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257 274 367 527 0 1425 occorrenze
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81) Dizion.1° Ed. .
GRANMERCE
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pag.399

GRANMERCE.
Definiz: Parola ringraziatoria, di favore, o di cosa ricevuta da altrui.
Definiz: Lo diciamo anche a chi ci profferisce, che che si sia, ancorchè non l'accettiamo, ringraziandolo con tal parola. I Greci dicevano καλῶς ἔχει che vale in lat. Bene est, o vero bene se habet. Flos. c. 92. E perchè noi diciamo, s'io sto fresco, s'io son condotto. Lat. Si dijs placet.

82) Dizion.1° Ed. .
GUAGNELISTA
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pag.406

GUAGNELISTA.
Esempio: Com. Purg. 27. Questa boce, per le parole, che dice, si manifesta, che fue angelica, dicendola parola del guagnelista.

83) Dizion.1° Ed. .
H
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pag.411

H
Definiz: Non. Ha, appo i Toscani, suono veruno particolare, ma se ne servono, per difetto di caratteri, ponendola dopo 'l C, e G, quando, accoppiati, con l'E, ed I, voglion pronunziarle, con lo stesso suono, ch'elle si pronunzierebbono aggiunte all'A, O, U, come CHETO, CHINO, GHERONE, e GHIRO. Ha servito questo carattere, per tor via qualche equivoco, come, per distinguere HANNO verbo da ANNO nome, ed HA, HAI, ed HO verbi, da AI, articolo, affisso al segno del terzo caso, ed A preposizione. Potrebbesi acconciamente porre avanti al dittongo UO in principio di parola, per mostrare, che quello U sia vocale, e non consonante, mentrechè di questi due U non abbiam distinti caratteri, come nelle voci HUOMO HUOPO, HUOVA, acciò non si pronunzi con l'u consonante, UOMO, UOPO. Potrebbe aver qualche luogo, per segno d'aspirazione, come.

84) Dizion.1° Ed. .
omografo. 1
I
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pag.411

I
Definiz: Lettera vocale, amica dell'E, prendendosi spesso l'una, per l'altra, scambievolmente, come DISIO e DESIO, OFFERIRE e OFFERERE e, STIA e STEA. Quando è posta avanti un'altra vocale, si prendono quasi sempre quelle due vocali appo i Toscani, per dittongo, e si pronunziano in una sillaba sola, come PIANO, FIELE, PIOGGIA, FIUME: laqual proprietà ottiene ancora l'U vocale. Pronunziasi nondimeno, alle volte, per due sillabe, ma avviene più di rado, come SVIATO, FIATA, CHIUNQUE. Posta in mezzo della Z, e d'un'altra vocale, non patisce, che la Z, si raddoppi, come LETIZIA, ASTUZIA. Aggiugnesi frequentemente, per isfuggir l'asprezza della pronunzia, a tutte le voci comincianti da S, con la consonante appresso, e allora massimamente, quando la parola antecedente termina in consonante, come, per ischerzo, con ispirito.

85) Dizion.1° Ed. .
omografo. 2
I
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pag.412

I
Definiz: in cambio di LI articolo, quando la parola, a cui serve per articolo, cominci da consonante.

86) Dizion.1° Ed. .
IMBARDARE
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pag.414

IMBARDARE
Definiz: da BARDA, Propriamente varrebbe il metter le barde a' cavalli, qui innamorarsi, quasi legarsi, e invilupparsi nell'amore, come il caval nelle barde: parola da scherzo, e, in questo significato, quasi furbesca. L. alicuius amore corripi.

87) Dizion.1° Ed. .
IMPAZIENZIA
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pag.419

IMPAZIENZIA.
Esempio: Mor. S. Greg. Con una sola parola di rammarichío, e d'impazienza.

88) Dizion.1° Ed. .
INDIETRO INDIETRO
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pag.435

INDIETRO INDIETRO.
Definiz: La replica della parola, sottentra talora in luogo del superlativo, dove egli manca, e non si direbbe INDIETRISSIMO, TUTTISSIMO, ma si bene, TUTTO TUTTO, e TUTUTTO.

89) Dizion.1° Ed. .
INFINO AD ORA
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pag.441

INFINO AD ORA.
Esempio: E Bocc. nov. 23. 22. Infino ad ora, ti do la parola, che tu ne facci quello, che l'animo ti giudica, che ben sia fatto [infin qui]

90) Dizion.1° Ed. .
INGENERARE
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pag.445

INGENERARE.
Esempio: Pass. 308. Ingenerar legittimo frutto col seme della parola d'Iddio.

91) Dizion.1° Ed. .
omografo. 1
INNANZI
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pag.448

INNANZI.
Esempio: Bocc. n. 88. 9. Che pure una volta, dalla prima innanzi, non gli potè Biondello dire una parola. Qui diremmo anche, IN POI. Lat. praeter.

92) Dizion.1° Ed. .
INTENDEVOLE
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pag.456

INTENDEVOLE.
Esempio: Sen. Pist. Dire alcuna parola piana, e intendevole.

93) Dizion.1° Ed. .
INTERIEZIONE
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pag.457

INTERIEZIONE.
Esempio: Mor. S. Greg. Racha in lingua ebrea è una voce, la quale chiamano i gramatici interiezione, la quale dimostra l'animo dell'huomo irato, ma non caccia però appresso fuori la parola dell'ira conceputa dentro.

94) Dizion.1° Ed. .
INTERPRETATORE
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pag.458

INTERPRETATORE.
Esempio: Amm. ant. Essendo tu fedele interpetratore, non ti curar, d'esporre parola, per parola.

95) Dizion.1° Ed. .
INTERVENIMENTO
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pag.458

INTERVENIMENTO.
Esempio: Vit. Plut. La qual cosa fa parer veritiera quella parola, che si dice: che questi buoni intervenimenti la buona ventura gli dirizza.

96) Dizion.1° Ed. .
INVERTERE
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pag.462

INVERTERE.
Definiz: Parola in tutto latina. rivoltare, arrovesciare.

97) Dizion.1° Ed. .
IVIRITTA
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pag.467

IVIRITTA.
Definiz: lo stesso, che IVI, e la parola RITTA è riempitiva. proprietà di linguaggio.

98) Dizion.1° Ed. .
L
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pag.467

L
Definiz: LETTERA, Laquale ammette, dopo di se, ne' mezzi delle parole, e in diversa sillaba, tutte le consonanti, dalla N, e R in poi, come ALBA, FALCONE, FALDA, VOLGO, SALMA, ALPE, POLSO, SALTO, SELVA, CALZA. E, in tutti questi luoghi, i Toscani, nel pronunziarla, gli fanno, per più dolcezza, perdere alquanto di suono. Avanti di se, nel mezzo delle dizioni, riceve il B, C, F, G, P, R, S, T, come OBBLIGO, CONCLUDERE, CONFLITTO, GIGLIO, ESEMPLO, PARLAMENTO, SLUNGARE, ATLETA, il che sempre fa nella stessa sillaba, salvo, che con la R, con la quale s'accoppia in sillaba diversa, come ORLATO. Ma di rado si trova, appo la nostra lingua, dopo la B, C, F, T, come suono, assai, per sua durezza, fuggito. Dopo la G. poco è in uso, se però non seguita l'I, come GIGLIO, ilquale gli fa fare suono più schiacciato, o sottile, come si dice nella lettera G. Di rado si truova dopo la S, e anche in principio di parola, come SLEGARE: o vero ne' verbi composti, con la preposizione DIS, o MIS, come DISLEALE, MISLEALE. Accoppiata, col T avanti, non è suono di questa lingua, ma solo s'usa per le voci forestiere, non divenute ancor nostre affatto, come ATLANTE, ATLETA. Con tutte queste lettere avanti, perde alquanto di suono, salvo che con la R, e con la S, le quali gliele lasciano mantenere intero. Pronunziasi la S avanti alla L nel secondo modo, cioè, con suono sottile, o rimesso, quale è nella voce MUSA, come si dice nella lettera S. Raddoppiasi, dove è necessario, ne' mezzi della parola, come ANELLO, COLTELLO.

99) Dizion.1° Ed. .
LA ENTRO
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pag.468

LA ENTRO.
Definiz: ¶ Talora l'usiamo per lo stesso, che LA. e la parola entro è per ripieno, e aggiunto per leggiadria, e per proprietà di linguaggio.

100) Dizion.1° Ed. .
LEPORINO
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pag.481

LEPORINO.
Esempio: Com. Purg. c. 11. Altri di paura leporina, con la parola grosseggiando, mostrano uno ardir di leone.

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