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1) Dizion.4° Ed. .
LASCIARE
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vol.3 pag.23


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LASCIARE.
Definiz: Non torre, o Non portar seco, in partendosi, checchessia. Lat. relinquere. Gr. παραλείπειν.
Esempio: Bocc. introd. 48. Li miei (pensieri) lasciai io dentro dalla porta della città.
Esempio: E Bocc. nov. 1. 21. Mio padre mi lasciò ricco uomo (cioè: redai molta roba)
Esempio: E Bocc. nov. 13. 4. E a loro, siccome a legittimi suoi eredi, ogni suo bene, e mobile, e stabile lasciò (cioè: ne gli fece eredi)
Esempio: E Bocc. nov. 15. 35. Lui dentro dell'arca lasciarono racchiuso.
Definiz: §. I. Lasciare, contrario di Tenere. Lat. dimittere. Gr. ἀποπέμπειν.
Esempio: Bocc. nov. 26. 24. Lasciami, non mi tener più, ec. tempo hai di lasciarmi, lasciami, io te ne priego.
Definiz: §. II. Lasciare, per Abbandonare. Lat. destituere, deserere. Gr. καταλείπειν.
Esempio: Bocc. introd. 38. Sole in tanta afflizione n'hanno lasciate.
Esempio: Petr. son. 205. Il mio cor, che per lei lasciar mi volle.
Esempio: Dant. Par. 5. Non fate, come agnel, che lascia il latte.
Esempio: Red. esp. nat. 81. Ei gli lascia in abbandono a benefizio di fortuna.
Definiz: §. III. Onde il proverb. Lasciare in Nasso; o come oggi corrottamente anche si dice Lasciare in asso; e vale Lasciare uno ne' pericoli senza aiuto, e senza consiglio; preso dalla favola d'Arianna, lasciata da Teseo nell'isola di Nasso. Lat. in periculo inopem consilii, et auxilii deserere. Gr. ἀμελεῖν τινος ἐν κινδύνῳ.
Esempio: Fir. Luc. 5. lic. Che lasciarono la povera signora in Nasso.
Esempio: Buon. Fier. 3. 1. 5. Donna, che 'l vecchio amante lascia in asso Per acquistarne un nuovo ec. Perde un cappon per guadagnare un uovo.
Definiz: §. IV. Lasciare, per Ordinare alcuna cosa nel testamento.
Esempio: Cron. Vell. 54. Lasciò si rendesse l'usura, che n'ebbe assai dalla nostra compagnía.
Definiz: §. V. Lasciare, per Permettere, Concedere. Lat. sinere, permittere.
Esempio: Bocc. nov. 44. 10. Lasciami vedere come l'usignuolo ha fatto questa notte dormire la Caterina.
Esempio: Ar. Fur. 27. 66. Lascia la cura a me, dicea Gradasso, Ch'io guarisca costui della pazzía.
Esempio: Tass. Ger. 4. 44. Di me cura lasciando, e dello stato Al fratel, ch'egli amò con tanto zelo.
Esempio: Cas. lett. 22. Ed io non lascio perdere alcuna occasione, perchè ciò segua prestissimo.
Definiz: §. VI. Lasciare, per Tralasciare. Lat. omittere, praeterire. Gr. διαλείπειν.
Esempio: Bocc. nov. 2. 12. Io per niuna cosa lascerei di Cristian farmi.
Esempio: E Bocc. nov. 46. 15. Al quale, quantunque turbato il vedesse, non lasciò di dire il parer suo.
Esempio: Tac. Dav. ann. 3. 80. Il suo testamento diè molto da dire, avendo onorato di sua gran facultade quasi tutti i principali, e lasciato Cesare.
Definiz: §. VII. Lasciar nella penna, o in penna; vale Tralasciar di scrivere alcuna cosa. Lat. silentio praeterire. Gr. σιωπῇ παρέρχεσθαι.
Esempio: Franc. Barb. 55. 11. D'ingrati or vien sermone, Che non è vizio di lasciarlo in penna.
Definiz: §. VIII. Lasciare, neutr. pass. vale Riserbarsi, Conservarsi, e Ritenersi. Lat. sibi servare.
Esempio: Bocc. nov. 40. 4. Intanto che parente, nè amico lasciato s'avea, che ben gli volesse.
Definiz: §. IX. Lasciare stare alcuno; vale Cessare di noiare.
Esempio: Bocc. nov. 47. 18. Udito il comandamento del suo signore, lasciata star lei, a lui se ne ritornò.
Esempio: Vit. SS. Pad. 1. 16. Nè il nimico lo lascióe poi stare.
Definiz: §. X. Lasciare stare; vale Cessare di fare checchessia. Lat. desistere, desinere. Gr. ἀπολήγειν.
Esempio: Din. Comp. 2. 44. Tanto crebbe il biasimo per la città, che egli lasciò stare.
Definiz: §. XI. Lasciare il cane, o simili; si dice dello Sciogliere i cacciatori il cane dal guinzaglio dietro alla fiera.
Esempio: Bellinc. son. 166. Che lo sparviere Il can si lascia sempre con vantaggio.
Definiz: §. XII. Lasciar la briglia; per lo stesso, che nel proprio, e nel figurato dissero i Lat. laxare habenas. Gr. ἀνιέναι τὰς ἡνίας.
Esempio: Bern. Orl. 2. 12. 2. Che lasciando la briglia all'eloquenzia, Fatto han de' loro error la penitenzia.
Definiz: §. XIII. Lasciare andare un colpo, o simili; vale Scagliarlo.
Esempio: Buon. Fier. intr. 1. Mi lasciò andare un sì fatto tempione.
Definiz: §. XIV. Lasciare il proprio per l'appellativo; vale Lasciare il certo, e sicuro, per l'incerto, e dubbioso.
Esempio: Varch. Ercol. 214. Senza dubbio cotestoro lasciano, come si dice, il proprio per l'appellativo.
Esempio: Malm. 9. 3. Sicchè e' mi par ben tondo, ed un corrivo Chi può star bene in casa allegro, e sano, E lascia il proprio per l'appellativo.

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