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Volume 3 - Dizionario 3° Ed.
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341) Dizion.3° Ed. .
LAURO
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vol.3 pag.943

LAURO.
Definiz: Alloro. Lat. laurus.
Esempio: Dan. Purg. 22. Simonide, Agatone, e altri piúe, Greci, che già di lauro ornar la fronte.
Esempio: Com. Par. 1. E convertissi nell'albero, chiamato lo lauro.
Esempio: Boc. Vit. Dan. Perchè di lauro sien coronati i Poeti.
Esempio: Petr. Son. 209. L'aura, che 'l verde lauro, e l'aureo crine, Soavemente, sospirando, muove.
Esempio: Tass. Gerus. 17. 91. E sovente avverrà, che 'l crin si cigna, Or di lauro, or di quercia, or di gramigna.

342) Dizion.3° Ed. .
LAUTEZZA
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vol.3 pag.943

LAUTEZZA.
Definiz: Astratto di Lauto. Lat. lautitia, splendor, magnificentia.
Esempio: Fr. Giord. Pred. R. Se la antica lodevole parsimonia de' Fiorentini, vedesse ora la stomacosa lautezza delle mense.

343) Dizion.3° Ed. .
LAUTO
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vol.3 pag.943

LAUTO.
Definiz: Magnifico, splendido, abbondante. Latin. lautus, magnificus, splendidus.
Esempio: Segn. Pred. 2. Immitar le mosche, le quali corrono a chi fa mensa più lauta.

344) Dizion.3° Ed. .
LAZZERETTO
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vol.3 pag.943

LAZZERETTO.
Definiz: Spedale d'appestati, e luogo, dove si pongono gli huomini, e le robe sospette di peste. Lat. loemocomium. Gr. λοιμοκομεῖον.

345) Dizion.3° Ed. .
LAZZERUOLO
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vol.3 pag.943

LAZZERUOLO.
Definiz: Albero noto. Latin. hypomelis. Gr. ὑπομηλίς.
Definiz: Lazzeruóla si chiama il frutto.

346) Dizion.3° Ed. .
LAZZETTO
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vol.3 pag.943

LAZZETTO.
Definiz: Dim. di Lazzo. Lat. subasper, austerus.
Esempio: M. Aldobr. E perciocchè ell'è un poco lazzetta, sì conforta lo stomaco.

347) Dizion.3° Ed. .
LAZZEZZA
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vol.3 pag.943

LAZZEZZA.
Definiz: Asprezza di sapore. Lat. *vis astrictoria, facultas astringendi.
Esempio: Cr. 5. 26. 4. E Avicenna dice, che le foglie loro sono di forte lazzezza [Qui il testo Lat. vehementis stipticitatis]

348) Dizion.3° Ed. .
LAZZITÀ, LAZZITADE, e LAZZITATE
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vol.3 pag.943

LAZZITÀ, LAZZITADE, e LAZZITATE .
Definiz: Lazzezza.
Esempio: Cr. 5. 12. 12. La sua operazione, composta colla sua lazzitade, conforta, e costrigne lo stomaco, e 'l ventre.

349) Dizion.3° Ed. .
omografo. 1
LAZZO
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vol.3 pag.943

LAZZO.
Definiz: Di sapore aspro, e astrignente. Lat. stipticus, astrictorius. Gr. στυπτικός.
Esempio: Cr. 5. 9. 3. Le cornie, di lor natura, sono molto afre, e lazze, e quanto meno son nere, tanto sono più afre.
Esempio: E Cr. 2. 6. 5. Quello del frutto, nel suo principio è più lazzo, e terrestro, ed ha bisogno di molta digestione.
Esempio: Amet. 47. Il lazzo sorbo, e 'l fronzúto corbezzolo, e l'alto faggio.
Esempio: Dan. Inf. 15. Tra gli lazzi sorbi, Si disconvien fruttare al dolce fico.
Esempio: Boc. Amet. 47. L'eccelso ciriegio, ed il lazzo sorbo, ec.

350) Dizion.3° Ed. .
omografo. 2
LAZZO
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vol.3 pag.943

LAZZO.
Definiz: Sust. Atto giocoso, col quale i Commedianti muovono a riso gli ascoltanti. Latin. gesticulatio.
Definiz: §. Tenere il lazzo, e Reggere al lazzo: vale Tenere il tenore. Lat. scenae servire, obsecundare.

351) Dizion.3° Ed. .
omografo. 1
LE
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vol.3 pag.943

LE.
Definiz: Voce di genere femm. dell'articolo Lo, e del numero del più, s'usa ne' medesimi modi appunto, che La articolo, scrivendosi avanti a consonante, sempre distesa, e segnandosi di apostrofo innanzi a vocale comunemente. Pure se la seguente vocale da due consonanti seguíta sia, alcuni usano di segnare coll'apostrofo il principio di tal voce, anzichè la particella. In Gr. αἱ, τάς.
Esempio: Boc. Nov. 42. 5. Siccome generalmente tutte le femmine, in quella Isola sono.
Esempio: E Bocc. num. 8. E non conoscendo le contrade.
Esempio: Dan. Par. 4. Queste son le quistion, che nel tuo velle.
Esempio: E Dan. Par. Cant. 2. Le distinzion, che dentro di se hanno.
Esempio: Petr. Son. 222. Le rive il sanno, e le campagne, e i boschi.
Esempio: E Petr. Son. 229. Ma il vento ne portava le parole.
Definiz: §. Le: Talora si pose, anzi per vaghezza, che per bisogno.
Esempio: Boc. Nov. 78. 9. E quando ella venuta fu, il Zeppa facendole le carezze grandi, disse, ec.

352) Dizion.3° Ed. .
omografo. 2
LE
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vol.3 pag.943

LE.
Definiz: Voce del pronome Egli, è di genere femminino, e di numero del più, e si mette nell'accusativo. Latin. illas.
Esempio: Boc. Nov. 19. 27. S'elle vi piacciono, io le vi donerò.
Esempio: E Bocc. Nov. 41. 29. Comandarono, che alla nave apprestata, ne le menassero di presente.
Esempio: Dan. Inf. 33. Tu ne vestisti Queste misere carni, e tu le spoglia.
Esempio: Petr. Cap. 6. Ben le riconosco Disse, e so quando il mio dente le morse.
Definiz: §. Le: nel numero del meno è dativo: e vale a Lei. Lat. illi, ei. Gr. αὐτῇ.
Esempio: Boc. Nov. 41. 8. Che vergogna le potesse tornare.
Esempio: Dant. Par. 10. Non le dispiacque, ma sì se ne rise.
Esempio: Petr. Son. 119. Mentre le parla, e piange, e poi l'abbraccia.
Definiz: §. Le: si prepone alle particelle SI, NE, TI, CI, SI, VI, MI, e si pospone alle altre ME, TE, SE, CE, NE, VE, SI.
Definiz: §. Le: usato nel caso retto del maggior numero, si trova forse in alcun buon'Autore, ma parendo a maestri poter'essere scorso per errore, sia a bastanza l'averne dato tal notizia, senza altro di più.

353) Dizion.3° Ed. .
LEALE
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vol.3 pag.943

LEALE.
Definiz: Fedele, mantenitore delle promesse. Lat. fidelis, fidus.
Esempio: Boc. Nov. 33. 5. Huomo di nazione infima, ma di chiara fede, e leal mercatante.
Esempio: E Bocc. Nov. 67. 12. Quale hai tu per lo miglior famigliare, e più leale?
Esempio: E Bocc. Nov. 21. 15. La quale, siccome leal compagna, avuto quel che volea, diede all'altra luogo.
Esempio: D. Gio. Cell. Huomo fedele, e leale quanto la morte.
Esempio: Tass. Gerus. 6. 90. Ed una sua leal diletta ancella.
Definiz: §. Diciamo: Leal come un zingano: Detto ironico, perciocchè gli zingani vivono d'inganni, e di giuntería.

354) Dizion.3° Ed. .
LEALISSIMO
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vol.3 pag.943

LEALISSIMO.
Definiz: Superl. di Leale. Lat. fidissimus.
Esempio: Boc. Nov. 18. 7. Il Conte, il quale lealissimo Cavaliere era.
Esempio: E Bocc. Nov. 2. 2. Giannotto di Civigni lealissimo, e diritto.
Esempio: E Bocc. Nov. 71. 3. Era nelle prestanze de' danari, che fatte gli erano, lealissimo renditore.
Esempio: Fr. Iac. Cess. Un mercatante lealissimo, pur dicendo, che quel deposito non avea ricevuto.

355) Dizion.3° Ed. .
LEALMENTE
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vol.3 pag.943

LEALMENTE.
Definiz: Con lealtà. Lat. fideliter, fidè.
Esempio: Boc. Nov. 38. 3. I tutori del fanciullo, insieme colla madre di lui, bene, e lealmente le sue cose guidarono.
Esempio: Nov. Ant. 57. 3. Io vi prometto lealmente, ch'io ve ne diliverroe.

356) Dizion.3° Ed. .
LEALTÀ LEALTADE, e LEALTATE
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vol.3 pag.943-944

LEALTÀ LEALTADE, e LEALTATE.
Definiz: Lat. fides, fidelitas.
Esempio: Fior. Virt. A. Mon. Lealtà si è d'avere pura, e perfetta fede, e non mostrare mai una per un'altra.
Esempio: Bocc. Nov. 2. 3. La cui lealtà, veggendo Giannotto.
Esempio: Cron. Morell. Lealtà passa tutto, e con verità fa frutto.
Esempio: Petr. Cap. 4. Perfida lealtà, e fido inganno.
Esempio: Tass. Ger. 3. 40. Gildippe, e Odoardo amanti, e sposi, In valor d'arme, e 'n lealtà famosi.
Esempio: Franch. Sacch. Rim. Se tutte le virtù compiutamente Fossono in uno, e lealtà non fosse.

357) Dizion.3° Ed. .
LEANZA
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vol.3 pag.944

LEANZA.
Definiz: Lealtà.
Esempio: Amm. Ant. G. 215. Agli amici fede, e a tutti gli huomini leanza.
Esempio: Filoc. 2. 169. Questo è addivenuto per la gran leanza, la quale io ho trovato in te.
Esempio: Fav. Esop. E sotto pura fede di leanza, Tradisce, fa dannaggio, e misleanza.
Esempio: M. V. 9. 54. Rotta ogni leanza, e promessa al Marchese predetto.
Esempio: Rim. Ant. P. N. Per un voler, ch'è somma d'ogni amanza Vera, ch'amor non è sanza leanza.

358) Dizion.3° Ed. .
LEARDO
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vol.3 pag.944

LEARDO.
Definiz: Dicesi del mantello di quel cavallo, che sia composto di color bianco, e di color nero. Lat. scutulatus.
Esempio: Bern. Orl. 3. 7. 30. Eccone uscito un feroce destriero, Leardo, ed arrotato era il mantello.
Esempio: E Ber. Orl. 2. 23. 48. Cavalca seco un gran destrier leardo.
Definiz: §. Dicesi Leardo pomato, Leardo rotato, e simili: che sono Diverse spezie di leardo.
Esempio: Ciriff. Calv. 4. Leardo pomellato avea il mantello.

359) Dizion.3° Ed. .
LEBBRA
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vol.3 pag.944

LEBBRA.
Definiz: Spezie di scabbia, procedente da atra bile, che fa bruttissima crosta in sulla pelle. L. elephantiasis, Gr. ἐλεφαντίασις.
Esempio: G. V. 1. 49. 2. Mondandolo della lebbra, per virtù di Cristo.
Esempio: Esp. Vang. La lebbra ha un fiatore abominevole, e importabile, e corruttibile.
Esempio: Dan. Inf. 27. Ma come Gostantino chiese Silvestro, Dentro Siratti a guarir delle lebbre.
Esempio: Fr. Sim. Casc. Voglio sia mondato, e le nostre lebbre subito sarebbon sanate.

360) Dizion.3° Ed. .
LEBBROSIA
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vol.3 pag.944

LEBBROSIA.
Definiz: Lebbra.
Esempio: Fr. Giord. Filip. Pand. Chiunque è infermo di qualunque malattía, e catuna infertà hae suo nome; e però, quale è detta lebbrosía, e quale febbre, e molte altre.

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