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Volume 3 - Dizionario 3° Ed.
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561) Dizion.3° Ed. .
LEVITARE
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vol.3 pag.954

LEVITARE.
Definiz: Il rigonfiare, e 'l levare in capo, che fa la pasta, mediante il formento. Lat. fermentari.
Esempio: Lab. n. 170. Troppo abbia il forno la fornaia scaldato, e la fante men lasciato il pan levitare.
Esempio: Burch. Lievitomi sull'asse, come il pane, Ma non poss'ire al forno, come lui (qui neut. pass. era prigione per la persona)

562) Dizion.3° Ed. .
LEVRIERE
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vol.3 pag.954-955

LEVRIERE.
Definiz: Cane da pigliar lepre, che altrimenti diciam cane Da giugnere. Lat. canis venaticus.
Esempio: Tes. Br. 3. 9. E dice avere levrieri, e bracchi, e uccelli per uccellare, e per cacciare, quando volesse a ciò intendere per suo sollazzo.
Esempio: Cr. 9. 78. 1. Le generazioni de' cani son due: l'una è quella de' levrieri da giugnere, e da cacciar le fiere, e l'altra, ec.
Esempio: Tratt. Equit. Tali genti sono altresi, come i giovani levrieri, che sono ancora tutti novizzj, e corrono appresso ciascuna bestia, che egli veggono dinanzi.
Esempio: Morg. 21. 36. Ma prese un salto, che parve un levriere.
Esempio: Bern. Orl. 2. 3. 47. Il Re, a tutti altamente ha donato, ec. E gioie, e vasi d'oro, arme, e destrieri, E veste, e bracchi, e falconi, e levrieri.

563) Dizion.3° Ed. .
LEUTO
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vol.3 pag.955

LEUTO.
Definiz: Liuto. Lat. fides.
Esempio: Red. Oss. An. 39. I membri stavano distesi, e tirati, come tante corde tirate sul leuto.

564) Dizion.3° Ed. .
LEZIA
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vol.3 pag.955

LEZIA.
Definiz: Costume, e modo pieno di mollezza, e d'affettazione, usato da donne, per parer graziose, o da' fanciulli, usi a esser troppo vezzeggiati, forse dal Lat. deliciae, onde delicias facere, presso Plauto. Grec. θρύπτεσθαι.
Esempio: Declam. Quint. C. Alla compagnia della lezia de' suo' figliuoli.
Definiz: §. Oggi più Lezio, e Lezzj.
Esempio: Fir. Dial. Bell. Don. Che non parvero attucci, o lezzj.
Definiz: §. E Diciamo Lezioso: a Chi procede con lezzj, e leziosamente.
Esempio: Lor. Med. canz. Le saccenti, e le leziose, A vederle, par ch'i' muoia.

565) Dizion.3° Ed. .
LEZIO
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vol.3 pag.955

LEZIO.
Definiz: Lezia. Lat. deliciae.
Esempio: Lor. Med. Canz. Ball. Sempre mai questa sazievole, E 'n su i lezzj, e smanceríe.
Esempio: Red. Vip. 1. 61. Donnicciuóle, ec. solite forse di fare grand'atti, e gran lezzj.

566) Dizion.3° Ed. .
LEZIONE
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vol.3 pag.955

LEZIONE.
Definiz: Il leggere. Lat. lectio.
Esempio: Scal. S. Agost. Lezione non è altro, che un quotidiano sguardo delle Sante Scrittúre, con grande attenzione d'affezion di cuore.
Esempio: Cavalc. Fr. Ling. Per la lezione siamo ammaestrati, per l'orazione siamo mondati.
Esempio: Dan. Infer. 20. Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto Di tua lezione.
Esempio: Lab. n. 283. E se ella forse a sì fatte lezioni non intende.
Definiz: §. Lezione: per Elezione, l'usò G. V. 4. 2. 5. Lat. electio.
Esempio: G. V. 4. 2. 5. Lo 'mperio fosse alla lezione degli Alamanni, imperocchè erano possenti, e valorosi.
Esempio: E G. V. 8. 1. 12. E parea loro, a utile della Chiesa, aver fatta mala lezione.
Definiz: §. Lezione: diciamo a Quella parte di cose insegnate dal maestro, volta per volta.

567) Dizion.3° Ed. .
LEZIOSAGGINE
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vol.3 pag.955

LEZIOSAGGINE.
Definiz: Astratto di Lezioso.

568) Dizion.3° Ed. .
LEZIOSAMENTE
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vol.3 pag.955

LEZIOSAMENTE.
Definiz: Con lezzj.
Esempio: Sen. Benef. Varch. 40. Non s'hanno a pigliare i benifizzj leziosamente (Qui il Lat. dice delicatè)

569) Dizion.3° Ed. .
LEZIOSO
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vol.3 pag.955

LEZIOSO.
Definiz: Attoso.
Esempio: Lor. Med. canz. Le saccenti, e le leziose A vederle, par ch'i' muoia.
Esempio: Allegr. 40. Come una donna gravida, lezioso.
Esempio: Red. Ditir. Son bevande da svogliati, E da femmine leziose.

570) Dizion.3° Ed. .
LEZZARE
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vol.3 pag.955

LEZZARE.
Definiz: Saper di lezzo. Latin. malè olere, foetere.
Esempio: Pataff. Grinappola pericol sempre lezza.

571) Dizion.3° Ed. .
LEZZO
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vol.3 pag.955

LEZZO.
Definiz: Fetore, mal'odore. Lat. foetor.
Esempio: Lab. num. 263. Ne altrimenti ti posso dir del lezzo caprino, il quale, ec. spira.
Esempio: Dant. Inf. 10. Che 'n fin lassù facea spiacer di lezzo.
Esempio: Petrar. Son. 106. Or vivi sì, ch'a Dio ne venga lezzo.
Esempio: Franc. Sacch. Rim. Senza vederli con sì gran rovina Gettar lezzo di becco.
Esempio: E Franc. Sacch. Rim. appresso. E tu, che se del Ciel Vicario in terra, E non pensi, che a lui ne venga il lezzo.

572) Dizion.3° Ed. .
LEZZOSO
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vol.3 pag.955

LEZZOSO.
Definiz: Che ha lezzo. Lat. malè olens, graveolens.
Esempio: Volg. Diosc. Il sori ha l'odore grave, e lezzoso, e nauseóso.

573) Dizion.3° Ed. .
omografo. 1
LI
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vol.3 pag.955

LI.
Definiz: Voce di genere masculino dell'articolo Lo, nel numero del più, e si usa avanti a' nomi non comincianti da lettera vocale, o dalla S, cui altra consonante accompagni, ed è lo stesso interamente, che la particella I in questo significato.
Esempio: Boc. g. 5. pr. E li surgenti raggi, per tutto il nostro Emisperio, avean fatto chiaro.
Esempio: Dan. Par. 2. Tornate a riveder li nostri liti.
Esempio: Petr. Canz. 44. Per lo Mare avean pace, e per li fiumi.

574) Dizion.3° Ed. .
omografo. 2
LI
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vol.3 pag.955

LI.
Definiz: Pronome, serve al terzo caso del numero del meno. Lat. illi, ei.
Esempio: Boc. Nov. 41. 25. Il quale se quel medesimo è, che già fu, niuna cosa tanto lieta li prestarono, quanto, ec.
Esempio: Dant. Par. 6. Io li credetti, e ciò, che suo dire era.
Definiz: §. E al quarto, nel numero del più. Lat. illos, eos.
Esempio: Petr. Son. 215. O li condanni a sempiterno pianto.
Definiz: §. Talvolta Li pronome, si antepone alle particelle MI, TI, SI, CI, NE, VI, e si pospone alle ME, TE, SE, CE, NE, VE, e anche talvolta a SI. Ed è tal pronome lo stesso interamente, che Gli, usandosi comunemente Li avanti alle voci, o non comincianti da vocali, o non principianti da S, seguita da altra consonante.
Definiz: §. Dissesi Lile: per lo stesso, che Gliele.
Esempio: Nov. Ant. 61. Amavala sì celatamente, che niuno lile potea far palesare.

575) Dizion.3° Ed. .
omografo. 3
LI
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vol.3 pag.955

LI.
Definiz: Avverbio locale, così di moto, come di stato: e vale Quivi, in quel luogo. Lat. illuc, illic, eo loci.
Esempio: Dan. Parad. 1. Ed ora lì, com'al sito decreto, Cen porta la virtù di quella corda.
Esempio: Petr. Canz. 30. 4. Pur li medesmo assido.
Definiz: §. Per lo illinc de' Latini.
Esempio: Boccac. Amet. 20. Ne li guari lontano fuor di via, Un suo bel velo lasciava, fuggendo.
Definiz: §. Che si esprime più comunemente col giugnervi le particelle DI, o DA.
Esempio: Teseid. 11. 79. Da li poscia ad Atene ritornato, U si vedea servir bene a Teséo.
Definiz: §. Truovasi anche per avverb. riferente tempo, ec. usandosi in vece di pronome, come di altre simili particelle avverbiali si costuma.
Esempio: Dan. Parad. 14. Infino a lì non fu alcuna cosa, Che mi legasse, ec.
Esempio: Amet. Arguendo di lì le sue difese.

576) Dizion.3° Ed. .
LIBAMINA
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vol.3 pag.955

LIBAMINA.
Definiz: V. L. Per Odori, profumi. Latin. thymiama, suffimentum, suffitus. Gr. θυμίαμα.
Esempio: G. V. 4. 18. 7. E la camera, senza libamina, trovò tanta odorifera, come se di tutte spezie ottime fosse ripiena.

577) Dizion.3° Ed. .
LIBARE
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vol.3 pag.955

LIBARE.
Definiz: V. L. Lat. libare.
Esempio: Tas. Ger. 16. 19. S'inchina, e i dolci baci ella sovente Liba, or dagl'occhj, e dalle labbra, or sugge.

578) Dizion.3° Ed. .
LIBBIA
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vol.3 pag.955

LIBBIA.
Definiz: Frasca d'ulivo potato. Lat. olivae segmen.

579) Dizion.3° Ed. .
LIBBRA
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vol.3 pag.955

LIBBRA.
Definiz: Un peso comunemente di dodici once. Lat. libra. Gr. λίτρα.
Esempio: Coll. S. Pad. I quali panellíni, certa cosa è, che a pena pesarono una libbra.
Esempio: G. V. 12. 96. 1. Essendo in Firenze montato l'ariento della lega d'once undici, e mezzo per libbra, ec.
Definiz: §. Per Lira moneta:
Esempio: G. V. nel medesimo luogo. In libbre 1. soldi 15.
Definiz: §. Per una Sorta d'imposizione.
Esempio: G. V. 10. 9. 2. Usciti di gabelle, e imposte, e libbre, e altre entrate di Comune.
Esempio: Ricord. Malesp. 141. Molto gli aggravavano di libbre, e d'imposte, per poco frutto.

580) Dizion.3° Ed. .
LIBECCIATA
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vol.3 pag.955

LIBECCIATA.
Definiz: Furia di vento libeccio. Latin. Noti, vel Africi vehemens flatus.
Esempio: Sag. Nat. Esp. 15. E ad una gran libecciata è arrivato a fare fino in trentacinque, e cinquanta gocciole il minuto di ora.

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