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Volume 2 - Dizionario 4° Ed.
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601) Dizion.4° Ed. .
DESINÉA
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vol.2 pag.79

DESINÉA.
Definiz: V. A. Desinare, nome. Lat. prandium. Gr. ἄριστον.
Esempio: Nov. ant. 79. 1. Fue alla desinéa, poi, levate le tavole, menarollo a donneare.
Esempio: M. V. 4. 39. Avendo ordinato la desinéa alla gran badía di Chiaravalle.

602) Dizion.4° Ed. .
DESINENZA
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vol.2 pag.79

DESINENZA.
Definiz: Terminazione; e dicesi per lo più di voci, versi, o periodi. Lat. finis, terminatio. Gr. τέλος, τελευτή.

603) Dizion.4° Ed. .
DESÍO
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vol.2 pag.79

DESÍO.
Definiz: Disío. Lat. cupiditas, desiderium. Gr. ἐπισθυμία ἐπιθυμία.
Esempio: Fir. Luc. 4. 4. Vi so dire, che si ricorda di me, ch'è un desío.
Esempio: Buon. rim. 16. Stolto chi per desío fallace, e ingordo D'una vera beltade, incontro al dardo Sen' va d'amor, cieco al suo bene, e sordo.
Definiz: §. Per metaf.
Esempio: Guar. Past. Fid. 5. 7. E 'n questo vecchio tronco É più, che fosse mai, verde il desío.

604) Dizion.4° Ed. .
DESIORE
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vol.2 pag.79

DESIORE.
Definiz: V. A. Desío. Lat. cupiditas, desiderium. Gr. ἐπισθυμία ἐπιθυμία.
Esempio: Fr. Iac. T. 6. 8. 5. Dammi licenzia di me ferire, Che mò m'occido con gran desiore.

605) Dizion.4° Ed. .
omografo. 1
DESIOSO
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vol.2 pag.79

DESIOSO.
Definiz: Sust.
Esempio: Pataff. 9. Mostrando il desioso, e il berlingozzo (quì, secondo alcuni, vale il Membro virile)

606) Dizion.4° Ed. .
omografo. 2
DESIOSO
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vol.2 pag.79

DESIOSO.
Definiz: Add. Lo stesso, che Disioso.

607) Dizion.4° Ed. .
DESIRA
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vol.2 pag.79

DESIRA.
Definiz: V. A. Desire. Lat. desiderium. Gr. ἐπισθυμία ἐπιθυμία.
Esempio: Dant. rim. 18. E quei, che dal ciel quarto non si parte, Le dà l'effetto della mia desira.

608) Dizion.4° Ed. .
DESIRARE
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vol.2 pag.79

DESIRARE.
Definiz: Disirare. Lat. desiderare, precari. Gr. ἐπισθυμεῖν ἐπιθυμεῖν.
Esempio: Dant. Purg. 15. Che farem noi a chi mal ne desira, Se quei, che ci ama, è per noi condannato?
Esempio: E Dan. rim. 14. Quando egli è giunto là, ove 'l desira, Vede una donna, che riceve onore.

609) Dizion.4° Ed. .
DESIRE
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vol.2 pag.79

DESIRE.
Definiz: Desío. Lat. cupiditas, desiderium. Gr. ἐπισθυμία ἐπιθυμία.
Esempio: Petr. son. 15. Vero è, che 'l dolce mansueto riso Pure acqueta gli ardenti miei desiri.
Esempio: E Petr. 77. Gridando d'un gentil desire avvampo.
Esempio: Buon. rim. 33. La donna, che m'ha tolta La vita, ed ha sepolti i desir miei.
Definiz: §. Talora per la rima Desiro.
Esempio: Petr. son. 59. Sì crescer sento il mio ardente desiro.

610) Dizion.4° Ed. .
DESISTERE
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vol.2 pag.79

DESISTERE.
Definiz: Cessar di fare. Lat. desistere. Gr. λήγειν.
Esempio: Dant. Par. 30. Ma or convien, che 'l mio seguir desista.
Esempio: But. Desista, cioè: ma avale conviene, che si rimagna lo mio seguitare.

611) Dizion.4° Ed. .
DESOLARE
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vol.2 pag.79

DESOLARE.
Definiz: Disolare. Lat. desolare. Gr. ἐρημοῦν.
Esempio: Segn. Pred. 11. 7. Altrimenti qual dubbio, che tutto il mondo verrebbesi a popolare d'iniquità, che si diserterebbono i chiostri, che si desolerebbono i cleri ec.

612) Dizion.4° Ed. .
DESOLATISSIMO
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vol.2 pag.79

DESOLATISSIMO.
Definiz: Superl. di Desolato. Lat. maximè desolatus. Gr. μάλιστα ἐρημωσθείς μάλιστα ἐρημωθείς.
Esempio: Zibald. Andr. Con tante correríe lasciò tutto quel paese desolatissimo.

613) Dizion.4° Ed. .
DESOLATO
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vol.2 pag.79

DESOLATO.
Definiz: Add. da Desolare. Lat. desolatus. Gr. ἐρημωσθείς ἐρημωθείς.
Esempio: Dant. vit. nuov. 52. Io ancora lagrimando in questa desolata città scrissi a' principi della terra.
Esempio: Fr. Iac. T. 4. 26. 1. Cristo beato Di me desolato Aggi pietanza.
Esempio: Cas. Instr. Card. Caraff. 4. Ci pare di lasciare indietro ec. i paesi arsi, e desolati.

614) Dizion.4° Ed. .
DESOLAZIONE
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vol.2 pag.79

DESOLAZIONE.
Definiz: Disolazione. Lat. desolatio.
Esempio: D. Gio. Cell. lett. 26. Che potremo noi fare altro, se non di piangere la nostra desolazione?

615) Dizion.4° Ed. .
DESPETTO
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vol.2 pag.79

DESPETTO.
Definiz: V. L. Add. Vilipeso, Disprezzato. Lat. despectus.
Esempio: Fior. S. Franc. 2. Benchè già avesse disprezzato il mondo, e andando tutto despetto, e mortificato per la penitenza (così hanno alcuni mss.)

616) Dizion.4° Ed. .
DESPITTO
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vol.2 pag.79

DESPITTO.
Definiz: Dispitto. Lat. despicatus, us. Gr. καταφρόνησις.
Esempio: Dant. Inf. 14. Come avesse l'inferno in gran despitto.
Esempio: Petr. son. 81. Rise fra gente lagrimosa, e mesta, Per isfogare il suo acerbo despitto.

617) Dizion.4° Ed. .
DESPOTO
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DESPOTO.
Definiz: Signore di dignità riguardevole nell'imperio Greco, Dispoto. Lat. despota. Gr. δεσπότης.
Esempio: G. V. 8. 50. 2. Alla fine tornaro sopra le terre del despoto, cioè il reame di Macedonia.

618) Dizion.4° Ed. .
DESSO
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vol.2 pag.79

DESSO.
Definiz: Pronome asseverativo. Quello stesso, Quel proprio. Usasi propriamente co' verbi Essere, e Parere. Lat. ipse. Gr. αὐτός.
Esempio: Bocc. nov. 12. 16. Parendomi voi pur desso, m'è venuto stasera forse cento volte voglia d'abbracciarvi.
Esempio: E Bocc. nov. 83. 4. Hai tu sentito stanotte cosa niuna? tu non mi par desso.
Esempio: E Bocc. nov. 98. 21. Che i parenti suoi non la dieno prestamente ad un altro, il quale forse non sarai desso tu.
Esempio: Dant. Inf. 28. Gridando: questi è desso, e non favella.
Esempio: Petr. son. 291. Ch'i' grido: ell'è ben dessa, ancora è in vita.
Definiz: §. Non esser più quel desso, vale Cangiarsi dal suo solito.
Esempio: Malm. 11. 2. E n'ho sì gran terror, ch'io vi confesso, Che mai più de' miei dì sarò quel desso.

619) Dizion.4° Ed. .
DESTAMENTO
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vol.2 pag.79

DESTAMENTO.
Definiz: Il destare, Il risvegghiare. Lat. excitatio.
Esempio: M. V. 4. 69. Onde avviene, come fortuna guida le cose, infino al pubblico destamento del popolo si pena a provvedere.

620) Dizion.4° Ed. .
DESTARE
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vol.2 pag.79-80

DESTARE.
Definiz: Svegghiare, Risvegghiare, Guastare, e rompere il sonno. Lat. expergefacere, somno excitare. Gr. διεγείρειν.
Esempio: Petr. son. 8. La donna, che colui, ch'a te ne 'nvia, Spesso dal sonno lagrimando desta.
Esempio: Dant. Inf. 4. Ruppemi l'alto sonno nella testa Un greve tuono sì, ch'io mi riscossi, Come persona, che per forza è desta.
Esempio: Bocc. nov. 21. 15. Lui destò, ed egli incontanente si levò in piè.
Esempio: Sen. ben. Varch. 5. 23. Alcuni, per fargli destare, non bisogna dar loro, ma basta scuotergli.
Definiz: §. I. Per metaf. Far vivo, Ravvivare, Eccitare. Lat. excitare.
Esempio: Petr. canz. 8. 6. Che 'l mio cuore a virtute Destar solea con una voglia accesa.
Esempio: E Petr. son. 26. Levata era a filar la vecchierella Discinta, e scalza, e desto avea il carbone.
Esempio: Bocc. nov. 12. 15. Il concupiscibile appetito avendo desto nella mente, ricevuto l'avea.
Esempio: E Bocc. nov. 16. 1. Quante volte alcuna cosa si parla, tante è un destare delle nostre menti.
Esempio: E Bocc. nov. 96. 10. Si sentì nel cuor destare un ferventissimo disidero di piacer loro.
Esempio: Dant. Purg. 18. L'animo, ch'è creato ad amar presto, Ad ogni cosa è mobile, che piace, Tosto che dal piacere in atto è desto.
Esempio: Sen. ben. Varch. 5. 12. Tentano come uno ha sottile ingegno, destano l'animo, e lo fanno attento.
Definiz: §. II. In signific. neutr. pass. Lat. expergisci, expergefieri. Gr. διεγείρεσθαι.
Esempio: Bocc. nov. 86. 14. Pinuccio destati, torna al letto tuo ec. alla fine pur sentendosi dimenare, fece sembiante di destarsi.
Definiz: §. III. Destare figuratam.
Esempio: Libr. Son. 20. Rendi la spada a Marte, E desta il breviare a mattutino, Ch'egli ha già fatto più, che 'l sonnellino.
Esempio: Fir. As. 241. Messisi in arnese di tutto quel, che a gravi, e buoni religiosi fosse convenevole, e desti i breviarj, e i paternostri, che già avean dormito un pezzo ec. si misero in viaggio.
Definiz: §. IV. Destare il can, che dorme.
v. CANE §. XV.
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