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Diz.Diz.Diz.Diz.Lemm.totali
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257 274 367 527 0 1425 occorrenze
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101) Dizion.1° Ed. .
M
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pag.495

M
Definiz: lettera, sorella della N, prendendosi in cambio di essa, seguitandone B, o P, per miglior pronunzia, come LEMBO, EMPIO. Delle consonanti, nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, riceve dopo di se, il B, e 'l P, come GREMBO, AMPIO. Consente similmente in mezzo di parola, e in diversa sillaba, la L, R, S, come ALMA, ORMA, RISMA, quantunque la S si truovi di rado nel mezzo della parola, e sarà, per lo più, ne' verbi composti, con la preposizione DIS, come DISMETTERE: ma nel principio è più frequente, come SMANIA, SMARRITO. Profferiscesi la S, innanzi alla M, nel secondo modo, cioè, con sottil suono, e rimesso, come nella voce ROSA, conforme a quello, che si dice nella lettera S. Raddoppiasi nel mezzo della parola, quando egli occorre, come FEMMINA, MAMMA, ec.

102) Dizion.1° Ed. .
MATERNO
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pag.515

MATERNO.
Esempio: Bocc. n. 16. 31. Ne la soprabbondante pietà, e allegrezza materna, le permisero di potere alcuna parola dire.

103) Dizion.1° Ed. .
MENDACE
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pag.520

MENDACE.
Esempio: G. V. 6. 42. 1. Ma male sempre interpretare la parola mendace.

104) Dizion.1° Ed. .
METTERE
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pag.526-527

METTERE.
Definiz: ¶ Per cavare, ma con la parola, fuori. Lat. eximere.

105) Dizion.1° Ed. .
MISTERIALMENTE
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pag.534

MISTERIALMENTE.
Esempio: Vit. Cr. Dunque misterialmente, e non pertinacemente disse quella parola.

106) Dizion.1° Ed. .
MORALIZZARE
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pag.540

MORALIZZARE.
Esempio: But. Imperocchè non fu intenzion dell'Autore porre ogni cosa allegoricamente, ne io intendo ogni parola moralizzare,

107) Dizion.1° Ed. .
MORMORIO
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pag.541

MORMORIO.
Esempio: Mor. S. Greg. Al tempo della parola nascosa, e del divino mormorío, quando disse, ec.

108) Dizion.1° Ed. .
MOSSE
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pag.543

MOSSE.
Definiz: E dar le mosse a' tremuoti, si dice di coloro, senza la parola, e ordine de' quali, non si mette mano in cosa veruna: detto in ischerzo, che anche si direbbe Dar l'orma a' topi.

109) Dizion.1° Ed. .
MUSICA
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pag.548

MUSICA.
Esempio: Mor. S. Greg. Io non voglio, che, per lo nome della parola, noi intendiamo quell'organo della musica, lo quale è così appellato: imperciocchè non è da credere, che, in tanta afflizion di pene, questo santo usasse diletto di musica, conciossiach'egli è scritto. La musica nel pianto, è ingiuriosa narrazione.

110) Dizion.1° Ed. .
N
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pag.549

N
Definiz: lettera di suono simile alla M. Laquale si raddoppia, come l'altre consonanti, dove è mestiere, come PANNO, CENNO, ec. Posta dopo la G, perde una gran parte del suo suono, e quasi un'altra lettera ne diventa, e ciò addivien sempre nel mezzo della parola, e nella sillaba stessa: come AGNELLO. Può forse talora avvenir ciò, in principio di parola, ma molto di rado, e forse una volta, o due solamente, come GNAFFE, GNAU. Riceve dopo di se delle consonanti il C, D, F, G, S, T, V, Z, nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, e mantiene lo 'ntero suono: come BANCO, BENDA, ENFIATO, VANGELO, MENSA, VENTO, CONVITO, STANZA. Ammette avanti di se, in mezzo della parola, e in diversa sillaba, La R e S, come ARNIE, DISNEBBIARE, quantunque la S non si trovi mai in mezzo di parola, se non ne' verbi composti, con la preposizione DIS, ma nel principio più spesso, come SNODARE. E sempre si pronunzia la S, come avanti la N, nel suono più sottile, quale nella voce confusa, come si dice nella lettera S.

111) Dizion.1° Ed. .
NE
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pag.552

NE.
Definiz: ¶ L'usiamo eziandio davanti alla parola, VERO, per avverbio, che dimandi, e quasi si ricerchi testimonianza dal domandato, in confermazion del suo detto, e allato scriverle l'apostrofo, in cambio dell'E' per egli, che vi manca: va pronunziato dolcemente, sì come quando serve per proposizione e articolo, come ne' quali, cioè.
Definiz: ¶ Talora si mette in vece della preposizione IN, quando le segue appresso l'articolo, così masculino, come femminino, e così del numero del meno, come del più, e pronunziasi con l'E stretta: e quando subentra in tal luogo, si congiugne sempre con l'articolo, perciocchè la NE, come proposizione, per se sola, in questa lingua non si ritrova, e entra nel favellare in vece della IN, perchè la IN non si congiugne con articoli, se non con istroppio della pronunzia, ancorchè da alcuni sia stato tal volta, per necessità, usato nel verso: e dicesi: nella, nelle, nello, nelli: composti da IN e dall'articolo, come in il, in lo, in la, in le, in li, e se le raddoppia la consonante, faccendone tutta una parola, e dell'articolo e d'essa, forse a distinzione della negativa, che abbia anch'ella avanti l'articolo, ma non si congiunga con esso lei, come,
Esempio: Esempio del Compilatore ne la tua, ne la mia parola varrà, ne le loro parole, ne le nostre.
Definiz: E quando a nello seguita appresso parola, che cominci da consonante, si tronca, e lievaglisi il lo, e dicesi in cambio di nello, nel.
Definiz: ¶ Quando ha avanti parola, che cominci da una consonante, o da due, che si liquefacciano, si scrive NE' con l'apostrofo, come:
Definiz: ¶ Quando comincia da parola di due consonanti, che non si liquefacciano, come spirti, stimoli, si mantien, NEGLI, e simile da parola cominciante da tre consonanti, come, sproni, strabocchevoli, sdruccioli.

112) Dizion.1° Ed. .
NOCENTE
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pag.558

NOCENTE.
Esempio: Boc. n. 16. 19. Avendo, per alcuna parola di Currado, compreso qual fosse l'animo suo, verso i nocenti.

113) Dizion.1° Ed. .
NONA
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pag.559

NONA.
Definiz: ¶ Diciamo Far le none, o Sonar le none, forse per allusione alla parola NON, Che è, quando uno dubita, che un'altro non lo richiegga d'alcun servigio, comincia, prevenendo, a dire, che non può per più cagioni, far quella tal cosa.

114) Dizion.1° Ed. .
OBBLIGARE
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pag.564

OBBLIGARE.
Definiz: Costrignere a fare, e quasi legare, o per parola, o per iscrittura. Lat. obligare.

115) Dizion.1° Ed. .
OGNINDI
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pag.568

OGNINDI.
Definiz: Ogni dì, giornalmente, interpostavi la N. per farne una dizion sola, sì come, la S nella parola Ognissanti, da ogni santi. Lat. quotidie.

116) Dizion.1° Ed. .
OSO
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pag.581

OSO.
Esempio: Dan. Purg. 14. Forse la mia parola par troppo osa.

117) Dizion.1° Ed. .
OZIOSO
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pag.583

OZIOSO.
Esempio: Omel. S. Greg. Quella parola è oziosa, alla quale manca, o utilità di dirittura, o ragione di giusta necessità.
Esempio: G. V. 12. 7. 20. Si dolse, e di essa alcuna parola oziosa per una imposta [cioè vana]

118) Dizion.1° Ed. .
omografo. 1
P
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pag.583

P.
Definiz: Lettera, assai simile al B, e all'V consonante, con la quale molte voci si pronunziano scambievolmente, come COPERTA, COVERTA, SOPRANO, e SOVRANO. Consente, dopo si se, delle consonanti, nella medesima sillaba, la L, e R, e ne perde alquanto di suono, come PLACARE, APPLICAZIONE, PRATO, GINEPRO: quantunque con la L più di rado si truovi. Nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, ammette avanti di se la L, M, R, S, come alpe, TEMPO, CORPO, ASPIDO, benchè la S gli si ponga avanti ancora nel principio di dizione: come SPADA, SPINTA. La S avanti al P, si profferisce nel modo più comune, cioè col suono più intenso, quale è nella voce CASA, di che vedi nella lettera S. Raddoppiasi nel mezzo della parola, quando è necessario di farlo come CAPPA, STOPPA.

119) Dizion.1° Ed. .
omografo. 2
PARLARE
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pag.594

PARLARE.
Definiz: Sust. L'atto del parlare, e la parola stessa. Lat. colloquium, sermo, verbum.

120) Dizion.1° Ed. .
PARLATORE
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pag.594

PARLATORE.
Esempio: Retor. Tull. Se la parola sarae nella favella degnitosa, il parladore dicerà il detto suo, con levando, o con menando un poco la mano dritta.

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