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Volume 3 - Dizionario 4° Ed.
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421) Dizion.4° Ed. .
LAUREO
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vol.3 pag.34

LAUREO.
Definiz: V. L. Add. di Lauro. Lat. laureus. Gr. δάφνινος.
Esempio: Bocc. vit. Dant. 263. Lo sforzarsi ad avere di quelle frondi, il frutto delle quali l'ha nutricato, niuna altra cosa ne mostra, che l'ardente desiderio avuto da lui ec. della corona laurea.
Esempio: Montem. son. 14. Laurea dolce, e gloriosa fronde, Di cui già Febo trionfar solía.

422) Dizion.4° Ed. .
LAUREOLA
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vol.3 pag.34

LAUREOLA.
Definiz: Spezie di frutice, che nasce in luoghi ombrosi, ed ha le foglie perpetue, o simili a quelle dell'ulivo. Lat. laureola. Gr. δαφνοειδές.
Esempio: Cr. 6. 69. 1. Laureola è un'erba molto lassativa, ed è calda, e secca nel quarto grado, il cui frutto, ovvero seme, è ritondo, rossiccio, ec.
Esempio: E Cr. appresso: Il cui frutto, ovvero seme è ritondo, rossiccio, ec. più lassativo, che la laureola, bench'ella sia lassativa molto.

423) Dizion.4° Ed. .
LAURETO
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vol.3 pag.34

LAURETO.
Definiz: Luogo pieno d'allori, Boschetto d'allori. Lat. lauretum. Gr. δαφνών.
Esempio: Petr. canz. 30. 6. Ove l'aura si sente D'un fresco, e odorifero laureto.
Esempio: Menz. sat. 1. L'odorifero laureto Di Pindo a' più bei studj mi richiama.

424) Dizion.4° Ed. .
LAURINO
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vol.3 pag.34

LAURINO.
Definiz: Add. D'alloro. Lat. laurinus. Gr. δάφνινος.
Esempio: M. Aldobr. P. N. 81. Ugnere appresso d'olio laurino, di camamilla, ovvero d'olio di mandorle amare.
Esempio: Pallad. Marz. 11. Le bagnerai per tre dì il seme in olio laurino.

425) Dizion.4° Ed. .
LAURO
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vol.3 pag.34

LAURO.
Definiz: Alloro. Lat. laurus. Gr. δάφνη.
Esempio: Dant. Purg. 22. Simonide, Agatone, e altri piúe Greci, che già di lauro ornar la fronte.
Esempio: Com. Par. 1. E convertissi nell'albero chiamato lo lauro.
Esempio: Bocc. vit. Dant. 244. Perchè di lauro sien coronati i poeti.
Esempio: Petr. son. 208. L'aura, che 'l verde lauro, e l'aureo crine Soavemente sospirando muove.
Esempio: Tass. Ger. 17. 91. E sovente avverrà, che 'l crin si cigna Or di lauro, or di quercia, or di gramigna.

426) Dizion.4° Ed. .
LAUTAMENTE
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vol.3 pag.34

LAUTAMENTE.
Definiz: Avverb. Con lautezza. Lat. lautè. Gr. λαμπρῶς.
Esempio: Segn. Crist. instr. 3. 9. 7. Tanto più famelici di questo pane divino, quanto più ogni dì lautamente se ne pascevano.

427) Dizion.4° Ed. .
LAUTEZZA
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vol.3 pag.34

LAUTEZZA.
Definiz: Astratto di Lauto. Lat. lautitia, splendor, magnificentia. Gr. πολυτέλεια, δαψίλεια, μεγαλειότης.
Esempio: Fr. Giord. Pred. R. Se l'antica lodevole parsimonia de' Fiorentini vedesse ora la stomacosa lautezza delle mense.
Esempio: Cavalc. med. cuor. Questa poca presente, e momentanea tribulazione ci merita eccellenza, e lautezza di gloria in vita eterna.

428) Dizion.4° Ed. .
LAUTO
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vol.3 pag.34

LAUTO.
Definiz: Add. Magnifico, Splendido, Abbondante. Lat. lautus, magnificus, splendidus. Gr. πολυτελής, μεγαλεῖος, λαμπρός.
Esempio: Segn. Pred. 2. 6. Imitar le mosche, le quali corrono a chi fa mensa più lauta.

429) Dizion.4° Ed. .
LAUZZINO
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vol.3 pag.34

LAUZZINO.
Definiz: Auzzino. Lat. celeustes. Gr. κελευστής.
Esempio: Buon. Fier. 1. 3. 5. Via manigoldi, un remo Vi guarrà d'ogni male, Un lauzzin bestiale Sarà 'l medico vostro.

430) Dizion.4° Ed. .
LAZZERETTO
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vol.3 pag.34-35

LAZZERETTO.
Definiz: Spedale d'appestati, e Luogo, dove si guardano gli uomini, e le robe sospette di peste. Lat. loemocomium. Gr. λοιμοκομεῖον.
Esempio: Malm. 1. 48. Gustavo Falbi cavalier di petto Con Doge Paol Corbi or n'incammina Gl'incurabili tutti, e il lazzeretto.
Esempio: Gal. Sist. 262. Io credeva, che il lazzeretto se le dovesse scostare (dalla città) più che fosse possibile.

431) Dizion.4° Ed. .
LAZZERUOLA
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vol.3 pag.35

LAZZERUOLA.
Definiz: Frutto del lazzeruolo. Lat. mela hypomelis. Gr. ὑπομηλίς.
Esempio: Buon. Fier. 4. 5. 16. Vorrei, vorrei, vorrei due lazzeruole.

432) Dizion.4° Ed. .
LAZZERUOLO
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vol.3 pag.35

LAZZERUOLO.
Definiz: Azzeruolo. Lat. hypomelis. Gr. ὑπομηλίς.

433) Dizion.4° Ed. .
LAZZETTO
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vol.3 pag.35

LAZZETTO.
Definiz: Add. Dim. di Lazzo. Lat. subasper, austerus, acidulus. Gr. ὑποξύς.
Esempio: M. Aldobr. E perciocchè ell'è un poco lazzetta, sì conforta lo stomaco.

434) Dizion.4° Ed. .
LAZZEZZA
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vol.3 pag.35

LAZZEZZA.
Definiz: Asprezza di sapore. Lat. *acer, vis astrictoria, facultas astringendi. Gr. τὸ στυπτικόν.
Esempio: Cr. 5. 26. 4. E Avicenna dice, che le foglie loro sono di forte lazzezza (quì il T. Lat. ha: vehementis stypticitatis)

435) Dizion.4° Ed. .
LAZZITÀ, LAZZITADE, e LAZZITATE
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vol.3 pag.35

LAZZITÀ, LAZZITADE, e LAZZITATE .
Definiz: Lazzezza.
Esempio: Cr. 5. 12. 12. La sua operazione composta colla sua lazzitade conforta, e costrigne lo stomaco, e 'l ventre (parla delle mele)

436) Dizion.4° Ed. .
omografo. 1
LAZZO
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vol.3 pag.35

LAZZO.
Definiz: Pronunziato colle due ZZ di suon sottile, e rimesso. Sust. Atto giocoso, che muove a riso. Lat. gesticulatio. Gr. χειρονομία.
Esempio: Malm. 5. 67. E col lazzo del Piccaro Spagnuolo, Che dalla mensa vuol tutti lontani ec.
Definiz: §. Tenere il lazzo, e Reggere al lazzo; vale Secondarlo, Accordarsi a burlare. Lat. scenae servire, scenae obsecundare. Gr. παίγματι συνεπινεύειν.

437) Dizion.4° Ed. .
omografo. 2
LAZZO
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vol.3 pag.35

LAZZO.
Definiz: Pronunziato colle due ZZ di suono aspro, e gagliardo. Add. Di sapore aspro, e astrignente. Lat. stypticus, acidus, astrictorius. Gr. στυπτικός, ὀξύς.
Esempio: Cr. 2. 6. 5. Quello del frutto nel suo principio è più lazzo, e terrestro, ed ha bisogno di molta digestione.
Esempio: E Cr. 5. 9. 3. Le cornie di lor natura son molto afre, e lazze, e quanto meno son nere, tanto sono più afre.
Esempio: Dant. Inf. 15. Tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico.
Esempio: Pataff. 6. Non va dal gozzo in giù la sorba lazza.
Esempio: Amet. 47. L'eccelso ciriegio, ed il lazzo sorbo, ed il fronzuto corbezzolo, e l'alto faggio, ed il pallido, e crespo busso.

438) Dizion.4° Ed. .
omografo. 1
LE
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vol.3 pag.35

LE.
Definiz: Voce di genere femm. dell'articolo La, e del numero del più; s'usa ne' medesimi modi appunto, che La articolo, scrivendosi avanti a consonante sempre distesa, e segnandosi di apostrofo innanzi a vocale comunemente. Pure se la seguente vocale da due consonanti seguíta sia, alcuni usano di segnare coll'apostrofo il principio di tal voce, anzichè la particella. Gr. αἱ, τάς.
Esempio: Bocc. nov. 42. 5. Siccome generalmente tutte le femmine in quella isola sono.
Esempio: E Bocc. num. 7. E non conoscendo le contrade ec. domandò la buona femmina, dove ella fosse.
Esempio: Dant. Par. 2. Le distinzion, che dentro di se hanno, Dispongono a' lor fini, e lor semenze.
Esempio: E Dan. Par. 4. Queste son le quistion, che nel tuo velle Pontano igualemente.
Esempio: Petr. son. 11. Pur mi darà tanta baldanza Amore, Ch'ivi discovrirò de' miei martirj Qua' sono stati gli anni, e i giorni, e l'ore.
Esempio: E Petr. 221. Le rive il sanno, e le campagne, e i boschi.
Esempio: E Petr. son. 228. Ma il vento ne portava le parole.
Definiz: §. Le, talora si pose anzi per vaghezza, che per bisogno.
Esempio: Bocc. nov. 78. 9. E quando ella venuta fu, il Zeppa facendole le carezze grandi ec. quella seco ne menò in camera.

439) Dizion.4° Ed. .
omografo. 2
LE
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vol.3 pag.35

LE.
Definiz: Voce del pronome Ella; è di genere femminino, e del numero del più, e si usa nell'accusativo. Lat. illas. Gr. αὐτάς.
Esempio: Bocc. nov. 19. 27. S'elle vi piacciono, io le vi donerò.
Esempio: E Bocc. nov. 41. 30. Comandarono, che alla nave apprestata le menassero di presente.
Esempio: Dant. Inf. 33. Tu ne vestisti Queste misere carni, e tu le spoglia.
Esempio: Petr. cap. 6. Ben le riconosco, Disse, e so quando il mio dente le morse.
Definiz: §. I. Le, nel numero del meno è dativo di Ella; e vale A lei. Lat. illi, ei. Gr. αὐτῇ.
Esempio: Bocc. nov. 41. 8. Che vergogna le potesse tornare.
Esempio: Dant. Par. 10. Non le dispiacque, ma sì se ne rise.
Esempio: Petr. son. 218. Mentre le parla, e piange, e poi l'abbraccia.
Definiz: §. II. Le, si prepone alle particelle MI, TI, SI, CI, VI.
Esempio: Bocc. g. 4. p. 4. Certi altri in altra guisa essere state le cose da me raccontate, che come io le vi porgo, s'ingegnano ec. di dimostrare.
Esempio: E Bocc. nov. 69. 11. Usa il beneficio della fortuna, non la cacciare, falleti incontro, e lei vegnente ricevi.
Esempio: E Bocc. nov. 77. 20. Raccomandalemi, e fatti con Dio.
Definiz: §. III. E si pospone alle altre ME, TE, SE, CE, VE.
Esempio: Bocc. nov. 29. 19. Le quali niuna altra persona conosco, che farmele possa avere, se non voi.
Esempio: E Fiamm. prol. 4. Se a' miei casi, che così poco stabili sono, i vostri simili divenissero ec. caro vi sarebbe, che io ve le rendessi.
Definiz: §. IV. Alla particella NE, talora si prepone, e talora si pospone.
Esempio: Bocc. introd. 52. Ne le fece una ghirlanda onorevole, ed apparente.
Esempio: E Bocc. nov. 78. 9. Dopo molte riconfermazioni fattelene dal Zeppa, credendol disse ec.
Definiz: §. V. Le, per Elle, usato nel caso retto del numero del più, si trova forse in alcun buono autore, ma parendo a' maestri poter essere scorso per errore de' copiatori, o delle stampe, sia a bastanza l'averne data tal notizia, senza altro di più.

440) Dizion.4° Ed. .
LEALE
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vol.3 pag.35-36

LEALE.
Definiz: Add. Fedele, Mantenitore delle promesse. Lat. fidelis, fidus. Gr. πιστός, ἀξιόπιστος.
Esempio: Bocc. nov. 21. 15. La quale, siccome leale compagna, avuto quel, che volea, diede all'altra luogo.
Esempio: E Bocc. nov. 33. 5. Uomo di nazione infima, ma di chiara fede, e leal mercatante.
Esempio: E Bocc. nov. 67. 12. Quale hai tu per lo migliore famigliare, e più leale?
Esempio: D. Gio. Cell. Uomo fedele, e leale quanto la morte.
Esempio: Cron. Vell. 17. Oggi è molto savio, intendente, e faccente, e assai industrioso, altiero, e propio, e molto ardito, leale, e diritto.
Esempio: Tass. Ger. 6. 90. Senza frapporvi alcun indugio appella Secretamente un suo fedel scudiero, Ed una sua leal diletta ancella.
Esempio: Cas. lett. 28. La mia ragione ec. è vinta dalla fraude, e dal torto di chi mi ha per modi poco legittimi, e leali spogliato del mio tant'anni.
Definiz: §. I. Per metaf.
Esempio: Pallad. cap. 17. E se v'intervenisse, che non fosse leale (il fondo della cisterna) e facesse crepature, che n'uscisse l'acqua, puoi riparare in questo modo.
Definiz: §. II. Diciamo: Leal come uno zingano, o Leale zingano; detto ironico, perciocchè gli zingani vivono d'inganni, e di giunteria.
Esempio: Cecch. Inc. 5. 9. Non dubitar, ch'i' sarò leal zingano.

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