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Volume 3 - Dizionario 4° Ed.
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441) Dizion.4° Ed. .
LEALISSIMAMENTE
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vol.3 pag.36

LEALISSIMAMENTE.
Definiz: Superl. di Lealmente. Lat. fidelissimè. Gr. πιστότατα.
Esempio: Libr. Pred. Ebbe sempre questo solo nel cuore di servire lealissimamente a Dio.
Esempio: Alam. Gir. 14. 41. Lealissimamente adunque vegna Da voi risposta, che men faccia dono.

442) Dizion.4° Ed. .
LEALISSIMO
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vol.3 pag.36

LEALISSIMO.
Definiz: Superl. di Leale. Lat. fidelissimus, fidissimus. Gr. πιστότατος.
Esempio: Bocc. nov. 2. 2. In Parigi fu un gran mercatante, e buono uomo, il quale fu chiamato Giannotto di Civigni lealissimo, e diritto.
Esempio: E Bocc. nov. 18. 10. Il conte, il quale lealissimo cavaliere era, con gravissime riprensioni cominciò a morder così folle amore.
Esempio: E Bocc. nov. 71. 3. Era nelle prestanze de' danari, che fatte gli erano, lealissimo renditore.
Esempio: Fr. Iac. Cess. Un mercatante lealissimo pur dicendo, che quel deposito non avea ricevuto.

443) Dizion.4° Ed. .
LEALMENTE
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vol.3 pag.36

LEALMENTE.
Definiz: Avverb. Con lealtà. Lat. fideliter, fidè. Gr. πιστῶς.
Esempio: Bocc. nov. 38. 3. I tutori del fanciullo insieme colla madre di lui bene, e lealmente le sue cose guidarono.
Esempio: Nov. ant. 57. 3. Io vi prometto lealmente, ch'io ve ne diliverróe.
Esempio: Cron. Vell. 31. Intesesi anche bene di mercatanzía, e fecela molto lealmente.
Esempio: E Cron. Vell. 65. Il feci fare camarlingo de' signori della moneta, il quale bene, e lealmente, e ad onore il fece.

444) Dizion.4° Ed. .
LEALTÀ, LEALTADE, e LEALTATE
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vol.3 pag.36

LEALTÀ, LEALTADE, e LEALTATE .
Definiz: Lat. fides, fidelitas. Gr. τὸ πιστόν, πιστότης.
Esempio: Fior. Virt. A. M. Lealtà sì è d'avere pura, e perfetta fede, e non mostrare mai una per un'altra.
Esempio: Bocc. nov. 2. 3. La cui lealtà veggendo Giannotto, gl'incominciò forte ad increscere, che ec.
Esempio: Cron. Morell. 363. Lealtà passa tutto, E con vertà fa frutto.
Esempio: Petr. cap. 4. Perfida lealtate, e fido inganno.
Esempio: Franc. Sacch. rim. Se tutte le virtù compiutamente Fossono in uno, e lealtà non fosse.
Esempio: Tass. Ger. 3. 40. Gildippe, e Odoardo amanti, e sposi, In valor d'arme, e 'n lealtà famosi.

445) Dizion.4° Ed. .
LEANZA, e LIANZA
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vol.3 pag.36

LEANZA, e LIANZA.
Definiz: Lealtà. Lat. fides, fidelitas. Gr. τὸ πιστόν, πιστότης.
Esempio: Amm. ant. G. 215. A' parenti porterai amore, e agli amici fede, e a tutti gli uomini leanza.
Esempio: Filoc. 2. 169. Questo è addivenuto per la gran leanza, la quale io ho trovato in te.
Esempio: Fav. Esop. E sotto pura fede di leanza tradisce, fa dannaggio, e misleanza.
Esempio: M. V. 9. 54. Rotta ogni leanza, e promessa al marchese predetto.
Esempio: Rim. ant. P. N. Re Enzo: Per un voler, ch'è somma d'ogni amanza Vera, ch'amor non è sanza leanza.
Esempio: Fr. Iac. T. 5. 25. 11. Che rotta gli ho la fede, e la lianza.

446) Dizion.4° Ed. .
LEARDO
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vol.3 pag.36

LEARDO.
Definiz: Si dice del Mantello di quel cavallo, che sia di color bianco. Lat. albus. Gr. λευκός.
Esempio: Bern. Orl. 2. 23. 48. Larbin di Portogallo ancor garzone Cavalca seco un gran destrier leardo.
Definiz: §. Si dice Leardo pomato, Leardo rotato, moscato, e simili; che sono diverse spezie di leardo.
Esempio: Ciriff. Calv. 4. 125. Leardo pomellato avea il mantello.
Esempio: Bern. Orl. 3. 7. 30. Eccone uscito un feroce destriero, Leardo, ed arrotato avea 'l mantello.

447) Dizion.4° Ed. .
LEBBRA
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vol.3 pag.36

LEBBRA.
Definiz: Scabbia in sommo grado, che fa bruttissima crosta in sulla pelle. Lat. lepra, elephantiasis. Gr. ἐλεφαντίασις.
Esempio: G. V. 1. 59. 2. Mondandolo della lebbra per virtù di Cristo.
Esempio: Esp. Vang. La lebbra ha un fiatore abominevole, e importabile, e corruttibile.
Esempio: Dant. Inf. 27. Ma come Gostantin chiese Silvestro Dentro Siratti a guarir delle lebbre ec.

448) Dizion.4° Ed. .
LEBBROLINA
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vol.3 pag.36

LEBBROLINA.
Definiz: Dim. di Lebbra.
Esempio: Vit. Benv. Cell. 222. Egli aveva una sua lebbrolina secca, la quale gli aveva usato le mani a grattar sempre.

449) Dizion.4° Ed. .
LEBBROSÍA
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vol.3 pag.36

LEBBROSÍA.
Definiz: V. A. Lebbra. Lat. elephantiasis. Gr. ἐλεφαντίασις.
Esempio: Fr. Giord. Pred. P. Chiunque è infermo di qualunque malattía, e catuna infertà hae suo nome; e però quale è detta lebbrosía, e quale febbre, e molte altre.

450) Dizion.4° Ed. .
LEBBROSO
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vol.3 pag.36

LEBBROSO.
Definiz: Infetto di lebbra. Lat. elephantiasi laborans. Gr. ἐλεφαντιακός.
Esempio: G. V. 4. 18. 6. E domandando al lebbroso, che volesse, disse.
Esempio: Coll. SS. Pad. Questo dichiara troppo bene l'esemplo de' dieci lebbrosi, che furon curati insieme.
Esempio: Dant. Inf. 29. Onde l'altro lebbroso, che m'intese, Rispose al detto mio.
Esempio: Pass. 134. Non dee essere (il confessore) ec. lebbroso, nè paralitico.

451) Dizion.4° Ed. .
LECCAMENTO
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vol.3 pag.36

LECCAMENTO.
Definiz: Il leccare. Lat. lambitus, Aurel. Vitt.
Esempio: Zibald. Andr. Non si contentano del solo leccamento de' piatti, ma vogliono empiere il ventre.

452) Dizion.4° Ed. .
LECCANTE
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vol.3 pag.36

LECCANTE.
Definiz: Che lecca. Lat. lambens. Gr. ὁ λείχων.
Esempio: Amet. 59. Mi sentì' da' piedi infino alla sommità del capo accendere in ogni parte di leccanti fiamme.

453) Dizion.4° Ed. .
LECCARDO
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vol.3 pag.36

LECCARDO.
Definiz: Ghiotto, Goloso. Lat. gulosus, helluo, lurco. Gr. λίχνος.
Esempio: Fr. Giord. Pred. R. Come fanno i leccardi, che solamente pensano ad obbedire le brame della gola, e del ventre.

454) Dizion.4° Ed. .
LECCARE
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vol.3 pag.36-37

LECCARE.
Definiz: Leggiermente fregare colla lingua. Lat. lambere, lingere. Gr. λείχειν.
Esempio: Dant. Inf. 17. E di fuor trasse La lingua, come bue, che 'l naso lecchi.
Esempio: E Dan. Inf. 30. E per leccar lo specchio di Narcisso, Non vorresti a 'nvitar molte parole.
Esempio: S. Ag. C. D. Non può star senza fame chi lecca il pan dipinto, e nol domanda dall'uomo, che ha il pan vero.
Definiz: §. I. Figuratam. per Buscare.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 49. E quando venía in Firenze, non guadagnando, ricorrea alcuna volta alle nozze, dove pure alcuna cosa leccava.
Esempio: E Franc. Sacch. rim. appresso: Chi va lecca, E chi si sta si secca.
Definiz: §. II. Leccare, diciamo anche per Toccare poco, e leggiermente. Lat. leviter attingere, leviter perstringere. Gr. ἀγροθιγῶς ἅπτειν.
Esempio: Lab. 82. Prima le parti superficiali andò leccando.
Esempio: Amet. 10. Siccome la fiamma si suole nella superficie delle cose unte con subito movimento gittare, e quelle leccando, leccate fuggire, e poi tornare.
Definiz: §. III. Leccare, e non mordere; modo proverbiale, che vale Contentarsi d'un onesto guadagno. Lat. tondere, non deglubere.
Definiz: §. IV. A can, che lecchi cenere, non gli fidar farina. A gatto, che lecca spiede, non gli fidare arrosto; sono proverbj significanti, che A chi toglie il poco, e cattivo, non è da fidare l'assai, e 'l buono.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 91. Averebbono ben tolto altro; perchè cane, che lecchi cenere, non gli fidar farina.
Esempio: Alleg. 178. Non gli fidar farina Al can, che lecca cenere, direte, Tu se' scolare, e cortigiano, e prete.
Definiz: §. V. Leccarsi le dita d'alcun cibo; si dice quando piace estremamente. Lat. digitos lingere. Gr. καθεστίειν δακτύλους.
Esempio: Morg. 25. 317. Un altro è appellato Cinamulgo, Del qual chi 'l mangia le dita si lecca.
Esempio: Bern. rim. 1. 46. Consiste in essa (gelatina) una virtute unita Dalla forza del pepe, e dell'aceto, Che fa, che l'uom se ne lecca le dita.
Esempio: E Ber. rim. 1. 57. E quelle torte, Delle quali io mi lecco ancor le dita.
Definiz: §. VI. E figuratam. Leccarsi le dita d'alcuna cosa; si dice per espressione di somma compiacenza in checchessia. Lat. magnâ affici voluptate, voluptate colliquescere. Gr. ἡδονῇ τήκεσθαι.
Definiz: §. VII. Egli è come leccar marmo; si dice quando alcuno s'affatica in cosa da non riuscirgli.
Esempio: Malm. 1. 23. E tenevano il lor tanto in rispiarmo, Ch'egli era giusto come leccar marmo.

455) Dizion.4° Ed. .
LECCATAMENTE
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vol.3 pag.37

LECCATAMENTE.
Definiz: Avverb. Affettatamente. Lat. nimis studiose. Gr. περιέργως.

456) Dizion.4° Ed. .
LECCATO
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vol.3 pag.37

LECCATO.
Definiz: Add. da Leccare.
Esempio: Amet. 10. Siccome la fiamma si suole nella superficie delle cose unte con subito movimento gittare, e quelle leccando, leccate fuggire, e poi tornare.
Definiz: §. Aggiunto a parlare; vale Affettato. Lat. nimis studiosus.
Esempio: Fir. As. 52. Acciocchè questo mio Agnolo ec. fruisca la piacevolezza del tuo leccato parlare.

457) Dizion.4° Ed. .
LECCATORE
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vol.3 pag.37

LECCATORE.
Definiz: Che lecca, Leccardo, Parasito, Ghiottone, Scroccone. Lat. catillo, parasitus, helluo, propino. Gr. λίχνος, παράσιτος, λαίμαργος.
Esempio: Buon. Fier. 3. 2. 15. Leccator di scodelle, Sparecchiator di piatti, Fatti 'n là; che begli atti!
Esempio: Lasc. Parent. 1. 2. Questi pappatori, questi leccatori, questi beoni non hanno nè amor, nè fede.

458) Dizion.4° Ed. .
LECCATURA
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vol.3 pag.37

LECCATURA.
Definiz: Leccamento, Il leccare. Lat. lambitus.
Definiz: §. Per similit. Leggier ferita in pelle. Lat. vulnus leve. Gr. τραυμάτιον.
Esempio: Varch. stor. 11. 350. Ebbe tre ferite in sul braccio sinistro, una buona, e due leccature.

459) Dizion.4° Ed. .
LECCETO
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vol.3 pag.37

LECCETO.
Definiz: Luogo pien di lecci, Bosco di lecci. Lat. ilicetum. Gr. πρινών.
Esempio: Libr. cur. malatt. Questi cotali funghi si trovano ne' lecceti, e ne' querceti.
Definiz: §. Per metaf. Intrigo, Viluppo. Lat. labyrinthus. Gr. λαβύρινθος.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 180. Le parole conducono spesse volte gli uomini nel lecceto in tal forma, che chi ha mosso, riceve parole, che son peggio che spuntonate.
Esempio: Fir. Trin. 3. 6. Questa sarà bella! oh io sono entrato nel bel lecceto!
Esempio: Segr. Fior. Cliz. 5. 2. Io credo, che tu creda, ch'e' m'incresca di te, e di me, che sono per tuo amore entrato in questo lecceto.
Esempio: Cecch. Dissim. 3. 1. Entrava in un lecceto da non uscire a mia posta.

460) Dizion.4° Ed. .
LECCHERÍA
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vol.3 pag.37

LECCHERÍA.
Definiz: V. A. Leccornía, Lecconería. Lat. cupediae. Gr. λιχνεία.
Esempio: Tratt. pecc. mort. Di grande lecchería di gola avviene, che l'uomo, ch'è forte, e sano ec. chiede la vivanda come bestia muta.

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