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Volume 1 - Dizionario 4° Ed.
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481) Dizion.4° Ed. .
ACCELERATO
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vol.1 pag.27

ACCELERATO.
Definiz: Add. da Accelerare. Lat. acceleratus, festinatus.
Esempio: Pass. 177. La quartadecima condizione, che dee aver la confessione, si è accelerata, che altri si confessi tosto fatto il peccato.
Esempio: Guicc. st. 11. Li conservava ordinati, benchè camminassero con passo accelerato.
Definiz: §. Accelerato: Si dice di moto contrario del moto equabile.
Esempio: Gal. Dial. mot. Si verifichino nel moto de i gravi naturalmente descendenti, e accelerati.

482) Dizion.4° Ed. .
ACCELERATORE
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vol.1 pag.27

ACCELERATORE.
Accelerativo.
483) Dizion.4° Ed. .
ACCELERAZIONE
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vol.1 pag.27

ACCELERAZIONE.
Definiz: Acceleramento. Lat. festinatio.
Esempio: Zibald. Andr. Con impensata accelerazione sopraggiunsero non aspettati.
Esempio: Gal. Dial. sist. 157. Si è contentato di render la ragione dell'accelerazione.

484) Dizion.4° Ed. .
ACCELLENTE
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vol.1 pag.27

ACCELLENTE.
Definiz: Per Eccellente. V. A.
Esempio: Coll. SS. Pad. È molto accellente più che non è la soprabbondanza.

485) Dizion.4° Ed. .
ACCENDENTE
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vol.1 pag.27

ACCENDENTE.
Definiz: Che accende. Lat. accendens. Gr. καίων.
Esempio: Cr. 4. 40. 2. Alcuni accendenti le fiaccole, nel mosto le spengono.

486) Dizion.4° Ed. .
ACCENDERE
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vol.1 pag.27

ACCENDERE.
Definiz: Mettere, o Appiccar fuoco a checchè si sia. Lat. accendere, inflammare. Gr. καίειν.
Esempio: Bocc. nov. 22. 7. Fatto con la pietra, e con l'acciaio, che seco portato avea, un poco di fuoco, il suo torchietto accese.
Esempio: E Bocc. nov. 62. 11. Si fece accendere un lume, e dare una radimadia.
Definiz: §. I. Per similit.
Esempio: Petr. canz. 3. 1. Ma poi che 'l Cielo accende le sue stelle.
Esempio: Dant. Par. 2. Rivolto ad essi, fa che dopo 'l dosso Ti stea un lume, che i tre specchi accenda.
Definiz: §. II. Per metaf. Muovere, Eccitare, e dicesi d'alcuni affetti dell'animo.
Esempio: Bocc. nov. 23. 12. Disiderosa di volerlo più accendere, e certificare dell'amore, che ella gli portava.
Esempio: E Bocc. nov. 33. 3. In ferventissimo furore accende l'anima nostra.
Esempio: E Bocc. nov. 41. 30. Avendogli prima con molte parole al suo proponimento accesi.
Esempio: Dant. Par. 3. A quel, ch'accese amor tra l'uomo, e 'l fonte.
Definiz: Talora da' Poeti si dice, accense.
Esempio: Petr. canz. 4. 9. Ma fui ben fiamma, ch'un bel guardo accense.
Esempio: E Petr. son. 40. E spesso l'un contrario l'altro accense.
Esempio: Tac. Dav. st. 4. 345. Conficcando Eprio, col fatto, e coll'esempio gli accendeva contro gli animi de' padri.
Definiz: §. III. Far debitore, o creditore al libro, Piantar la partita. Lat. nomen facere.
Esempio: Cecc. Serv. Io non ho altro modo in somma, che trovare uno, che m'accenda questa partita.
Definiz: §. IV. In signif. neut. pass. Lat. accendi, inflammari. Gr. φλέγεσθαι.
Esempio: Bocc. nov. 5. 6. Tanto nel suo disío più accendendosi.
Esempio: E Bocc. nov. 9. Come disavvedutamente acceso s'era di lei, saviamente s'era da spegnere.
Esempio: E Bocc. nov. 33. 3. Nondimeno già con maggior danni s'è nelle donne veduto, perciocchè più leggiermente in quelle s'accende.
Esempio: Dant. Purg. 4. E questo è contra quell'error, che crede, Ch'un'anima sovr'altra in noi s'accenda (cioè: sopravvenga.)
Esempio: E Dan. Inf. 14. Onde la rena s'accendea, com'esca.
Definiz: §. V. Accendersi nella vista, nella faccia, nel viso ec. vale Infiammarsi, Divenir rosso per isdegno, o per altro.
Esempio: Petr. tr. 3. cap. 2. Rispose, e 'n vista parve, s'accendessi.
Esempio: Morg. 8. E poichè tutta nel viso s'accese ec.
Esempio: E Morg. 16. E mentre che così gli rispondea, S'accese tutta quanta nella faccia.

487) Dizion.4° Ed. .
ACCENDIBILE
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vol.1 pag.27

ACCENDIBILE.
Definiz: Atto ad accendersi. Lat. accendi facilis. Gr. καυστικός.
Esempio: Sagg. nat. esp. 266. Del resto tralle materie accendibili, la polvere d'archibuso si leva in fiamma.

488) Dizion.4° Ed. .
ACCENDIBILISSIMO
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vol.1 pag.27

ACCENDIBILISSIMO.
Definiz: Superl. di Accendibile. Lat. accendi facillimus. Gr. καυστικώτατος.
Esempio: Libr. cur. febbr. Sono corpi accendibilissimi al fuoco della febbre.

489) Dizion.4° Ed. .
ACCENDIMENTO
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vol.1 pag.27

ACCENDIMENTO.
Definiz: L'Accendere. Lat. incensio, inflammatio. Gr. καῦσις, φλόγωσις.
Esempio: Amet. 60. Questo non sarebbe altro, che un vano accendimento di più aspro fuoco.
Esempio: Cr. 2. 24. 1. La spinositade avvien per l'umido nutrimentale acceso, il quale è costretto d'andare dalla midolla alla corteccia per cagion del suo accendimento.
Definiz: §. Per metaf.
Esempio: Introd. virt. Spegne, e raffredda in te ogni caldo di lussuria, ogni fuoco d'ira, ogni accendimento d'avarizia.
Esempio: Amm. ant. 3. 9. 4. Chi al santo uomo s'accosta, per lo continuo vedere, per l'uso del parlare, per l'esemplo dell'operare prende accendimento in amore di vertù.

490) Dizion.4° Ed. .
ACCENDITOIO
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vol.1 pag.27

ACCENDITOIO.
Definiz: Mazza, o canna per uso di Accendere.
Esempio: Franc. Sacch. Rim. Le grate, e l'accenditoio de' lumini, Perchè il tuo loco più degno s'allumini.

491) Dizion.4° Ed. .
ACCENDITORE
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vol.1 pag.27

ACCENDITORE.
Definiz: Verbal. masc. Che accende. Lat. incensor.
Esempio: Com. Dant. Dovea essere virtuoso predicatore, e accenditore di diritta, e vera fede.

492) Dizion.4° Ed. .
ACCENDITRICE
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vol.1 pag.28

ACCENDITRICE.
Definiz: Verbal. femm. Che accende. Lat. *inflammatrix.
Esempio: Liv. dec. 3. E questo giovane, siccome una furia, e una faccellina accenditrice di questa guerra, ho in odio, e in abbominazione.

493) Dizion.4° Ed. .
ACCENNAMENTO
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vol.1 pag.28

ACCENNAMENTO.
Definiz: L'accennare. Lat. nutus, indicium. Gr. μήνυμα.
Esempio: M. V. 4. 66. Avvedendosi di questo gli ambasciadori, ed avendone alcun segreto accennamento di fuori da lui ec. (cioè: Sentore, Motto, Indizio.)

494) Dizion.4° Ed. .
ACCENNARE
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vol.1 pag.28

ACCENNARE.
Definiz: Far cenno. Lat. annuere, innuere, nutu significare. Gr. νεύειν.
Esempio: Dant. Inf. 3. Caron dimonio con occhi di bragia, Loro accennando, tutte le raccoglie.
Esempio: E Dan. Purg. 33. E dopo se, solo accennando, mosse Me, e la donna.
Esempio: Petr. son. 256. E 'l dolce sguardo, Che piagava il mio core, ancor l'accenna.
Definiz: §. I. Per Fingere, Mostrar di fare, Far vista, Far veduto. Lat. simulare, praeseferre.
Esempio: Petr. son. 144. Dove armato fier Marte, e non accenna.
Esempio: M. V. 8. 72. Accennavano di passare a lor posta, e donde lor ben paresse.
Definiz: §. II. Onde il proverbio: Accennare in coppe, e dare in danari, che è Mostrar di far una cosa, e farne un'altra: tolta la metaf. dal giuoco delle minchiate.
Esempio: Salv. Spin. Ch'e' non s'accenni in coppe, e vogliasi dare in danari.
Definiz: §. III. Per Dare qualche poco d'indizio di checchè sia, dicendone qualche parola. Lat. leviter attingere.
Esempio: Pass. 147. Di certi peccati occulti, ec. o tacciati, o sì cautamente s'accenni, e da lungi, che non s'insegni il male, che non si sa.

495) Dizion.4° Ed. .
ACCENNATO
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vol.1 pag.28

ACCENNATO.
Definiz: Add. da Accennare. Lat. indicatus. Gr. δειχθείς.
Esempio: Red. Oss. anim. 115. Sempre avvenne la morte colle stesse velocità accennate.
Esempio: Segn. Mann. Marz. 23. 5. Non ti si può dare altra legge, che l'accennata.

496) Dizion.4° Ed. .
ACCENNATURA
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vol.1 pag.28

ACCENNATURA.
Definiz: Accennamento, Cenno. Lat. nutus, indicium, indicatio.
Esempio: Zibald. Andr. Se ne accorsero per una accennatura, che ne fu a loro fatta.

497) Dizion.4° Ed. .
ACCENSIBILE
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vol.1 pag.28

ACCENSIBILE.
Definiz: Atto ad accendersi, Disposto ad accendersi.
Esempio: Tass. Gerus. 12. 45. E le faville S'appreser tosto all'accensibil esca.

498) Dizion.4° Ed. .
ACCENSIONE
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vol.1 pag.28

ACCENSIONE.
Definiz: Accendimento. Lat. accensio. (Quì è metaf.)
Esempio: Quist. filosof. c. 5. Ira è accensione d'offendere altrui.

499) Dizion.4° Ed. .
ACCENSO
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vol.1 pag.28

ACCENSO.
Definiz: Add. da Accendere ma solo del verso. Lat. incensus, inflammatus. Gr. πυρωθείς, καταφλεχθείς.
Esempio: Petr. canz. 18. 6. E 'nterrompendo quegli spirti accensi, A me ritorni, e di me stesso pensi.
Esempio: E Petr. son. 171. Per non trovarvi i duo be' lumi accensi.
Esempio: Fr. Iac. Tod. l'anima , che ci pensa, Allor diventa accensa Quando pate per lui.

500) Dizion.4° Ed. .
ACCENTO
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vol.1 pag.28

ACCENTO.
Definiz: Quella posa, che si fa nel pronunziar la parola, più in su una sillaba, che in sull'altre: e dicesi ancora a quella picciola linea, che dinota tal posa. Lat. accentus. Gr. προσωδία. v. Salv. Avvert. pr. vol.
Esempio: Pass. 315. Quali coll'accento aspro, e ruvido l'arrugginiscono.
Esempio: Buon. Fier. 1. 1. 2. Tal ch'un accento, Un titolo d'un i non mi s'occulti.
Definiz: §. Per Voce, Parola. Lat. vox, verbum. Gr. ῥῆμα.
Esempio: Petr. son. 242. Posto hai silenzio a' più soavi accenti, Che mai s'udíro.
Esempio: Dant. Inf. 3. Parole di dolore, accenti d'ira.

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