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Volume 2 - Dizionario 4° Ed.
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201) Dizion.4° Ed. .
DAVANZALE
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vol.2 pag.57

DAVANZALE.
Definiz: Quella cornice di pietra, sulla quale si posano gli spiriti delle finestre.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 6. Fate posar la gabbia da quella finestra. Disse il marchese: mettetela sul davanzale ec. mettetelo su, che 'l davanzale è largo.

202) Dizion.4° Ed. .
DAVANZO,
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vol.2 pag.57

DAVANZO,
Definiz: che anche si scrisse, e si scrive D'AVANZO. Avverb. che denota soprabbondanza; e vale lo stesso, che Soprabbondantemente. Lat. satis superque. Gr. ἄδην.
Esempio: Petr. uom. ill. Egli era assai vivuto, ec. avea assai gloria, e davanzo.
Esempio: Cron. Morell. E non veggo quale ci sia d'avanzo.
Esempio: E Cron. Mor. altrove: Togli casa agiata per la tua famiglia, e non punto stretta, ma camera d'avanzo.
Esempio: Ambr. Furt. 2. 7. Togline tre pezze; credo, che queste saranno d'avanzo.
Esempio: Sen. ben. Varch. 7. 25. Egli è a bastanza, e d'avanzo; pianamente, e con amichevoli parole tornagliele nella mente.
Esempio: Alleg. 30. Senza saverne più lungo rammanzo, Non potrà dirsi felice d'avanzo.
Definiz: §. Per quello, che noi più comunemente diciamo Pur troppo. Lat. satis, abundè. Gr. ἐξαρκούντως, περισσῶς.
Esempio: Fir. Trin. 2. 6. E' sarà ver d'avanzo, voce di popol, voce del Signore.
Esempio: E Fir. Luc. 3. 5. Io ti credo d'avanzo.

203) Dizion.4° Ed. .
DAUCO
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vol.2 pag.57

DAUCO.
Definiz: Sorta d'erba. Lat. daucus, pastinaca sylvestris. Gr. δαῦκος.
Esempio: Red. esp. nat. 96. Dalla China ci recano un certo seme, a cui danno nome di finocchio della China, predicandolo opportuno a molte infermità, ma io trovo, che di poco trapassa le virtù del finocchio nostrale, degli anici, de' dauci, e del cumino.

204) Dizion.4° Ed. .
DA VERISSIMO
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vol.2 pag.57

DA VERISSIMO.
Definiz: Superl. di Da vero.
Esempio: Ambr. Cof. 5. 8. Io ti parlo da verissimo.

205) Dizion.4° Ed. .
DA VERO
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DA VERO.
Definiz: Avverb. contrario di Da beffe. Lat. seriò, verè. Gr. σπουδῇ.
Esempio: Fir. disc. an. 9. Guardandolo fiso nel volto, per vedere, se egli diceva da vero.
Esempio: Alleg. 30. Ora per conoscere, se io dico da vero, contentavene, e adoperatemi dove io son buono.
Esempio: Varch. stor. 15. Ha detto sempre, e dice, che ella fu più, che da vero.
Esempio: Red. Ditir. 18. Ell'è da vero, ell'è, Accostala un po' in quà.

206) Dizion.4° Ed. .
DA ULTIMO
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vol.2 pag.57

DA ULTIMO.
Definiz: Avverb. lo stesso, che Da sezzo. Lat. postremò.
Esempio: Bemb. pros. 3. E da sezzo, che è da ultimo.
Esempio: Sagg. nat. esp. 169. Benchè da ultimo, quando si perfeziona l'agghiacciamento di tutta l'acqua, diventi colma.
Definiz: §. In proverb. Da ultimo è bel tempo; detto ironicamente, e significa, che Da ultimo si dee temere, che venga il gastigo. Lat. rarò antecedentem scelestum deseruit pede poena claudo, Oraz.
Esempio: Malm. 6. 2. Ma state pur, perchè tardi, o per tempo Lo scontenterà; da ultimo è bel tempo.

207) Dizion.4° Ed. .
DA UNA VOLTA IN SU
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vol.2 pag.57

DA UNA VOLTA IN SU.
Definiz: Posto avverbialm. vale Più volte. Lat. pluries.
Esempio: Bocc. nov. 86. 9. Da una volta in su caricò l'orza con gran piacer della donna.

208) Dizion.4° Ed. .
DA UN GRAN TEMPO, o DA UN GRAN PEZZO IN QUÀ
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vol.2 pag.57

DA UN GRAN TEMPO, o DA UN GRAN PEZZO IN QUÀ.
Definiz: Posti avverbialm. vagliono Da molto tempo; o che È passato molto tempo da che ec. Lat. iamdiu. Gr. πάλαι.

209) Dizion.4° Ed. .
DAVVANTAGGIO
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vol.2 pag.57

DAVVANTAGGIO.
Definiz: Avverb. lo stesso, che Da vantaggio. Lat. praeterea, amplius, insuper. Gr. ἄλλωστι, ἔτι.

210) Dizion.4° Ed. .
DAVVERO
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vol.2 pag.57

DAVVERO.
Definiz: Avverb. lo stesso, che Da vero. Lat. seriò, verè. Gr. σπουδῇ.
Esempio: Red. lett. 1. 351. Le ne rendo grazie davvero.
Esempio: E Red. lett. 2. 137. Mi comandi, che sono davvero ec.
Esempio: E Red. lett. 154. Credetemi, che mi dispiace davvero.

211) Dizion.4° Ed. .
DA ZEZZO
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vol.2 pag.57

DA ZEZZO.
Definiz: Avverb. Da ultimo. Lat. postremò.
Esempio: Malm. 2. 2. Così durò gran tempo, ma da zezzo ec. A mangiar cominciò del pan pentito.

212) Dizion.4° Ed. .
DAZIO
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vol.2 pag.58

DAZIO.
Definiz: Gabella. Lat. vectigal. Gr. δασμός.
Esempio: M. V. 6. 47. E necessità fu a' mercanti Fiorentini, a cui era staggita la loro mercanzía, di pagare il dazio, e rompere la franchigia.
Esempio: Com. Inf. 12. E mettono colte, e dazj; e gli altri, ed essi sono riccoglitori della moneta.
Esempio: Maestruzz. 2. 34. 2. Il terzo quando i rettori delle cittadi impongono indebitamente le imposte, e' dazj a' chierici, e alle chiese, e ammoniti non se ne rimangono.
Esempio: Dittam. 2. 23. Quí non si ponea dazio alla stadera Del pan, del vin, del mulino, e del sale, Che disperasse altrui, com'or dispera.
Esempio: Tac. Dav. ann. 13. 179. Levati i dazj, anche i tributi si vorrebbon levare.

213) Dizion.4° Ed. .
DAZIONE
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vol.2 pag.58

DAZIONE.
Definiz: Il darsi, Dedizione. Lat. deditio. Gr. ἔκδοσις.
Esempio: G. V. 10. 150. 1. La qual dazione di Serravalle fue molto cara, e gradita per li Fiorentini.
Definiz: §. Dazione, si dice anche l'Atto del dare, come
Esempio: Esempio del Compilatore Dazione dell'anello matrimoniale, ec.

214) Dizion.4° Ed. .
DE
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vol.2 pag.58

DE.
Definiz: Coll'E chiusa, è segno del secondo caso, ed è sempre assiso all'articolo, nè si scrive mai DE senza l'articolo assiso, o senza l'apostrofo in vece di esso articolo; e con esso apostrofo è sempre masculino nel numero del più.
Esempio: Bocc. pr. 6. Ristrette da' voleri, da' piaceri, da' comandamenti de' padri, delle madri, de' fratelli, de' mariti.
Esempio: E Bocc. g. 4. p. 19. Quello, che della minuta polvere avviene, la quale spirante turbo o egli di terranon la muove, o se la muove, la porta in alto, e spesse volte sopra le teste degli uomini, sopra le corone de' Re, e degli Imperadori.
Definiz: §. I. De' coll'apostrofo, o coll'articolo ha anche diversi significati di varie preposizioni, come di Con, Per, A, Da.
Esempio: Bocc. nov. 12. 4. E assai volte già de' miei dì son stato camminando in gran pericoli.
Esempio: E Bocc. nov. 15. 24. Come se del letto, o da altro sonno si levasse, sbadigliava.
Esempio: E Bocc. nov. 77. 59. Malvagia donna, delle mani mie non morrai tu gia; tu morrrai pur delle tue.
Esempio: Amet. 84. Qual Pegaseo fece nelli alti monti, cotale in terra dando del destro piede, e la terra cavando ec. prima i circunstanti turbò con paura, e appresso li stupefece con maraviglia.
Esempio: Dant. Inf. 18. Così parlando il percosse un demonio, Della sua scuriada.
Definiz: §. II. Talora in forza di Alquanto.
Esempio: Bocc. introd. 32. E concedesi questo, tanto che alcuna volta è già avvenuto, che per guardar quella (vita) senza colpa alcuna si sono uccisi degli uomini.
Esempio: E Bocc. nov. 79. 21. Io ho roba, che costò, contata ogni cosa, delle lire presso a cento di bagattini, già è degli anni più di dieci.
Esempio: E Bocc. nov. 96. 8. E posta la padella sopra il treppiè, e dell'olio messovi, cominciò ad aspettare, che le giovani gli gittasser del pesce.

215) Dizion.4° Ed. .
DEA
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vol.2 pag.58

DEA.
Definiz: Nome di deità femminile. Lat. Dea. Gr. θεά.
Esempio: Bocc. nov. 41. 6. Dubitava non fosse alcuna Dea.
Esempio: Petr. son. 270. Che 'n Dee non credev'io regnasse morte.
Esempio: Dant. Purg. 32. Quando per forza mi fu volto il viso Ver la sinistra mia da quelle Dee.
Esempio: But. Per certificare gli uomini grossi, che credono, che la fortuna sia una Dea.

216) Dizion.4° Ed. .
DEBACCARE
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vol.2 pag.58

DEBACCARE.
Definiz: V. L. Neutr. e neutr. pass. Infuriare, Scorrere sfrenatamente. Lat. debacchari.
Esempio: Buon. Fier. 5. 4. 6. E per tutto impudica debaccarsi Con pubblica vergogna.

217) Dizion.4° Ed. .
DEBACCATORE
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vol.2 pag.58

DEBACCATORE.
Definiz: V. L. Verbal. masc. Chi debacca, Chi s'infuria, Scapigliato. Lat. bacchator, debacchator. Gr. βακχεύων.
Esempio: Buon. Fier. 3. 2. 19. Vaneggiator, debaccator, che stimi Gloria maggiore il far maggior pazzíe.

218) Dizion.4° Ed. .
DEBBIO
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vol.2 pag.58

DEBBIO.
Definiz: Coll'E serrata. Abbruciamento di legni, e di sterpi per ingrassare il campo. Lat. sterilium agrorum incendium.

219) Dizion.4° Ed. .
DEBELLARE
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vol.2 pag.58

DEBELLARE.
Definiz: Espugnare. Lat. debellare, profligare.
Esempio: Red. cons. 1. 116. Dovrà lasciare tutto il negozio alla natura, che aiutata ec. diventerà la padrona del corpo, e facilmente debellerà i residui del male.

220) Dizion.4° Ed. .
DEBELLATO
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vol.2 pag.58

DEBELLATO.
Definiz: Add. da Debellare. Lat. debellatus, profligatus. Gr. καταπολεμηθείς.
Esempio: Car. lett. 2. 236. Dall'altra farei i giganti non del tutto fulminati, o debellati, ma combattenti ancora.

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