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Volume 2 - Dizionario 4° Ed.
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381) Dizion.4° Ed. .
DEGNISSIMO
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vol.2 pag.67

DEGNISSIMO.
Definiz: Superl. di Degno. Lat. dignissimus. Gr. ἀξιώτατος.
Esempio: Alam. Gir. 7. 119. Se non vi compungeva onesta voglia Di cosa udir, che mai nè poi, nè prima Simile ad essa raccontar si soglia, Di prosa alta degnissima, e di rima.

382) Dizion.4° Ed. .
DEGNITĄ, DEGNITADE, e DEGNITATE
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vol.2 pag.67

DEGNITÀ, DEGNITADE, e DEGNITATE .
Definiz: Astratto di Degno. Lat. degnitas.
Esempio: Pass. 182. Per la eccellenzia, e per la degnità dell'ufizio, al quale Iddio l'elesse.
Esempio: E Pass. 186. In questo sta la degnità, e l'eccellenzia della Vergine Maria sopra gli altri santi.

383) Dizion.4° Ed. .
DEGNO
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vol.2 pag.67

DEGNO.
Definiz: Add. Meritevole, ma par, che abbia alquanto in se di più forza. Lat. dignus. Gr. ἄξιος.
Esempio: Bocc. introd. 28. Siccome io poi da persona degna di fede sentii.
Esempio: E Bocc. 51. Di quanto onore le frondi di quello eran degne, e quanto degno d'onore facevano chi n'era meritamente incoronato.
Esempio: Dant. Inf. 2. Me degno a ciò nè io, nè altri il crede.
Esempio: Petr. son. 5. O d'ogni reverenza, e d'onor degna.
Definiz: §. I. Per Conveniente. Lat. conveniens, decens. Gr. πρέπων.
Esempio: Bocc. nov. 49. 16. Degno cibo da voi il reputai.
Esempio: Dant. Purg. 11. Laudato sia 'l tuo nome, e 'l tuo valore Da ogni creatura, com'è degno Di render grazie al tuo dolce vapore.
Esempio: Petr. son. 48. Miserere del mio non degno affanno.
Definiz: §. II. Per Eccellente, Di grande affare, Di ragguardevole condizione. Lat. eximius, egregius, dignus. Gr. ἐξαίρετος.
Esempio: Dant. Purg. 3. Così 'l maestro, e quella gente degna, Tornate, disse.
Esempio: But. Quella gente degna, cioè l'anime, che sono dette di sopra, che erano fatte degne della grazia di Dio.

384) Dizion.4° Ed. .
DEGRADARE
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vol.2 pag.67

DEGRADARE.
Definiz: Lo stesso, che Digradare. Lat. *degradare.
Esempio: Guicc. stor. 13. 642. Furono Alfonso ec. degradati, e dati alla corte secolare.

385) Dizion.4° Ed. .
DEGRADATO
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vol.2 pag.67

DEGRADATO.
Definiz: Add. da Degradare. Lat. de gradu deiectus.
Esempio: Maestruzz. 1. 27. Nota, che 'l Vescovo non può restituire il degradato, ma solo il Papa.

386) Dizion.4° Ed. .
DEGRADAZIONE
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vol.2 pag.67

DEGRADAZIONE.
Definiz: L'atto del degradare. Lat. dignitatis spoliatio.

387) Dizion.4° Ed. .
DEH
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vol.2 pag.67

DEH.
Definiz: Interiezione deprecativa, cioè, che s'adopera in pregando. Lat. ah, oh, quaeso, per Deum. Gr. νὴ δία νὴ Δία.
Esempio: Bocc. nov. 2. 6. Deh amico mio, perchè vuo' tu entrare in questa fatica?
Esempio: Dant. Purg. 5. Deh perchè vai? deh perchè non t'arresti?
Esempio: Petr. canz. 5. 3. Deh quale amor sì licito, o sì degno, Quai figli mai, quai donne Furon materia a sì giusto disdegno?
Esempio: E Petr. son. 232. Deh non rinnovellar quel, che n'ancide.
Definiz: §. I. Talora è Interiezione esclamativa. Lat. vah, pro. Gr. φεῦ.
Esempio: Bocc. nov. 4. 8. Deh perchè non prendo io del piacere, quando io ne posso avere?
Esempio: E Bocc. nov. 25. 9. Deh quanto mal feci a non aver misericordia del Zima mio!
Definiz: §. II. Talora è Interiezion garritiva.
Esempio: Bocc. nov. 72. 8. Deh andate, andate; o fanno i preti così fatte cose?
Definiz: §. III. Deh, per lo stesso, che Ma. Lat. sed, verum.
Esempio: Lab. 260. Deh che dich'io? l'armata del Re Ruberto, qualora egli la fece maggiore, tutta insieme concatenata ec. a grandissimo agio vi potrebbe essere entrata.

388) Dizion.4° Ed. .
DEIFICAMENTO
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vol.2 pag.67

DEIFICAMENTO.
Definiz: Il deificare. Lat. apotheosis. Gr. ἀποσθέωσις ἀποθέωσις.
Esempio: Com. Inf. 7. Questo deificamento attribuiscono loro; ne furono alcuni trovatori d'alcune arti, siccome Esculapio, la medicina.

389) Dizion.4° Ed. .
DEIFICARE
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vol.2 pag.67

DEIFICARE.
Definiz: Annoverar tra gl'Iddii. Lat. Deum efficere, in Deorum numerum adscribere . Gr. σθεοῦν θεοῦν.
Esempio: Guid. G. Vollero, che tutti gli Assirj cadessero, che Belo fosse deificato.
Esempio: Cavalc. discipl. spir. E non è grandissima ingiuria a Dio, che l'uomo, il quale è creatura, quasi deificandosi, dea a se l'onore, che solo si conviene a Dio?
Definiz: §. E neutr. pass. per Esser beatificato, o glorificato.
Esempio: Filoc. 1. 13. Colui, che per deificarsi sostenne, che di lui fosse fatto sagrificio sopra la grata.

390) Dizion.4° Ed. .
DEIFICATO
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vol.2 pag.67

DEIFICATO.
Definiz: Add. da Deificare. Lat. Deus effectus. Gr. σθεωσθείς θεωθείς.
Esempio: Dittam. 5. 1. Dove i due frati Castore, e Polluce Deificati ciascun si disegna.
Esempio: Fr. Iac. T. 5. 20. 2. Nè la mente può cantare, Sentomi deificata.
Esempio: Teol. Mist. Ordinati in Dio, e tutti deificati, e fatti Iddii per l'unità dell'amore.

391) Dizion.4° Ed. .
DEIFICAZIONE
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vol.2 pag.67

DEIFICAZIONE.
Definiz: Il deificare. Lat. deificatio. Gr. σθέωσις, ἀποσθέωσις, σθεοποίησις θέωσις, ἀποθέωσις, θεοποίησις.
Esempio: S. Ag. C. D. Non si crederebbe Scipione, che la vergogna d'una laudabil donna per la deificazione si potesse tanto mutare ec. che la potessono inclinare ad esaudir li suoi cultori con tali onori.

392) Dizion.4° Ed. .
DEIFICO
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vol.2 pag.67

DEIFICO.
Definiz: Add. Divino, Che tien del divino. Lat. divinus. Gr. σθεϊκός, σθεῖος θεϊκός, θεῖος.
Esempio: Libr. Viagg. V'è il luogo, dove furono trovate le deifiche, e sante reliquie, cioè la santissima croce.
Esempio: Com. Par. 27. Lasciata la deifica forma, si mostrò essere un bellissimo giovenco.

393) Dizion.4° Ed. .
DEIFORME
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vol.2 pag.67

DEIFORME.
Definiz: Add. Che ha forma divina. Lat. *deiformis. Gr. θεοειδής.
Esempio: Dant. Par. 2. La concreata, e perpetua sete Del deiforme regno cen' portava.
Esempio: But. Cioè del regno di vita eterna, del quale regno Iddio è forma, e però si dice deiforme.

394) Dizion.4° Ed. .
DEITĄ, DEITADE, e DEITATE
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vol.2 pag.67

DEITÀ, DEITADE, e DEITATE .
Definiz: Divinità. Lat. deitas. Gr. σθεότης θεότης.
Esempio: Serm. S. Ag. D. Sono queste tre persone una concordia, una volontà, una divinità, e una deità.
Esempio: Bocc. lett. Pin. Ross. 285. Molti furono, che lui dissono essere mago, la sua deità negando in tutto.
Esempio: Nov. ant. 77. 1. Pensossi, che divolgarizzar la scienzia si era menomar la deitade.
Esempio: Amet. 8. La quale tante fiate Quant'io veggio onde, tante son costretta Di mio padre onorar la deitate.
Esempio: Dant. Par. 1. Che partorir letizia in sulla lieta Delfica deità dovria la fronde Peneia.

395) Dizion.4° Ed. .
DEL
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vol.2 pag.67-68

DEL.
Definiz: Quasi Di el, che in vece di Il usato fu da' più antichi, onde si formano le particelle DELLO, DELLA, DELLE, DELLI, e DEGLI, che nell'usarle con apostrofo, o accorciate, seguono la regola, e forma, che si è detta in DALLO; e vedi ciò, che si è detto in DE' coll'apostrofo a suo luogo. È segno del secondo caso.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 2. Pervenne alla porta del palazzo del Re.
Esempio: Bocc. nov. 27. 19. Tutto il lor desiderio hanno posto, e pongono in ispaventare con romori, e con dipinture le menti degli sciocchi.
Esempio: E Bocc. g. 6 f. 2. Assai volte già ne potete aver veduti, io dico delli Re di scacchi.
Esempio: E Bocc. nov. 77. 4. Coloro, ne' quali è più l'avvedimento delle cose profonde, più tosto da amore essere incapestrati.
Esempio: Lab. 329. Io aveva colla fronte bassa, siccome coloro, che il loro fallo riconoscono, ascoltato il lungo parlare dello spirito.
Esempio: Cr. 4. 21. 1. Approssimandosi il tempo della vendemmia, da apparecchiare, e acconciar sono le tina.

396) Dizion.4° Ed. .
DELATORE
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vol.2 pag.68

DELATORE.
Definiz: Colui, che riferisce in giudizio gli altrui falli, Spia. Lat. delator. Gr. συκοφάντης.
Esempio: Fir. disc. an. 110. Con queste parole fece fine il filosofo al suo ragionamento, avendogli per quel dimostrato, quanto i signori si debbano guardare dagl'inganni degl'invidi delatori.

397) Dizion.4° Ed. .
DEL CONTINOVO, e DEL CONTINUO
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vol.2 pag.68

DEL CONTINOVO, e DEL CONTINUO.
Definiz: Posti avverbialm. vagliono Continuamente. Lat. assiduè. Gr. ἐντελεχῶς, συνεχῶς.
Esempio: G. V. 6. 77. 2. Quella (campana) del continovo sonava di dì, e di notte.
Esempio: Pass. 360. Ancora dalla parte di fuori sono cagioni di sogni l'arti, gli oficj, i lavoríi, e ogni mestiero, e traffico, che si fa del continuo con istudio, e con sollicitudine.

398) Dizion.4° Ed. .
DELEGARE
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vol.2 pag.68

DELEGARE.
Definiz: Termine legale, Deputare. Lat. delegare. Gr. ἐπιτρέπειν τινί τι.
Esempio: Ar. Fur. 45. 113. L'imperator nè quà, nè là si piega, Ma la causa rimette alla ragione, E al suo parlamento la delega.

399) Dizion.4° Ed. .
DELEGATO
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vol.2 pag.68

DELEGATO.
Definiz: Add. da Delegare; e dicesi al Giudice, che è deputato dal Principe al giudicio d'una causa particolare, e al Giudice della causa commessa. Lat. delegatus.
Esempio: G. V. 12. 42. 2. Impetrasse in corte di Papa, o appo altro Legato, lettera, o brivilegio di giudice delegato in sua causa.
Esempio: Maestruzz. 2. 40. Puote il delegato iscomunicare di scomunicazione maggiore coloro, i quali participano nel favellare collo scomunicato da lui?
Esempio: E Maestruz. 2. 41. Quel medesimo crede del giudice delegato, se già probabilmente non si dubitasse della sua autoritade.

400) Dizion.4° Ed. .
DELEGAZIONE
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vol.2 pag.68

DELEGAZIONE.
Definiz: Il delegare. Lat. delegatio. Gr. ἐπιτροπή.
Esempio: Dav. Scism. 24. Non le fu ammesso, se ella non mostrava della delegazion loro rivocamento.

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