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257 274 367 527 0 1425 occorrenze
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61) Dizion.1° Ed. .
DISSIMIGLIATO
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pag.291

DISSIMIGLIATO.
Esempio: Tes. Br. 7. 26. Ma se la parola è divisata, e dissimigliata dall'esser di colui, che la dice, tutte le genti se ne gabberanno.

62) Dizion.1° Ed. .
DOMINABILE
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pag.302

DOMINABILE.
Esempio: Vit. Plut. Era in tutto la parola di Focione bene avvisata in consigli utili, ed era dominabile, ardito, senza lusinghe, e presto.

63) Dizion.1° Ed. .
DOTTARE
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pag.305

DOTTARE.
Esempio: Sen. Pist. Sanza fallo da dottare è, ch'io non prenda la parola alla trappola, o che il mio libro non manuchi il cacio.

64) Dizion.1° Ed. .
DOTTOSO
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pag.306

DOTTOSO.
Esempio: E Tes. Br. altrove. L'huomo fa nel cuor suo alcuna falsa sembianza, o alcuna parola di dottosa significazione.

65) Dizion.1° Ed. .
DUAGIO
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pag.307

DUAGIO.
Definiz: Lo stesso, che Doagio Città di Fiandra, dalla quale anticamente ci veniva una spezie di panno, dal nome della Città, chiamato Doagio. Qui scherza sopra la parola DUAGIO, quasi, rappresentando per essa, il numero due, come cosa fine. onde seguitò treagio, e quattragio, come di più finezza.

66) Dizion.1° Ed. .
ENTRANTE
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pag.315-316

ENTRANTE.
Esempio: Lib. Am. O parola più entrante d'ogni coltello.

67) Dizion.1° Ed. .
omografo. 1
ESSERE
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pag.321-322

ESSERE.
Definiz: ¶ Coniugato con le particelle BENE, o MALE, senza aggiunto d'altra parola, che l'aiuti (usitato modo del buon secolo) vale essere in grazia, e disgrazia, a grado, e a disaggrado, grazioso, e odioso, amato, e disamato.

68) Dizion.1° Ed. .
EVANGELIO
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pag.324

EVANGELIO.
Esempio: Bocc. n. 27. Perchè non seguitano la parola dell'evangelio?

69) Dizion.1° Ed. .
EX POPOSITO EX PROPOSITO
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pag.324

EX POPOSITO EX PROPOSITO.
Esempio: Bocc. nov. 9. 1. Una parola molte volte per accidente, non che exproposito detta, l'ha operato.

70) Dizion.1° Ed. .
F
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pag.324

F
Definiz: Lettera, la quale, nel pronunziarsi, è assai simile all'V consonante, per essere amendune molto aspirate. Riceve dopo di se, nel mezzo della parola, e nella stessa sillaba, le consonanti L e R, e vi perde alquanto di suono, come AFFLITTO, FRESCO: ma riceve la L molto più di rado, come suono alquanto malagevole alla nostra pronunzia. Ammette avanti di se la L, N, R, S, in mezzo della parola, e in diversa sillaba, come ALFIERE, ENFIATO, FORFORA, DISFATTO, ma la S se le pone avanti molto più frequentemente nel principio, come SFERZA, SFORZO: e pronunziasi la S avanti alla F nel primo modo, e più comune, come nella voce CASA, conforme a quello, che si dirà nella lettera S.

71) Dizion.1° Ed. .
FANGO
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pag.329

FANGO.
Definiz: ¶ Diciamo in proverbio. Uscir del fango, Che vale, uscir d'intrighi, che anche diciamo lo stesso appunto con la parola SPELAGARE. Lat. coeno plantam evellere.
Definiz: Far delle sue parole fango, è il non mantener la parola, ne attener le promesse. Lat. fidem frangere.

72) Dizion.1° Ed. .
FARDELLO
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pag.330

FARDELLO.
Definiz: E far fardello, lo diciamo anche, in una parola AFFARDELLARE. Lat. consarcinare.

73) Dizion.1° Ed. .
FARE
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pag.330-332

FARE.
Esempio: Dan. Inf. c. 6. Per simil colpa, e più non fe parola.
Definiz: ¶ Con la parola DIRITTO in significato di GIUSTO, vale amministrar ragione, e giustizia. Lat. ius dicere. Gr. δικαιοσύνην ἐμποιεῖν. Fl. 82.
Definiz: ¶ Con la parola PUNTO in significato di POSA, fermare il parlare. Lat. pausam facere.
Definiz: ¶ Con la parola MALE, in signific. att. e col terzo caso dopo, vale offendere, uno, o pregiudicargli in qualunque si voglia cosa. Lat. obesse, officere, praeiudicium facere disse Arnobio, e con la parola BENE, il contrario. Lat. prodesse.
Definiz: ¶ Con la preposizione IN, avanti al caso, ch'egli ha dopo, l'usiamo, con la parola, BENE, o MALE, per guadagnare, o perdere. Lat. quaestum facere.

74) Dizion.1° Ed. .
FATTURA
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pag.335

FATTURA.
Definiz: ¶ Diciamo anche FACITICCIO, ma è parola bassa, e sempre in cattivo significato.

75) Dizion.1° Ed. .
FETIDO
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pag.343

FETIDO.
Esempio: Lab. n. 245. Più una fetida parola, nello 'ntelletto sdegnoso, adopera in una piccola ora, che mille, ec.

76) Dizion.1° Ed. .
FORMARE
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pag.358

FORMARE.
Esempio: E Petr. Son. 138. Ond'io non pote' mai formar parola.

77) Dizion.1° Ed. .
FORZA
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pag.361-362

FORZA.
Esempio: E Bocc. nov. 8. 7. Questa parola, ec. ebbe forza di fargli mutare animo.

78) Dizion.1° Ed. .
G
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pag.374

G
Definiz: lettera compagna del C, laquale, anch'ella, ha due suoni diversi, perchè posta avanti all'A, O, U, ha il suono più rotondo, come GALLO, GOTA, GUSTO e avanti all'E, ed I, ha il suono più sottile, o aspirato, come GENTE, GIRO; onde, per necessità di proprio carattere, per servircene nel primo suono con la E, e con l'I, pogniamo dopo la H, come GHERONE, GHIRO. Questo Gh, quando ne seguita l'I, ha anch'egli due suoni, l'uno più rotondo, e grosso, come GHIRLANDA, VEGGHI dal verbo vedere: l'altro più sottile, e schiacciato, il quale, per lo più, avviene, quando all'I segue un'altra vocale, come GHIANDA, GHIERA, VEGGHIA: e a cotali suoni, per isfuggire errore, sarebbe bisogno proprio carattere a ciascheduno. Delle consonanti riceve dopo di se, nella stessa sillaba, la L, N, R. Come NEGLETTO, GLORIA, EGLI, REGNO, INGRATO, GRETOLA: bene è vero, che dopo la L, dove non seguita l'I, per esser suono, per sua durezza sfuggito da questa lingua, si truova di rado. Quando alla L col G avanti, seguita l'I, intal caso ha due suoni: l'uno più rotondo, e grosso, come NEGLIGENTE, il quale non è molto ricevuto da noi: l'altro più sottile, o schiacciato, come GIGLIO, FOGLIO: e questo è nostro proprio. Aggiunto, come s'è detto, il G alla L, e N, gran parte gli fa perdere del suo suono, come AGLIO, RAGNA. Consente avanti di se La L, N, R. S nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, come VOLGO, VANGA, VERGA, DISGREGARE, benchè la S si trovi in mezzo di rado, e per lo più, in composizione, con la preposizione DIS. Ma nel principio di parola, più frequentemente, come SGARARE: e si pronunzia sempre la S avanti al G, nel secondo modo, cioè nel suono più rimesso, come nella voce ACCUSA. Raddoppiasi questa lettera nelle nostre voci molto spesso, come POGGIO, OGGI, ec.

79) Dizion.1° Ed. .
GIUBBETTO
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pag.389

GIUBBETTO.
Definiz: ¶ Per forche, dalla parola francese, Gibet.

80) Dizion.1° Ed. .
GIUBILARE
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pag.389

GIUBILARE.
Esempio: Cavalc. Fr. ling. Che questo giubilare s'appartenga propriamente all'altra vita, mostrasi per quella parola, che disse Dio a Iobbe.

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