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Volume 2 - Dizionario 4° Ed.
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481) Dizion.4° Ed. .
DENTATO
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vol.2 pag.71

DENTATO.
Definiz: Add. Che ha denti. Lat. dentatus.
Esempio: Bocc. lett. Pr. S. Ap. 317. Tu mi lavasti coll'acque fredde, io rasi te, non come io doveva, col coltello dentato.
Esempio: Alam. Colt. 2. 39. Son di mieter più modi; altri hanno in uso, Come i nostri Toscan, dentata falce.
Esempio: Red. Ins. 52. Veggonsi due lamette dentate, che paiono appunto due seghe.
Esempio: E Oss. an. 179. Trovansi in vicinanza della foce dell'esofago due ossetti romboidali aspri, e dentati.

482) Dizion.4° Ed. .
DENTATURA
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vol.2 pag.71

DENTATURA.
Definiz: Ordine, e Componimento de' denti. Lat. series dentium, dentes.
Esempio: Libr. cur. malatt. Questa polvere vale a far bianca, e pulita la dentatura.
Esempio: E Libr. cur. malatt. appresso: Quelli, che hanno forte dentatura, vivono ec.
Esempio: Libr. Masc. Guarda bene alla dentatura dello cavallo.
Esempio: Tratt. Cast. Siccome l'uomo dice: Chi addottrina puledro in dentatura Tener lo vuol tanto, come egli dura.
Esempio: Alleg. 58. La bella dentatura a voi non manca, S'egli ha la striscia bianca.

483) Dizion.4° Ed. .
DENTE
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vol.2 pag.71-72

DENTE.
Definiz: Uno di que' piccoli ossi, che sono in bocca, fitti nelle gengive. Lat. dens. Gr. ὀδούς .
Esempio: Bocc. introd. 9. Prima molto col grifo, e poi co' denti presigli, e scossigli alle guance ec.
Esempio: Petr. son. 82. Rode se dentro, e' denti, e l'unghie indura, Per vendicar suo' danni.
Esempio: Pallad. S. Ne' quattro anni mutano i denti canini.
Esempio: M. V. 8. 26. Con quattro denti canini lunghi da ogni parte della bocca.
Esempio: Morg. 19. 107. Allor Morgante ritirava a se Presto 'l battaglio, e 'n bocca glielo storse, E spezza i denti l'uno, e l'altro filo.
Esempio: Alam. Gir. 14. 155. Vedetel morto là non altrimenti Ch'un piccol garzoncel, che metta i denti.
Esempio: Bern. Orl. 1. 23. 32. Ma stropicciando l'un coll'altro dente, Fra se diceva: agli effetti mi serbo.
Definiz: §. I. Per metaf.
Esempio: Dant. Purg. 7. Quivi sto io co' parvoli innocenti, Da' denti morsi della morte, avante Che fosser dell'umana colpa esenti.
Esempio: E Dan. Par. 6. E quando il dente Longobardo morse La santa Chiesa, sotto alle sue ali, Carlo magno, vincendo, la soccorse.
Definiz: §. II. Per similit. si dice delle parti di molti strumenti, e d'altre cose fatte a quella similitudine. Lat. dens.
Esempio: Cr. 3. 7. 8. Ivi sono ordinati molti denti radi, e piccoli in ordine, nella parte di sopra del carro.
Esempio: E Cr. 5. 9. 2. Del suo legno (del cornio) perocch'egli è durissimo, e tenace, si fanno ottimi denti di mulino.
Esempio: Cant. Carn. 191. Benchè sega non è sì grande, e unta, E bene in ordin, come noi l'abbiamo, Limati i denti, e aguzzati in punta ec.
Definiz: §. III. Mostrare i denti, vale Mostrarsi ardito, coraggioso, e senza paura. Lat. contra audenter ire. Gr. ἀνσθιστάναι ἀνθιστάναι.
Esempio: Dant. Par. 16. L'oltracotata schiatta, che s'indraca Dietro a chi fugge, e a chi mostra il dente, Ovver la borsa, come agnel si placa.
Esempio: M. V. 9. 31. Tale gente ec. furono per natura vile, e codarda cacciare dietro a chi fugge, e dinanzi si dilegua a chi mostra i denti.
Definiz: §. IV. Toccar col dente, Sbattere il dente, Ugnere il dente, Dare il portante a' denti, Far ballare i denti, o simili, vagliono Mangiare; modo basso. Lat. arrodere. Gr. δαρδάπτειν.
Esempio: Morg. 4. 25. Dicea Rinaldo: or da toccar col dente Non credo, che si trovi insinchè fore Usciam del bosco.
Esempio: Malm. 4. 39. Sperando tutti tre d'ugnere il dente, E dire al corpo lor fatti capanna.
Definiz: §. V. Tener l'anima co' denti, vale Esser mal cubato, o mal concio da infermità. Lat. aegrotare. Gr. νοσεῖν.
Esempio: Lor. Med. canz. Non tien l'anima co' denti, Ch'un non n'ha per medicina?
Esempio: Lasc. Pinz. 1. 6. Benchè egli non sia troppo vecchio, tien l'anima co' denti.
Definiz: §. VI. Pigliarla co' denti, vale Mettersi a far qualche cosa contra uno rabbiosamente, e con ogni sforzo. Lat. obnixiè, mordicus aliquid aggredi.
Esempio: Cecch. Stiav. 3. 3. Perciocchè ella Non l'ha presa co' denti a modo mio.
Esempio: Tac. Dav. ann. 15. 217. Co' denti la presero Anneo Lucano, perchè Nerone sfatò, e proibì i suoi versi.
Esempio: Malm. 6. 7. Basta, ch'ella se l'è legata al dito, E l'ha presa co' denti, e se n'affanna.
Definiz: §. VII. Pigliare il morso co' denti, vale Stare ostinatissimo; metaf. presa da' cavalli. Lat. mordicus tenere, froenum mordere. Gr. ὀδὰξ κρατεῖν, χαλινοφαγεῖν, Callim.
Definiz: §. VIII. Dir checchè sia fuor de' denti, vale Dirlo con asseveranza, e con libertà. Lat. liberè, audacter, disertis verbis dicere. Gr. παῤῥησιάζειν.
Esempio: Tac. Dav. stor. 4. 337. Egli pauroso, e lento era in odio a' soldati, che dicevano fuor de' denti, avere egli lasciati uscire i Batavi di Maganza.
Esempio: Malm. 2. 74. Mio padre telo disse fuor de' denti.
Definiz: §. IX. Dir checchè sia fra' denti, vale Dirlo con voce bassa, o oscuramente, o in confidenza. Lat. mussitare.
Esempio: Alleg. 220. Fate in segreto pur, dite fra' denti.
Definiz: §. X. Rimanere a denti secchi, o asciutti, vale Rimanere senza mangiare.
Esempio: Buon. Fier. 2. 4. 22. E noi rimarrem quì a denti secchi.
Definiz: §. XI. Tenere altrui a denti secchi, vale Non gli dar da mangiare. Lat. victum non praebere.
Definiz: §. XII. E figuratam. Non dar nulla.
Esempio: Dittam. 5. 28. O mondo, tu ci tieni a denti secchi, Il più del tempo dandoci speranza, E con questa si muore, e tu c'invecchi.
Definiz: §. XIII. Stare a denti secchi, vale Stare senza operare, o non volendo, o non s'arrischiando, o non avendo modo. Lat. morari oscitanter. Gr. κατοκνεῖν.
Esempio: Salv. Granch. 3. 4. E starsi a denti secchi, e colle mani Cortesi, come un boto.
Esempio: Lor. Med. canz. Contentate gli appetiti, Non istate a denti secchi.
Definiz: §. XIV. Aver uno fra' denti, vale Averlo totalmente nelle sue forze, ch'e' se ne possa disporre, come si voglia. Lat. obnoxium habere.
Definiz: §. XV. E Avere uno fra' denti, vale talora, Ragionar di lui.
Definiz: §. XVI. Darsene infino a' denti, e Darne infino a' denti, detto proverb. che si dice quando due tencionano aspramente, e ruvidamente insieme, senza rispetto. Lat. mordicus decretare.
Esempio: Varch. Ercol. 76. Dicesi ancora, ma più volgarmente, fare una batosta, darsene infino a' denti, e fare a' morsi, e a' calci, e fare a' capegli.
Esempio: Libr. Son. 46. Pazzarel nidiace, Te ne darò ben io infino a' denti.
Definiz: §. XVII. Mentre l'uomo ha i denti in bocca, Non sa quello, che gli tocca, o simili, detto proverbiale, che vale, che Niuno si può promettere di sua ventura, mentre vive. Lat. nemo beatus ante diem dici, supremaque funera debet.
Esempio: Cecch. Mogl. 4. 2. In mentre che Tu hai denti 'n bocca, tu non puoi sapere Quel, che e' ti s'ha a toccare.
Definiz: §. XVIII. La lingua batte, o va dove il dente duole, proverb. esprimente, che Si ragiona volentieri delle cose, che premono, o che dilettano. Lat. ubi quis dolet, ibidem et manum habet. v. Flos 257.
Esempio: Pataff. 5. La lingua va dove gli duole il dente.
Esempio: Alleg. 36. Là, dove il dente duole, Batte la lingua ardita.
Definiz: §. XIX. Più vicino è il dente, che nessun parente, modo proverb. che vale, che Muovon più le cose proprie, che l'altrui. Lat. omnes sibi melius esse malunt, quam alteri. Gr. γόνυ κνήμης ἔγγιον.

484) Dizion.4° Ed. .
DENTE CANINO
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vol.2 pag.72

DENTE CANINO.
Definiz: Sorta d'erba. Lat. dens canis.
Esempio: Tes. Pov. P. S. Anco erba dente canino porta in sul dente, che duole, caccia la doglia.

485) Dizion.4° Ed. .
DENTE CAVALLINO
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vol.2 pag.72

DENTE CAVALLINO.
Definiz: Lat. dens caballinus.
Esempio: Cr. 6. 58. 1. Il iusquiamo è freddo, e secco nel terzo grado, ed è seme d'un'erba, che si chiama cassilagine, ovvero dente cavallino.
Esempio: Fr. Giord. Salv. Pred. 24. Onde il dente cavallino è veleno all'uomo, e la pernice, cioè la starna, se ne notrica.

486) Dizion.4° Ed. .
DENTECCHIARE
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vol.2 pag.72

DENTECCHIARE.
Definiz: Rosecchiare, Masticacchiare, Mangiar poco, e adagio, e senza appetito. Lat. ligurire, Terent. Gr. λιχνεύειν.
Esempio: Tes. Br. 5. 45. Incontanente (la donnola) corre al finocchio, ovvero alla cicerbita, e mangiane, ovvero ch'ella ne dentecchia.
Esempio: Pataff. 7. Poi rose il pretesemol dentecchiando (altri T. leggono: dentellando)
Definiz: §. Per metaf.
Esempio: Libr. Son. 137. Brucolin, che 'l Mugel tutto dentecchi (parla in ischerzo a Luigi Pulci allora camarlingo in Mugello)

487) Dizion.4° Ed. .
DENTELLIERE
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vol.2 pag.72

DENTELLIERE.
Definiz: Sottile, e piccol fuscello, o cosa simile, col quale si cava il cibo rimaso tra i denti; Stuzzicadenti. Lat. dentiscalpium. Gr. ὀδοντογλυφίς.
Esempio: M. Pier. Reg. B. V. Lo mentastro è lo miglior dentellier, che sia.
Esempio: M. Aldobr. Prendete una tastetta lunghetta di piuma, o uno dentelliere d'argento, mettetelvi bellamente.

488) Dizion.4° Ed. .
DENTELLO
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vol.2 pag.72-73

DENTELLO.
Definiz: Ornamento a guisa di denti, che va sotto la cornice. Lat. denticulus, Vitruv. Gr. ὀδόντιον.
Esempio: Vit. Barl. Fu menato in una città, che era sì grandissima, che non si potrebbe dire, che le mura erano di finissimo oro, e li cantoni, e li dentelli di pietre preziose.
Definiz: §. I. Dentello, si dice anche il Dente di alcuni strumenti. Lat. dens. Gr. ὀδούς.
Esempio: Cr. 3. 7. 9. Ogni spiga nell'entramento de' dentelli compresa si ragunerà.
Definiz: §. II. Dentello si dice anche Un lavoro, che fanno le donne coll'ago.

489) Dizion.4° Ed. .
DENTICCHIARE
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vol.2 pag.73

DENTICCHIARE.
Definiz: Lo stesso, che Dentecchiare. Lat. ligurire. Gr. λιχνεύειν.

490) Dizion.4° Ed. .
DENTICE
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vol.2 pag.73

DENTICE.
Definiz: Sorta di pesce di molta stima. Lat. dentex. Gr. συνόδους.
Esempio: Red. Oss. an. 172. In un dentice, in un'ombrina, in un grongo non solamente trovai verminoso ec. tutto il canale degli alimenti, ec.

491) Dizion.4° Ed. .
omografo. 1
DENTRO
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vol.2 pag.73

DENTRO.
Definiz: Avverb. Di luogo, così di stato, come di moto, e significa Nella parte interna. Lat. intus. Gr. ἔνδον.
Esempio: Bocc. nov. 4. 8. Chetamente andandosene alla cella, quella aprì, e entrò dentro.
Esempio: Filoc. 1. 75. Veggendo questo il Re, non potè dentro, per forza d'animo, ritenere le lagrime.
Esempio: Petr. son. 9. Ma dentro, dove giammai non s'aggiorna, Gravido fa di se 'l terrestre amore.
Esempio: E Petr. 28. Di fuor si legge, com'io dentro avvampi.
Esempio: E Petr. canz. 17. 3. Vedete, che madonna ha 'l cor di smalto Sì forte, ch'io per me dentro nol passo.
Esempio: Pass. 188. La mala volontade è radice, e cagione d'ogni peccato, che dentro, o di fuori si commette.
Esempio: E Passav. 201. E spezialmente di quelli, che sono occulti nel cuore, ne' desiderj ec. dentro, de' quali si trovano pochi discernitori.
Definiz: §. I. Risolvere o dentro, o fuora; vale Risolvere assolutamente o sí, o no.
Definiz: §. II. Oggi si usa in forza di sust. come Nel mio dentro, cioè Nel mio interno. Lat. in me ipso. Gr. παρ'ἑμαυτῷ.

492) Dizion.4° Ed. .
omografo. 2
DENTRO
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vol.2 pag.73

DENTRO.
Definiz: Preposiz. che dinota la parte interna; per lo più s'accompagna al terzo caso, e vale In, Ne'. Lat. intra.
Esempio: Bocc. pr. 6. Esse dentro a' dilicati petti temendo, e vergognando tengono l'amorose fiamme nascose.
Esempio: E Bocc. introd. 26. Dentro alle mura della città di Firenze.
Esempio: Petr. canz. 21. 2. E le cagion del mio doglioso fine Non pur d'intorno avea, ma dentro al legno.
Definiz: §. I. Anche col quarto ottimamente s'adopera.
Esempio: Dant. Purg. 30. Così dentro una nuvola di fiori ec. Donna m'apparve sotto verde manto.
Definiz: §. II. E col secondo si trova eziandío.
Esempio: Bocc. nov. 15. 35. Costoro ec. fuggendosi, lui dentro dell'arca lasciarono racchiuso.
Esempio: Pass. 332. Avvegnachè non possa adoperare dentro alla mente per diretto, per indiretto puote ec. e se non dentro della porta, almeno dentro dagli antiporti, che sono i sentimenti.
Definiz: §. III. E al sesto si accompagnò talora.
Esempio: Bocc. concl. Esse, per non ingannare alcuna persona, tutte nella fronte portan segnato quello, che esse dentro dal loro seno nascoso tengono.
Esempio: Dant. Purg. 26. Come se tu non fossi ancora Di morte entrato dentro dalla rete.
Esempio: Petr. son. 43. E dentro dal mio ovil, qual fera, rugge.
Esempio: Omel. S. Gio. Grisost. Se tu domandi la coscenza di coloro, che ti lodano, troverrai appresso di ciascuno, che dentro da se di mille morti degno ti accuseranno.

493) Dizion.4° Ed. .
DENUDARE
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vol.2 pag.73

DENUDARE.
Definiz: Far nudo, Spogliare. Lat. nudare, spoliare. Gr. γυμνοῦν.
Esempio: Dant. vit. nuov. 32. E domandato non sapesse denudare le sue parole da cotal vesta.
Definiz: §. Per metaf. Scoprire, Palesare.
Esempio: Cosc. S. Bern. A tutta quella moltitudine saranno denudate, e manifeste tutte le sue inquitadi.

494) Dizion.4° Ed. .
DENUDATO
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vol.2 pag.73

DENUDATO.
Definiz: Add. da Denudare. Lat. nudatus, spoliatus. Gr. συλλῃσθείς.
Esempio: Vinc. Mart. lett. 9. Distruggano prima questi miei detrattori le ragioni scritte, che nel mio parere si allegano, e quando la mia opinione resti denudata, e senza appoggio di ragion nessuna, io mi contento, che si facciano interpreti della mia intenzione.

495) Dizion.4° Ed. .
DENUNZIA
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vol.2 pag.73

DENUNZIA.
Definiz: Dinunzia. Lat. denunciatio. Gr. εἰσαγγελία.

496) Dizion.4° Ed. .
DENUNZIARE
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vol.2 pag.73

DENUNZIARE.
Definiz: Dinunziare. Lat. denunciare. Gr. καταγγέλλειν.
Esempio: Fir. As. 292. Fu, secondo il costume della legge, citato il reo, e denunziata la causa all'accusatore.

497) Dizion.4° Ed. .
DENUNZIAZIONE
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vol.2 pag.73

DENUNZIAZIONE.
Definiz: Il denunziare. Lat. denunciatio. Gr. εἰσαγγελία.
Esempio: Com. Inf. 26. La guerra, che si fa contra 'l nimico, è lecitamente impresa per denunziazione.
Esempio: E Com. Inf. appresso: Nel primo caso è lecito d'usare ogni arte, perocchè per la denunziazione è tolto via il titolo dello 'nganno.
Esempio: But. Avvedendosi della cagione della denunziazione di quell'anime.

498) Dizion.4° Ed. .
DEO
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vol.2 pag.73

DEO.
Definiz: Lo stesso, che Dio; benchè nel singolare questa voce, che frequente negli antichi s'incontra, non sia per lo più in uso presso i moderni. Lat. Deus. Gr. θεός.
Esempio: Petr. canz. 5. 4. Turchi, Arabi, e Caldei, Con tutti quei, che speran negli Dei.
Esempio: E Petr. cap. 4. Veder preso colui, ch'è fatto Deo, Da' tardi ingegni rintuzzati, e sciocchi.
Esempio: Dant. Inf. 1. Al tempo degli Dei falsi, e bugiardi.
Esempio: E Dan. Purg. 15. Se tu se' sire della villa, Del cui nome ne' Dei fu tanta lite.
Esempio: E Dan. Inf. 21. Dal qual tu togliesti Forte a cantar degli uomini, e de' Dei.
Esempio: Com. Par. 1. È da sapere, che li poeti puosero, che in sul monte di Parnasso fossero le scienzie, e poneano ad esse uno Deo universale, nome Apollo, dal quale riceveano convento, e coronazione di quelle scienzie, nelle quali egli aveano studiato.
Esempio: Bern. Orl. 2. 28. 21. Fur portate due lance, ond'era ornato Il gran Tempio d'Amone antico Deo.

499) Dizion.4° Ed. .
DEPELARE
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vol.2 pag.73

DEPELARE.
Definiz: Lo stesso, che Dipelare. Lat. depilare. Gr. παρατίλλειν.
Esempio: Guitt. lett. 14. Non ardite ora di tenere leone, che voi già non pertene, e se 'l tenete, scorciate, ovver cavate lui coda, e oreglie, e denti, e unghi, e 'l depelate tutto.

500) Dizion.4° Ed. .
DEPENDENTE
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vol.2 pag.73

DEPENDENTE.
Definiz: Che depende. Lat. pendens, dependens. Gr. ἐγκρεμάμενος.
Esempio: Sagg. nat. esp. 44. Poichè tutti li susseguenti verso B, dependenti da più profonda immersione di canna si trova, che vanno successivamente diminuendosi.
Definiz: §. Figuratam. per Amico inferiore, Che ha qualche attenenza. Lat. cliens. Gr. πελάτης.
Esempio: Tac. Dav. stor. 1. 242. Molti per disegni proprj questo, o quello amico, o dependente bociavano, che succederebbe.

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