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Volume 3 - Dizionario 3° Ed.
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481) Dizion.3° Ed. .
LEPORINO
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vol.3 pag.950

LEPORINO.
Definiz: Di lepre. Lat. leporinus.
Esempio: Com. Purg. 11. Altri di paura leporina, colla parola grosseggiando, mostrano uno ardir di leone.

482) Dizion.3° Ed. .
LEPPARE
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vol.3 pag.950

LEPPARE.
Definiz: Fuggire. Lat. fugere.
Definiz: §. Usasi anche dal volgo per Togliere, levar via. Lat. clepere. Gr. κλέπτειν.

483) Dizion.3° Ed. .
LEPPO
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vol.3 pag.950

LEPPO.
Definiz: Coll'e stretta. Fiamma, che si apprende in materie untuose, onde poi ne procede alcun fetore. Lat. nidor.
Esempio: Dan. Inf. 30. Per febbre acuta, gittan tanto leppo.
Esempio: But. Leppo è puzza d'arso unto, come quando lo fuoco s'appiglia alla pentola, e alla padella, e così dice, che putivan costoro.

484) Dizion.3° Ed. .
LEPRAIO
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vol.3 pag.950

LEPRAIO.
Definiz: Leporaio.
Esempio: Cr. 9. 80. tit. Del lepraio, e lepri, e degli altri animali salvatichi.
Esempio: E Cr. num. 5. Il lepraio è di grandissima utilità, e diletto, perocchè di pochi animali in brevissimo tempo se n'hanno molti.
Definiz: §. E Lepraio: diciamo a Quello, al quale si consegnano le lepri prese in caccia.

485) Dizion.3° Ed. .
LEPRATTO
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vol.3 pag.950

LEPRATTO.
Definiz: Piccolo lepre, leprone, leproncello. Lat. lepusculus.
Esempio: Cr. 1. 7. 4. E vi conserverà ancora l'orticello del Signore, e la moltitudine dell'api, sanza lesione, e le tortore, e spinosi, e leprotti.

486) Dizion.3° Ed. .
LEPRE
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vol.3 pag.950

LEPRE .
Definiz: Animal noto, paurosissimo, e velocissimo al corso. Che da alcuni, e si disse, e si scrisse anche LIEVRE. Latin. lepus.
Esempio: Franc. Sacch. Oper. Divers. Lepre è il più pauroso animal, che sia, se ode pur sonar le foglie, come mosse dal vento, crede, che sieno li cacciatori, fuggendo quanto puote.
Esempio: Cr. 9. 80. 3. Nascono simili alle lepri in alcuna parte, ma minori, ec. che si chiaman conigli. Lepre è detta, imperocchè vanno con leggieri piedi.
Esempio: Boc. g. 3. f. 8. D'una parte uscir conigli, d'altra parte correr lepri.
Esempio: Dan. Inf. 23. Ei ne verranno dietro più crudeli, Che cane a quella lievre, ch'egli acceffa.
Esempio: Tass. Gerus. 7. 2. Che la lepre perduta abbian di traccia, Nascosta in selva, o per gli aperti piani.
Definiz: §. Pigliar la lepre col carro: si dice in proverbio, che vale Condurre una impresa con flemma, e con pacienza. Lat. bove leporem venari, sedendo vincere, cunctando rem restituere. Gr. βοῒ τὸν λαγὼ κυνυγετεῖν κυνηγετεῖν.
Esempio: Bellinc. Ma bisogna aspettar qualche bel tratto, E la lepre col carro aver pigliato.
Definiz: §. Far lepre vecchia: Pur proverb. Dare addietro quando si scorge pericolo.
Esempio: Alleg. 261. E fatto lepre vecchia, ec. avrei dato addietro, senza dir nulla a persona vivente. Lat. retrorsum vela dare.
Definiz: §. Levar la lepre, e un'altro la pigli: che è Durar fatica in una cosa, e 'l merito l'abbia un'altro, che è lo stesso, che Fare i miracoli, e un'altro abbia la cera. Lat. alij sementem faciunt, et alij metent.
Definiz: §. Aver più debito, che la lepre: Esser molto indebitato. Latin. animam debet.
Definiz: §. Lepre marina: Sorta di animale di mare. Lat. Lepus marinus. G. λαγωὸς θαλάσσια θαλάσσιος.
Esempio: Lib. Cur. Malat. Alle scrofole del capo, giova la lepre marina impiastrata.
Esempio: Red. Oss. Anim. 32. Non è la terra sola ad avere i lumaconi ignudi: gli ha ancora il Mare, e sono quegli stessi animaletti, che dagli Scrittori della storia naturale, furono chiamati lepri marine.

487) Dizion.3° Ed. .
LEPRETTINO
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vol.3 pag.950

LEPRETTINO.
Definiz: Lepre piccola. Lat. lepusculus.
Esempio: Bocc. Amet. 15. Ho duo' leprettíni, Pur testè tolti alla madre piagata.

488) Dizion.3° Ed. .
LEPRONCELLO
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vol.3 pag.950

LEPRONCELLO.
Definiz: Piccol lepróne. Lat. lepusculus, pullus leporinus.
Esempio: Lib. Cur. Malat. Piglia due leproncelli nati di poco, e abbruciagli vivi, serrati in una pentola nel forno.

489) Dizion.3° Ed. .
LEPRONE
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vol.3 pag.950

LEPRONE.
Definiz: Lepre giovane. Lat. lepusculus.
Esempio: Lasc. Rim. Che ti fanno afa starnotti, e lepróni.
Esempio: Cecch. Spirit. 4. 10. Guarda se quel vecchio dovette corre al covo Quello leprone [Qui per similitudine]

490) Dizion.3° Ed. .
LEPROTTINO
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vol.3 pag.950

LEPROTTINO.
Definiz: Leprettíno.
Esempio: Red. Vip. 2. 45. Si morirono nella stessa maniera, ec. due gatti giovani, e due leprottíni.

491) Dizion.3° Ed. .
LERCIARE
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vol.3 pag.950-951

LERCIARE.
Definiz: Far lercio: Imbrattare, intridere, sporcare. Lat. foedare, polluere, inquinare.
Esempio: Albert. cap. 46. Falsi testimonj, e bestemmie, e queste lerciano gli huomini.
Esempio: E Albert. di sotto. Di peccato si lercia, chi cela la cosa utile, ch'egli sae.

492) Dizion.3° Ed. .
LERCIO
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vol.3 pag.951

LERCIO.
Definiz: Sporco, intriso, imbrattato, Lat. pollutus, foedus.
Esempio: Dan. Inf. 15. D'un medesmo peccato al Mondo lerci.
Esempio: Pataff. Egli ha del lercio assai più, ch'io non scrivo.

493) Dizion.3° Ed. .
LERO
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vol.3 pag.951

LERO.
Definiz: Una sorta di biada, simile al moco. Latin. ervum.
Esempio: Cr. 2. 28. 11. Palladio comanda, che si colgano i semi maturi della spina, ovvero pruno, che si chiama rovo canino, e mescolinsi colla farina de' leri, macerata coll'acqua.
Definiz: §. Si chiama anche veggiolo, e in alcuni luoghi Capogirlo, dall'effetto, che fa in alcuni animali, quando e' lo mangiano.
Esempio: Ricett. Fior. L'Orobo, ovvero Erbo è quello, che in Toscana si chiama Moco salvatico, o veggiolo, o lero.

494) Dizion.3° Ed. .
LESINA
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vol.3 pag.951

LESINA.
Definiz: Ferro appuntatissimo, e sottile, col quale, per lo più, si fora il cuoio, per cucirlo. Lat. subula.
Esempio: Sen. Pist. Essere armato d'una lesina.
Esempio: Pallad. E sottilmente si fori colla lesina.

495) Dizion.3° Ed. .
LESIONE
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vol.3 pag.951

LESIONE.
Definiz: Offesa, danno. Lat. laesio, offensa, noxa.
Esempio: Boc. Nov. 28. 13. Più emendata faceva, senza lesione alcuna, ec.
Esempio: Fr. Giord. S. Perocchè Dio non ne riceve nulla lesione.
Esempio: Cr. 9. 27. 1. Sopra 'l dosso del cavallo si fa una lesione, che alcuna volta rompe alcuna parte del cuoio.
Esempio: Ciriff. Calv. 4. E così fur rimossi Dal campo, senza alcuna lesione.

496) Dizion.3° Ed. .
LESO
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vol.3 pag.951

LESO.
Definiz: Offeso, dannificato. Lat. laesus.
Esempio: G. V. 10. 60. 6. Commessi tali peccati sì di resía, sì della lesa maestade.
Esempio: Dant. Inf. 13. S'egli avesse potuto creder prima, Rispose il Duca mio, anima lesa.

497) Dizion.3° Ed. .
LESSARE
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vol.3 pag.951

LESSARE.
Definiz: È cuocer che che si sia nell'acqua. Latin. elixare, aqua coquere.
Esempio: Boc. Nov. 61. 6. Ed egli, ed ella cenarono un poco di carne salata, che da parte aveva fatta lessare.
Esempio: Cr. 5. 6. 9. Le castagne se s'arrostiscono, ec. e se si lessano in acqua, ec. generano nel corpo buono umore.

498) Dizion.3° Ed. .
LESSATO
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vol.3 pag.951

LESSATO.
Definiz: Add. da Lessare: Lesso.
Esempio: Red. Vip. 2. 45. Un saporito manicaretto di due capi di vipere, leggiermente lessati.

499) Dizion.3° Ed. .
LESSATURA
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vol.3 pag.951

LESSATURA.
Definiz: Il lessare. Latin. elixatio.
Esempio: Lib. Cur. Malat. E l'erbe bollano in quell'acqua, fino ad una non intera lessatúra.

500) Dizion.3° Ed. .
omografo. 1
LESSO
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vol.3 pag.951

LESSO.
Definiz: Sust. Bollimento in acqua, o altra cosa liquida, e la cosa stessa lessata. Lat. elixatio, caro elixa.
Esempio: Dant. Inf. 21. Lasciagli digrignar pure a lor senno, Che'e' fanno ciò, per li dolenti lessi.
Esempio: Bern. Orl. 3. 7. 51. Sapor, pasticci, lessi, arrosti, e torte.

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