissimo.
Definiz: §. VI. Lasciare, per Tralasciare. Lat. omittere, praeterire. Gr. διαλείπειν.
Esempio: Bocc. nov. 2. 12. Io per niuna cosa lascerei di Cristian farmi.
Esempio: E Bocc. nov. 46. 15. Al quale, quantunque turbato il vedesse, non lasciò di dire il parer suo.
Esempio: Tac. Dav. ann. 3. 80. Il suo testamento diè molto da dire, avendo onorato di sua gran facultade quasi tutti i principali, e lasciato Cesare.
Definiz: §. VII. Lasciar nella penna, o in penna; vale Tralasciar di scrivere alcuna cosa. Lat. silentio praeterire. Gr. σιωπῇ παρέρχεσθαι.
Esempio: Franc. Barb. 55. 11. D'ingrati or vien sermone, Che non è vizio di lasciarlo in penna.
Definiz: §. VIII. Lasciare, neutr. pass. vale Riserbarsi, Conservarsi, e Ritenersi. Lat. sibi servare.
Esempio: Bocc. nov. 40. 4. Intanto che parente, nè amico lasciato s'avea, che ben gli volesse.
Definiz: §. IX. Lasciare stare alcuno; vale Cessare di noiare.
Esempio: Bocc. nov. 47. 18. Udito il comandamento del suo signore, lasciata star lei, a lui se ne ritornò.
Esempio: Vit. SS. Pad. 1. 16. Nè il nimico lo lascióe poi stare.
Definiz: §. X. Lasciare stare; vale Cessare di fare checchessia. Lat. desistere, desinere. Gr. ἀπολήγειν.
Esempio: Din. Comp. 2. 44. Tanto crebbe il biasimo per la città, che egli lasciò stare.
Definiz: §. XI. Lasciare il cane, o simili; si dice dello Sciogliere i cacciatori il cane dal guinzaglio dietro alla fiera.
Esempio: Bellinc. son. 166. Che lo sparviere Il can si lascia sempre con vantaggio.
Definiz: §. XII. Lasciar la briglia; per lo stesso, che nel proprio, e nel figurato dissero i Lat. laxare habenas. Gr. ἀνιέναι τὰς ἡνίας.
Esempio: Bern. Orl. 2. 12. 2. Che lasciando la briglia all'eloquenzia, Fatto han de' loro error la penitenzia.
Definiz: §. XIII. Lasciare andare un colpo, o simili; vale Scagliarlo.
Esempio: Buon. Fier. intr. 1. Mi lasciò andare un sì fatto tempione.
Definiz: §. XIV. Lasciare il proprio per l'appellativo; vale Lasciare il certo, e sicuro, per l'incerto, e dubbioso.
Esempio: Varch. Ercol. 214. Senza dubbio cotestoro lasciano, come si dice, il proprio per l'appellativo.
Esempio: Malm. 9. 3. Sicchè e' mi par ben tondo, ed un corrivo Chi può star bene in casa allegro, e sano, E lascia il proprio per l'appellativo.

282) Dizion.4° Ed. .
LASCIATA
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vol.3 pag.23

LASCIATA.
Definiz: V. A. Lasciamento, Il lasciare.
Esempio: Zibald. Andr. 106. I fanciulli, che nascono a' 355. punti alla lasciata della pianeta in segno d'Aquario ec. sì nascono attratti.

283) Dizion.4° Ed. .
LASCIATO
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vol.3 pag.23-24

LASCIATO.
Definiz: Add. da Lasciare. Lat. dimissus, relictus. Gr. ἀφειμένος, καταλελειμμένος.
Esempio: Bocc. nov. 15. 31. Come Andreuccio si vide alla sponda del pozzo vicino, così lasciata la fune colle mani si gittò sopra quella.
Esempio: E Bocc. nov. 31. 10. Lasciate le sue damigelle nel giardino, pianamente se ne entrò nella camera.
Esempio: Amet. 39. Costui, che tu quì vedi, dalla sua madre a me nella sua infanzia lasciato ec.
Esempio: Amm. ant. 18. 4. 7. È da guardare, che solamente paiano l'amistà lasciate, ma non le nimistà cominciate.

284) Dizion.4° Ed. .
LASCIBILE
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vol.3 pag.24

LASCIBILE.
Definiz: V. A. Add. Dissoluto, Licenzioso, Trascorso. Lat. solutus, licentior. Gr. ἄσωτος.
Esempio: G. V. 5. 25. 2. Corresse la vita lascibile, e ridusse i Cristiani a penitenza.
Esempio: E G. V. 12. 40. 4. La qual cosa è in pochi per lo difetto del vizio lascibile.

285) Dizion.4° Ed. .
LASCIO
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vol.3 pag.24

LASCIO.
Definiz: Legato fatto per testamento. Lat. legatum. Gr. δῶρον παρὰ τοῦ διατιθεμένου.
Esempio: G. V. 7. 154. 2. Molti beneficj, e limosine profferte, e lasci fatti.
Esempio: M. V. 1. 7. I cittadini, ch'erano avviluppati nelle mani de' detti capitani per li lasci, e per le dote, e per li debiti ec. non si poteano per lunghi tempi spacciare da loro.
Esempio: Tratt. gov. fam. Santo Agostino rifiutò il lascio d'uno, ch'avea lasciato tutto 'l suo per Dio alla Chiesa, donde era Vescovo.
Esempio: Cron. Morell. 238. Egli ebbe a ritrarre, e regolare le loro masserizie, le loro case, i mortorj, i lasci, e tutte l'altre cose.
Esempio: E Cron. Mor. 254. Questa spesa fu nel mortorio, ne' lasci, che furono assai, nella dota di nostra madre, e in molte spese strasordinarie.
Esempio: Tac. Dav. ann. 3. 66. Mise cercatori a rifrustare chi, senza poter esser padre, tenesse lasci.
Definiz: §. I. Lascio, per Testamento. Lat. testamentum. Gr. διαθήκη.
Esempio: G. V. 9. 173. 2. I quali fedeli erano stati del conte Guido da Raggiuolo, e per suo lascio succedeano a' figliuoli del conte da Battifolle.
Esempio: Liv. Dec. 3. E perciocch'egli non sapeva, che la sua nuora fosse pregna, dimenticò il suo nipote al fare del suo lascio.
Definiz: §. II. Lascio, per Lassa guinzaglio; onde Andare al lascio, che si dice del Tenere fuor della fila il cane in guinzaglio, e andare alle poste.

286) Dizion.4° Ed. .
LASCITO
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vol.3 pag.24

LASCITO.
Definiz: Lascio. Lat. legatum. Gr. δῶρον παρὰ τοῦ διατιθεμένου.
Esempio: Fr. Giord. Pred. R. Si confidano molto ne' lasciti testamentarj, che fanno al punto della morte.

287) Dizion.4° Ed. .
LASCIVA
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vol.3 pag.24

LASCIVA.
Definiz: Lascivia. Lat. lascivia. Gr. ἀκολασία.
Esempio: Bocc. vit. Dant. 224. Non secondo i costumi de' nobili odierni si diede alle fanciullesche lascive.

288) Dizion.4° Ed. .
LASCIVAMENTE
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vol.3 pag.24

LASCIVAMENTE.
Definiz: Avverb. Con lascivia. Lat. lascivè, petulanter, molliter. Gr. ἀναισχύντως, ἀσώτως, μαλακῶς.
Esempio: Petr. uom. ill. Fece alcune cose contro a' suoi prefetti, e alcune lascivamente contro a se.
Esempio: Fir. dial. bell. donn. 352. Quelle, ch'erano femmine, o discendono da quelle, ch'erano femmine, in ogni parte amano la bellezza l'una dell'altra, chi puramente, e santamente, ec. chi lascivamente, ec.

289) Dizion.4° Ed. .
LASCIVANZA
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vol.3 pag.24

LASCIVANZA.
Definiz: V. A. Lascivia. Lat. lascivia. Gr. ἀσέλγεια.
Esempio: Maestruzz. Per questo l'uomo diventa inchinevole a' vizj delle lascivanze.
Esempio: Coll. Ab. Isac. cap. 27. 38. In prima si conviene, che l'uomo getti da se le cagioni delle lascivanze.
Esempio: Fr. Iac. T. 2. 16. 6. Vidi mia temperanza, Ch'era una lascivanza Sfrenata senza freno.

290) Dizion.4° Ed. .
LASCIVETTO
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vol.3 pag.24

LASCIVETTO.
Definiz: Dim. di Lascivo. Lat. lascivibundus, lasciviens. Gr. ἀσελγής.
Esempio: Fir. dial. bell. donn. 384. Diciamo: la tale è vaghetta, quando parliamo d'una, che ha un certo lascivetto, e un certo ghiotto colla onestà mescolato (quì in forza di sust.)
Esempio: E Fir. dial. bell. donn. 416. Nello alzarsi vuol distendersi tutta, e quasi imitare la lascivetta palomba.
Esempio: Red. Ditir. 24. Ove le viti in lascivetti intrichi Sposate sono, in vece d'olmi, a' fichi.

291) Dizion.4° Ed. .
LASCIVIA
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vol.3 pag.24

LASCIVIA.
Definiz: Movimento disonesto di corpo, e d'animo dissoluto, procedente da intemperanza carnale. Lat. lascivia. Gr. ἀσέλγεια.
Esempio: Lab. 43. Quantunque l'entrare in questo luogo sia apertissimo a chi vuole entrarci con lascivia, e con mattezza, egli non è così agevole il riuscirne.
Esempio: Petr. cap. 1. Ei nacque d'ozio, e di lascivia umana.
Esempio: Cavalc. med. cuor. Gli occhi sono da reprimere, e raffrenare dalla lascivia della sua volontà.

292) Dizion.4° Ed. .
LASCIVIARE
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vol.3 pag.24

LASCIVIARE.
Definiz: V. A. Lascivire. Lat. lascivire. Gr. ἀκολασταίνειν.
Esempio: Sen. Provv. 422. Quando vedi gli uomini buoni, e piacenti agl'Iddii affaticare, sudare, ec. e' rei lasciviare, o per diletti carnali cascare, pensa ec.

293) Dizion.4° Ed. .
LASCIVIENTE
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vol.3 pag.24

LASCIVIENTE.
Definiz: Che lascivisce, Lascivo. Lat. lasciviens. Gr. ἀκολασταίνων.
Esempio: Amet. 6. Dalla lasciviente turba da diverse parti era assalito.

294) Dizion.4° Ed. .
LASCIVIRE
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vol.3 pag.24

LASCIVIRE.
Definiz: V. A. Divenir lascivo, Operar lascivamente. Lat. lascivire. Gr. ἀσελγεῖν.
Esempio: Fr. Iac. T. 6. 2. 39. E pon mente a' reggimenti, A' costumi, a' guardamenti, A' pensieri, a' parlamenti, S'io in nulla lascivisco (lo stampato ha: S'io in nullo laccio invisco)
Esempio: S. Bern. lett. Se sono costretti di strignersi insieme dalla buona volontà, non possono lascivire.

295) Dizion.4° Ed. .
LASCIVISSIMO
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vol.3 pag.24

LASCIVISSIMO.
Definiz: Superl. di Lascivo. Lat. lascivissimus. Gr. μάλιστα ἀσελγής.
Esempio: Petr. uom. ill. Alcuna volta onestissimo, alcuna volta lascivissimo in lussuria.
Esempio: Varch. Ercol. 294. Ovvidio fu lascivissimo.

296) Dizion.4° Ed. .
LASCIVITĀ, LASCIVITADE, e LASCIVITATE
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vol.3 pag.24

LASCIVITÀ, LASCIVITADE, e LASCIVITATE .
Definiz: Lascivia. Lat. lascivia. Gr. ἀσέλγεια.
Esempio: Scal. S. Ag. S'egli ritorna alle sozzure de' peccati, e alle puzzolenti lascivitadi del mondo.
Esempio: But. Inf. 9. Se è (la superbia) in lascività di canto, in una voce falsa, o in fraudolente mancamento di voce.

297) Dizion.4° Ed. .
LASCIVO
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vol.3 pag.24

LASCIVO.
Definiz: Add. Che ha lascivia. Lat. lascivus. Gr. ἀσελγής.
Esempio: Bocc. intr. 25. Essi così nelli loro costumi, come i cittadini, divenuti lascivi, di niuna lor cosa, o faccenda curavano.
Esempio: Vit. SS. Padr. Tanto bella, e sì vana, e lasciva, che molti per suo amore contendevano insieme.
Esempio: Dant. Par. 5. Non fate, come agnel, che lascia il latte Della sua madre, e semplice, e lascivo Seco medesmo a suo piacer combatte.
Esempio: But. ivi: Lascivo, cioè vago, e dissoluto.

298) Dizion.4° Ed. .
LASCO
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vol.3 pag.24

LASCO.
Definiz: V. A. Add. Pigro, Vile. Lat. iners, supinus, mollis, desidiosus. Gr. ῥάθυμος, ἀργός, μαλακός, ἀμηχανοεργός.
Esempio: Tratt. pecc. mort. Quando egli è disleale, non calente, dimentico, lasco, diffallante, e fievole.
Esempio: Montem. rim. son. 7. Fatto m'è l'amar dolce, e 'l dolce amaro, E il viver lieto, dispettoso, e lasco.

299) Dizion.4° Ed. .
LASSA
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vol.3 pag.24

LASSA.
Definiz: Lo stesso, che Guinzaglio. Lat. lorum. Gr. ἱμάς.
Esempio: Ar. Fur. 41. 40. Un can d'argento aver vuole Oliviero, Che giaccia, e che la lassa abbia sul dosso.

300) Dizion.4° Ed. .
LASSARE
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vol.3 pag.25

LASSARE.
Definiz: Stancare, Straccare. Lat. lassare, defatigare. Gr. κοποῦν, καταπονεῖν.
Definiz: §. I. Per Lasciare.
Esempio: Petr. son. 13. Poi ripensando al dolce ben, ch'io lasso ec. Fermo le piante sbigottito, e smorto.
Esempio: E Petr. canz. 1. 1. Lassare il velo, o per sole, o per ombra, Donna, non vi vid'io.
Esempio: Dant. Par. 14. Ancor mi scuserà di quel, ch'io lasso.
Esempio: E Dan. rim. 6. Allor lassai la nova fantasía, Chiamando il nome della donna mia.
Esempio: Rim. ant. Guitt. 94. Ma per lentezza sì lo lassa gire.
Esempio: Ar. Fur. 27. 66. Lascia la cura a me, dicea Gradasso, Ch'io guarisca costui della pazzía; Per Dio, dicea Ruggier, non te la lasso.
Esempio: Tass. Ger. 16. 40. O tu, che porte Parte teco di me, parte ne lassi, O prendi l'uno, o rendi l'altra, o morte Dà insieme ad ambe.

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