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Volume 3 - Dizionario 3° Ed.
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221) Dizion.3° Ed. .
LASAGNE
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vol.3 pag.937

LASAGNE.
Definiz: Pasta di farina di grano, che si distende sottilissimamente sopra graticci, e si secca, per cibo. Lat. lagana. Gr. λάγανα.
Esempio: Boc. Lab. n. 191. Le zuppe Lombarde, le lasagne maritate, le frittellette sambucate, ec. [Lasagne maritate, crediamo, che voglian dire, quelle, che noi chiamiamo Bassotti, che si cuocono nella tegghia, con peverada di carne, e si rosolano]
Esempio: Morg. Grattugia, con grattugia non guadagna, Altro cacio bisogna a tal lasagna.
Esempio: Bellinc. Che dicon, che vi piove le lasagne.
Esempio: E Bellinc. altrove. Ch'a pezzi mel torría, come lasagne.
Definiz: §. Diciamo in proverbio: Affogare il can colle lasagne: Quando per venire al suo intento, si offerisce maggior partito, che non merita la bisogna.

222) Dizion.3° Ed. .
LASAGNAIO
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vol.3 pag.937

LASAGNAIO.
Definiz: Che fa, e vende le lasagne.
Esempio: M. V. 4. 37. In Firenze era da Santo Ghirigoro un lasagnáio, con una sua moglie; aveano un piccolo loro fanciullo, ec.
Esempio: Cron. Vell. Fu figliuola d'una fornaia, ovvero lasagnáia.

223) Dizion.3° Ed. .
LASAGNONE
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vol.3 pag.937

LASAGNONE.
Definiz: Huomo grande, e scipíto, che diremmo anche Bietolóne. Lat. bliteus.
Esempio: Spin. Questo lasagnóne aspettava di trovarsi stasera colla Spina, e troverrassi coll'Agata mia compagna.

224) Dizion.3° Ed. .
LASCA
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vol.3 pag.937

LASCA.
Definiz: Pesce d'acqua dolce, noto. Latin. leuciscus.
Esempio: Gio. Vill. 11. 28. 2. Colle lasche del lago infilzate.
Esempio: Morg. I' piglio lasche di libbra, compare.
Esempio: Dan. Purg. 32. Che raggia dietro alla celeste lasca (cioè al segno de' Pesci)
Definiz: §. Dicesi: Sano, come una lasca: e vale D'intera sanità.
Esempio: Bellinc. Però voi mi diciate, ec. E poi perchè le lasche son sì sane.
Esempio: Cecch. Mogl. 1. 3. E trovo, ch'egli è san, com'una lasca.

225) Dizion.3° Ed. .
LASCIAMENTO
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vol.3 pag.937-938

LASCIAMENTO.
Definiz: Il lasciare. Lat. omissio.
Esempio: Am. Ant. 20. 1. 5. Per temporale lasciamento di fatica.
Esempio: E Amm. ant. 18. 4. 7. Dunque cotali ammistà, per lasciamento d'usanza si deono levare, e discucíre più tosto, che tagliare.
Esempio: M. V. 9. 98. E farne trasporto, cedizione, e lasciamento, per fede, e sanamente, solennemente, e con lettere patenti, ec.
Esempio: Com. Par. 9. La qual cosa si fa, per lasciamento di vizzj, aggiugnimento di virtudi [qui Lat. fuga]

226) Dizion.3° Ed. .
LASCIARE
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vol.3 pag.938

LASCIARE.
Definiz: È il non torre, o non portar seco, in partendosi, che che si sia. Lat. relinquere.
Esempio: Boc. Introd. n. 48. Li miei pensieri lasciai dentro alla porta della Città.
Esempio: E Bocc. Nov. 15. 35. Lui dentro nell'arca lasciarono racchiuso.
Esempio: E Bocc. Nov. 13. 4. E a loro, come legittimi eredi, ogni suo bene, e mobile, e stabile, lascio [cioè negli fece eredi]
Esempio: E Bocc. Nov. 1. Mio padre mi lasciò ricco huomo [cioè redai molta roba]
Definiz: §. Lasciare: contrario di Tenere. L. dimittere.
Esempio: Boc. Nov. 26. 24. Lasciami, non mi tener più, ec. tempo hai di lasciarmi, lasciami, io te ne priego.
Definiz: §. Lasciare: Abbandonare.
Esempio: Bocc. Introduz. num. 38. Sole in tante afflizioni m'hanno lasciate.
Esempio: Petr. Son. 206. Il mio cor, che per lei lasciar mi volle.
Esempio: Dant. Par. 5. Non fate, come agnel, che lascia il latte.
Esempio: Red. Esp. Nat. 100. Ei gli lascia in abbandono, a benefizio di fortuna
Definiz: [Onde il proverbio: Lasciare in Nasso: che è Lasciare uno ne' pericoli, senza aiuto, e senza consiglio; preso dalla favola d'Arianna, lasciata da Teséo nell'Isola di Nasso. Lat. in periculo inopem consilij, et auxilij deserere.
Esempio: Fir. Luc. Che lasciarono la povera signora in Nasso]
Definiz: §. Lasciare: Permettere. Lat. sinere, permittere.
Esempio: Boc. Nov. 44. 10. Lasciami vedere, come l'usignuólo ha fatto dormire la Caterina.
Esempio: Boez. Varch. pros. 2. Se temi di sua tradigióne, lasciala ire, e non t'impacciar con lei.
Esempio: Ar. Fur. 27. 66. Lascia la cura a me, dicea Gradasso, Ch'io guarisca costui della pazzía (qui Dare, concedere)
Esempio: Tass. Gerus. 4. 44. Di me cura lasciando, e dello stato Al fratel, ch'egli amò con tanto zelo.
Definiz: §. Lasciare: Tralasciare. Lat. omittere.
Esempio: Boc. Nov. 96. 15. Il quale, quantunque turbato il vedesse, non lasciò di dire il parer suo.
Esempio: E Bocc. Nov. 2. 12. Che io, per niuna cosa, lascerei di Cristian farmi.
Esempio: Franc. Barb. 55. D'ingrato or vien sermone, Che non è vizio di lasciarlo in penna.
Esempio: Tacit. Dav. An. 3. 80. Il suo testamento diè molto da dire, avendo onorato di sua gran facultade, quasi tutti i principali, e lasciato Cesare [Dicesi comunemente: Lasciar nella penna. Latin. silentio praeterire]
Definiz: §. Lasciare: neut. pass. Riserbarsi, conservarsi, e ritenersi. Latin. sibi servare.
Esempio: Boc. Nov. 40. 4. Intanto, che ne parente, ne amico lasciato s'avea.
Definiz: §. Lasciare stare: Cessar di fare. Lat. desinere.
Esempio: Boc. Nov. 47. 18. Udito il comandamento del Signore, lasciò star lei [Qui Latin. mittere, sinere, negotium amplius non facessere]
Definiz: §. Lasciare: si dice dello Sciogliere i cacciatori il cane dal guinzaglio, dietro alla fiera.
Esempio: Bellinc. Che lo sparviere, e 'l can si lascia sempre con vantaggio.
Definiz: §. Lasciar la briglia: per lo stesso, che nel proprio, e nel figurato dissero i Latini laxare habenas.
Esempio: Bern. Orl. 2. 12. 2. Che lasciando la briglia all'eloquenza.

227) Dizion.3° Ed. .
LASCIATO
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vol.3 pag.938

LASCIATO.
Definiz: Add. da Lasciare. Lat. dimissus, relictus
Esempio: Boc. Nov. 15. 31. Come Andreuccio si vide alla sponda del pozzo vicino, così lasciata la fune, ec.
Esempio: E Bocc. Nov. 31. 10. Lasciate le sue damigelle nel giardino, pianamente s'entrò nella camera.

228) Dizion.3° Ed. .
LASCIBILE
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vol.3 pag.938

LASCIBILE.
Definiz: V. A. Dissoluto, licenzioso, trascorso. Lat. solutus, licentior.
Esempio: G. V. 5. 25. 2. Corresse la vita lascibile, e ridusse i Cristiani a penitenza.

229) Dizion.3° Ed. .
LASCIO
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vol.3 pag.938

LASCIO.
Definiz: Legato fatto per testamento. Lat. legatum.
Esempio: M. V. 1. 7. I Cittadini ch'erano avviluppati nelle mani de' detti Capitani, per li lasci, e per le dote, e per li debiti.
Esempio: G. V. 7. 154. 2. Che molti beneficj, e limosine profferte, e lasci fatti.
Esempio: Tratt. Gov. Fam. Santo Agostino rifiutò il lascio d'uno, ch'avea lasciato tutto 'l suo per Dio alla Chiesa donde era Vescovo.
Esempio: Cron. Mor. E questa spesa fu nel mortoro, ne' lasci, che furono assai, nella dota di nostra madre, e in molte spese strasordinarie.
Definiz: §. Lascio: Testamento. Lat. testamentum.
Esempio: G. V. 9. 173. 2. I quali erano stati fedeli, erano stati nel Conte Guido da Raggiuólo, e per suo lascio succedeano i figliuoli del Conte da Battifolle.
Esempio: Liv. Dec. 3. E perciocch'egli non sapeva, che la sua nuora fosse pregna, dimenticò il suo nipote, al fare del suo lascio.
Definiz: §. Lascio: si dice anche a Guinzaglio: onde i cacciatori dicono Andare al lascio: Del tenere fuor della fila il cane in guinzaglio, e andare alle poste.

230) Dizion.3° Ed. .
LASCITO
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vol.3 pag.938

LASCITO.
Definiz: Lascio. Lat. legatum.
Esempio: Fr. Giord. Pred. R. Si confidano molto ne' lasciti testamentarj, che fanno al punto della morte.

231) Dizion.3° Ed. .
LASCIVAMENTE
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vol.3 pag.938

LASCIVAMENTE.
Definiz: Con lascivia. Latin. lascivè, petulanter, molliter.
Esempio: Petr. Huom. Ill. Fece alcune cose contro a' suo' Prefetti, e alcune lascivamente contro a se.
Esempio: Fir. Dial. Bell. Don. 352. Amano la bellezza l'una dell'altra, chi puramente, e santamente, ec. chi lascivamente, ec.

232) Dizion.3° Ed. .
LASCIVANZA
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vol.3 pag.938

LASCIVANZA.
Definiz: V. A. Lascivia. Lat. lascivia.
Esempio: Maestruz. Per questo l'huomo diventa inchinevole a' vizzj delle lascivanze.

233) Dizion.3° Ed. .
LASCIVETTO
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vol.3 pag.938

LASCIVETTO.
Definiz: Dim. di Lascivio. Lat. lascivibundus, procax, petulos.
Esempio: Fir. Dial. Bell. Don. 384. Però diciamo: la tale è vaghetta, quando parliamo d'una, che ha un certo lascivetto [qui in forza di sust.]
Esempio: E Fir. Dial. Bell. Don. 416. Nello alzarsi, vuol distendersi tutta, e quasi imitare la lascivetta palomba.
Esempio: Red. Ditir. Ove le viti in lascivetti intrichi, Sposate sono, in vece d'olmi, a' fichi.

234) Dizion.3° Ed. .
LASCIVIA
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vol.3 pag.938

LASCIVIA.
Definiz: Movimento disonesto di corpo, e d'animo dissoluto, procedente da intemperanza carnale. Lat. lascivia.
Esempio: Lab. n. 43. Quantunque l'entrare in questo luogo, sia apertissimo a chi vuole, e entricisi con lascivia, e con mattezza.
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. Gli occhi sono da reprimere, e raffrenare dalla lascivia della sua volontà.
Esempio: Petr. Cap. 1. Ei nacque d'ozio, e di lascivia umana.

235) Dizion.3° Ed. .
LASCIVIRE
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vol.3 pag.938

LASCIVIRE.
Definiz: Divenir lascivo: Operar lascivamente. Lat. lascivire.
Esempio: Fr. Iac. T. E pon mente a' reggimenti, A' costumi, agli andamenti, A' pensieri, a' parlamenti, S'io in nulla lascivisco.
Esempio: S. Bern. Lett. Se sono costretti di strignersi insieme dalla buona volontà, non possono lascivire.

236) Dizion.3° Ed. .
LASCIVISSIMO
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vol.3 pag.938

LASCIVISSIMO.
Definiz: Superl. di Lascivo. Lat. lascivissimus.
Esempio: Petr. Huom. Ill. Alcuna volta onestissimo, alcuna volta lascivissimo in lussuria.

237) Dizion.3° Ed. .
LASCIVITĀ, LASCIVITADE, e LASCIVITATE
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vol.3 pag.938

LASCIVITÀ, LASCIVITADE, e LASCIVITATE .
Definiz: Lascivia.
Esempio: Scal. S. Agost. S'egli ritorna alle sozzúre de' peccati, e alle puzzolenti lascivitadi del mondo.
Esempio: But. Superbia, ec. se è in lascività di canto, in una voce falsa, o in fraudolente mancamento di voce.

238) Dizion.3° Ed. .
LASCIVO
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vol.3 pag.938

LASCIVO.
Definiz: Che ha lascivia. Lat. lascivus.
Esempio: Boc. Intr. n. 25. Essi così ne' loro costumi, come i Cittadini divenuti lascivi.
Esempio: Vit. S. Padr. Tanto bella, e sì vana, e lascivia, che molti per suo amore, contendevano insieme.
Esempio: Dan. Par. 5. Non fate, come agnel, che lascia il latte Della sua madre, e semplice, e lascivo [cioè vagabondo, o dissoluto]

239) Dizion.3° Ed. .
LASCO
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vol.3 pag.938

LASCO.
Definiz: V. A. Pigro, vile. Lat. iners, supinus, mollis, desiosus.
Esempio: Tratt. Pecc. Mort. Quando egli è disleale, non calente, dimentico, lasco, diffallante, e fievole.

240) Dizion.3° Ed. .
LASSARE
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vol.3 pag.938

LASSARE.
Definiz: Stancare, straccare. Lat. lassare, defatigare, relinquere, omittere, sinere.
Esempio: Petr. Son. 61. Io non fui d'amar voi lassato unquanco, Madonna, ne sarò.
Definiz: §. Per Lasciare.
Esempio: Petr. Son. 13. Poi ripensando al dolce ben, ch'io lasso.
Esempio: E Petr. Canz. 1. Lassare il velo, o per Sole, o per ombra, Donna non vi vid'io.
Esempio: Dan. Par. 14. Amor mi scuserà di quel ch'io lasso.
Esempio: E Dan. Rim. Allor lassai la nova fantasía.
Esempio: Guitt. Rim. Ma per lentezza sì lo lassa dire.
Esempio: Ar. Fur. 27. 66. Lascia la cura a me, dicea Gradasso, Ch'io guarisca costui della pazzía, Per Dio, dicea Ruggier, non te la lasso.
Esempio: Tass. Gerus. 16. 40. O tu che porte, Parte teco di me, parte ne lassi.

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