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Volume 2 - Dizionario 4° Ed.
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361) Dizion.4° Ed. .
DEFORMAZIONE
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vol.2 pag.65

DEFORMAZIONE.
Definiz: Mutazione in brutto. Lat. deformatio. Gr. ἀμορφία.

362) Dizion.4° Ed. .
DEFORME
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vol.2 pag.65

DEFORME.
Definiz: Add. Fuor della comune, e debita forma, Sproporzionato, Brutto. Lat. deformis.
Esempio: Bocc. nov. 41. 3. Colla voce grossa, e deforme, e con modi più convenienti a bestia, che ad uomo, quasi per ischerno da tutti era chiamato Cimone.
Esempio: Libr. adorn. donn. Le femmine deformi, che vogliono apparire belle.
Esempio: Fir. dial. bell. donn. 347. Se un cavallo fusse senza peli, e' sarebbe deforme.
Esempio: Cas. lett. 70. Avendo, come ho detto, aspetto di virtù, può ingannare più agevolmente gli uomini, e spezialmente i giovani, che non possono gli altri vizj più deformi.

363) Dizion.4° Ed. .
DEFORMEMENTE
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vol.2 pag.65

DEFORMEMENTE.
Definiz: Avverb. Con deformità. Lat. deformiter. Gr. .
Esempio: Sagg. nat. esp. 118. Un altro ranocchio gonfiò anche egli deformemente, e dopo ch'egli ebbe gettata roba per bocca, e fatta grandissima bava, ritornato a vedere a capo d'una mezz'ora si trovò morto.

364) Dizion.4° Ed. .
DEFORMISSIMO
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vol.2 pag.65-66

DEFORMISSIMO.
Definiz: Superl. di Deforme. Lat. maximè deformis. Gr. αἰσχρῶς.
Esempio: Fr. Giord. Pred. R. Fosse piccola della persona, e con volto deformissimo.
Esempio: Guicc. stor. 2. 113. Diventati d'aspetto deformissimi, restarono inutili.

365) Dizion.4° Ed. .
DEFORMITĀ, DEFORMITADE, e DEFORMITATE
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vol.2 pag.66

DEFORMITÀ, DEFORMITADE, e DEFORMITATE .
Definiz: Bruttezza. Lat. deformitas. Gr. ἀμορφία.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 9. Non considerando alla deformità della sua persona, che era piccolissimo iudice.
Esempio: Maestruzz. 1. 18. S'egli ancora per colpa sua cadesse in piccola deformità, per misericordia è sostenuto negli ordini ricevuti ec. Ma se il membro era grande, e manifesto, eziandio che sanza sua colpa l'abbia perduto, è impedito per la deformità, e scandalo.
Esempio: Libr. adorn. donn. Donne, e donzelle per sozza deformità odiose.
Esempio: Libr. Amor. Adunque perchè la deformità de' membri per ardimento naturale venuta ec.
Esempio: Fir. dial. bell. donn. 417. Quella quasi valle, che dalla collottola alle reni s'abbassa, vuole essere poco affonda, perciocchè alla propria deformità farebbe parere le spalle grosse.

366) Dizion.4° Ed. .
DEFRAUDARE
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vol.2 pag.66

DEFRAUDARE.
Definiz: Torre, o Non dare ad altrui, per lo più, con inganno quel, che gli si perviene. Lat. defraudare, suffurari, fraudare. Gr. ἀνοσφίζειν.
Esempio: Vit. Plut. Questo è quello, ch'io vi dicea dianzi, che voi non faceste forte niuno uomo contr'a voi medesimi per fraude, che a voi volesse defraudare.
Esempio: Ar. Fur. 18. 1. Benchè col rozzo stil, duro, e mal atto Gran parte della gloria vi defraudo.
Esempio: Red. lett. 1. 292. Per non defraudare V. Sig. Illustriss. della dovuta cognizione ec. le mando quì ec.

367) Dizion.4° Ed. .
DEFRAUDATO
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vol.2 pag.66

DEFRAUDATO.
Definiz: Add. da Defraudare. Lat. defraudatus, fraudatus.
Esempio: Vinc. Mart. lett. 35. Contro la volontà mia, vi troverrete defraudato.

368) Dizion.4° Ed. .
DEFUNTO
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vol.2 pag.66

DEFUNTO.
Definiz: Add. Morto. Lat. defunctus, vitâ defunctus. Gr. σθανών θανών, τεσθνηνός τεθνηκώς.
Esempio: S. Grisost. Puollo nondimeno vedere, e considerar le belle fattezze del defunto, e averne compassione.
Esempio: Dant. Par. 17. Su per lo monte, che l'anime cura, E discendendo nel mondo defunto, Dette mi fur di mia vita futura Parole gravi.
Esempio: Bern. Orl. 2. 13. 41. E stava immoto a guisa d'uom defunto.

369) Dizion.4° Ed. .
DEGAGNA
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vol.2 pag.66

DEGAGNA.
Definiz: Sorta di rete da pescare. Lat. decagna, Cresc. lat.
Esempio: Cr. 11. 52. 4. Nelle valli (si pigliano i pesci) con gogolaria, e degagna, e con gradelle, e piccole reti (così nel ms. Ricci, e in altri T. a penna)

370) Dizion.4° Ed. .
DEGENERANTE
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vol.2 pag.66

DEGENERANTE.
Definiz: Che degenera. Lat. degenerans, degener. Gr. ἀγενής.
Esempio: Cr. 10. 15. 1. Alcune (aguglie) in un certo modo ignobili, e degeneranti, che appetono non solamente le carni vive, ma eziandio le morte.
Esempio: But. Quì le pone l'autore per degeneranti dalla lor virtuosa schiatta.

371) Dizion.4° Ed. .
DEGENERARE
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vol.2 pag.66

DEGENERARE.
Definiz: Tralignare. Lat. degenerare.
Esempio: Bocc. nov. 93. 10. Nobile uomo fu il tuo padre, dal quale tu non vuogli degenerare.
Esempio: Stor. Eur. 3. 61. Degenerando da' suoi passati ec. ha dato a' Normanni sì gran parte del nostro regno.
Definiz: §. Per metaf. dicesi anche de' frutti, e delle piante.
Esempio: Cr. 11. 11. 4. I semi più avaccio tralignano, degenerano, e imbastardiscono ne' luoghi umidi, che ne' secchi.

372) Dizion.4° Ed. .
DEGENERATO
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vol.2 pag.66

DEGENERATO.
Definiz: Add. da Degenerare. Lat. degener. Gr. ἀγενής.
Esempio: Stor. Eur. Ne' seguenti anni lo governarono, degenerato da se medesimo.
Esempio: Morg. 28. 113. E veramente dal suo genitore Non è questo figliuol degenerato.

373) Dizion.4° Ed. .
DEGENERAZIONE
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vol.2 pag.66

DEGENERAZIONE.
Definiz: Il degenerare. Lat. degeneratio. Gr. ἐκτροπή.
Esempio: Dant. Conv. 166. Quì s'intende viltà per degenerazione, la quale alla nobiltà s'oppone.

374) Dizion.4° Ed. .
DEGNAMENTE
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vol.2 pag.66

DEGNAMENTE.
Definiz: Avverb. Giustamente, Meritamente. Lat. iustè, meritò, iure optimo. Gr. ἀξίως.
Esempio: Bocc. nov. 46. 7. Pensando a niuna persona più degnamente, che a costui, potersi donare.
Esempio: Dant. Par. 32. L'altissimo lume Degnamente convien, che s'incappelli.
Esempio: G. V. 10. 67. 2. Fu sanza colpa di quel peccato degnamente punito.

375) Dizion.4° Ed. .
DEGNANTE
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vol.2 pag.66

DEGNANTE.
Definiz: Che degna. Lat. affabilis, comis. Gr. εὐπροσήγορος.

376) Dizion.4° Ed. .
DEGNANTISSIMO
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vol.2 pag.66

DEGNANTISSIMO.
Definiz: Superl. di Degnante. Umanissimo, Cortesissimo. Lat. humanissimus, benevolentissimus.
Esempio: Med. Arb. cr. Nel secondo frutto ripensi la benignissima, e degnantissima condiscensione, e inchinamento a noi miseri peccatori.

377) Dizion.4° Ed. .
DEGNARE
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vol.2 pag.66

DEGNARE.
Definiz: Dimostrare con gentil maniera d'apprezzare altrui, e le cose sue, e particolarmente gl'inferiori; e si usa anche nel sentim. neutr. Lat. benevolè se gerere, humaniter assurgere. Gr. φιλάνθρωπον ἑαυτὸν παρέχειν.
Esempio: Pass. 212. Sogliono dire quelle cotali persone, la cui usanza ella schifa: ella non degna sì basso, e le pare essere sì grande, che le viene schifo delle sue pari.
Esempio: Petr. canz. 17. 3. Ella non degna di mirar sì basso.
Esempio: Libr. Son. 57. E ch'io non sia da te per lui degnato.
Esempio: E Libr. Son. appresso: Degna, è dì come suoi: addio Piovano.
Definiz: §. I. Per Giudicar degno, dicevole, Compiacersi per benignità, e cortesía; e in questo senso s'usa anche neutr. pass. Lat. dignari, non gravari. Gr. ἀξιοῦν.
Esempio: Bocc. nov. 49. 15. Pensando, che voi quì alla mia povera casa venuta siete, dove mentre che ricca fu, venir non degnaste.
Esempio: Petr. canz. 19. 2. Onde il motore eterno delle stelle Degnò mostrar del suo lavoro in terra.
Esempio: E Petr. 49. 9. Non guardar me, ma chi degnò crearme.
Esempio: Pass. 211. La buona sì è, quando altri non degna di sottomettersi alla viltà del peccato.
Esempio: Dant. Purg. 30. Come degnasti d'accedere al monte?
Esempio: Bern. Orl. 1. 16. 51. In terra il Re Agrican lasciò straziarlo, Che non volle degnarsi d'ammazzarlo.
Esempio: Cas. lett. 5. Supplico V. M. che si degni d'udirlo colla sua benignità solita.
Esempio: E Cas. lett. 6. Faccia quel tanto, che ella si degnerà comandargli.
Definiz: §. II. Per Far degno. Lat. dignum reddere.
Esempio: Petr. son. 12. Che fosti a tanto onor degnata allora.
Esempio: Dant. Purg. 21. Se voi siete ombre, che Dio su non degni, Chi v'ha per la sua scala tanto scorte?
Esempio: But. Che Dio su non degni, cioè, se voi siete anime, che Dio non vi faccia degne d'essere in vita eterna.
Esempio: Franc. Barb. 17. 19. Quel sir Amor, che in forma Facesse lei di quel pregio degnare (quì forse per Esser degno)
Definiz: §. III. Per Ricevere quello, che è offerto, propriamente da persona inferiore.
Esempio: Malm. 5. 63. E acciò stremata non gli sia la vita, Non dice pur: degnate, o a ber gl'invita.

378) Dizion.4° Ed. .
DEGNAZIONE
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vol.2 pag.66

DEGNAZIONE.
Definiz: Il degnare. Lat. benevolentia, humanitas, dignatio. Gr. φιλανθρωπία.
Esempio: Vit. SS. Pad. Conseguentemente la 'ncarnazione essere a lui possibile, ma in tal modo, che la sua degnazione, e umiltade in prender carne, non menomasse però la degnità della sua deitade.
Esempio: Coll. SS. Pad. Questa fu grazia di divina provvidenza con degnazione.

379) Dizion.4° Ed. .
DEGNEVOLE
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vol.2 pag.67

DEGNEVOLE.
Definiz: Add. Chi degna. Lat. affabilis, comis, humanus. Gr. φιλάνσθρωπος φιλάνθρωπος, χρηστός.
Esempio: Cecch. Esalt. cr. 3. 1. Che Siroe è signor molto degnevole.

380) Dizion.4° Ed. .
DEGNISSIMAMENTE
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vol.2 pag.67

DEGNISSIMAMENTE.
Definiz: Superl. di Degnamente. Lat. iustissimè. Gr. δικαιότατα.
Esempio: Med. Arb. cr. Il quale degnissimamente tanto dee esser più onorato, quanto maggiormente egli ec.

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