Pagina d'entrata della Lessicografia della Crusca in rete


Vai direttamente a:

  1. Contenuti
  2. Menù di navigazione
  3. Dimensione dei caratteri

Volume 2 - Dizionario 4° Ed.
numero di voci per pagina:
21) Dizion.4° Ed. .
DA BANDA A BANDA
Apri Voce completa

vol.2 pag.3

DA BANDA A BANDA.
Definiz: Posto avverbilm. vale Da una parte all'altra, Da una superficïe sino all'altra; lo stesso che Fuor fuora. Lat. trans. Gr. πέρα.
Esempio: Fir. As. 69. Il terzo infilzandosi ec. si passò per lo petto da banda a banda.
Esempio: Sen. ben. Varch. 3. 36. Se tu non giuri ec. d'abbandonar l'accusa di mio padre, io ti passerò con questo coltello da banda a banda.
Esempio: Bern. Orl. 1. 5. 79. Ben cento volte l'avrebbe passato Da banda a banda il mostro maledetto.

22) Dizion.4° Ed. .
DABBENE,
Apri Voce completa

vol.2 pag.3

DABBENE,
Definiz: che anche si scrive DA BENE. Aggiunto, che si dà a Uomo di bontà, Buono. Lat. probus, bonus, honestus. Gr. ἀγαθός.
Esempio: G. V. 11. 94. 3. Il quale fu savio, valoroso, e dabbene.
Esempio: Bocc. nov. 12. 14. Par persona molto da bene, e costumato.
Esempio: E Bocc. nov. 38. 6. Senzachè tu diventerai molto migliore, e più costumato, e più da bene.
Esempio: E Bocc. nov. 79. 14. Ora avete, maestro mio dabbene, inteso ciò, che noi diciamo l'andare in corso? (quì per ironía)
Definiz: §. I. E nel numero plurale.
Esempio: Fir. As. 239. Egli è un de' buoni, e dabbeni asini, che sieno in su questo mercato.
Definiz: §. II. Donna dabbene, vale Donna onesta.
Esempio: Fir. disc. an. 44. La barbiera non avrebbe perduto il naso, se ella avesse atteso a vivere da donna dabbene.
Esempio: Bern. Orl. I. 6. 48. Pare al conte costei donna dabbene.

23) Dizion.4° Ed. .
DABBUDDÀ
Apri Voce completa

vol.2 pag.3

DABBUDDÀ.
Definiz: Strumento simile al Buonaccordo, ma senza tasti, oggi anche chiamato Saltero, e si suona con due bacchette, che si battono in sulle corde. Lat. psalterium. Gr. ψαλτήριον.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 36. Così furono avvisati que signori in pochi dì da tre valenti uomini di guerra di tre cose sì fatte, che il dabbuddà n'avrebbe scapitato (quì è detto per ischerzo)
Esempio: Burch. 2. 65 E che tanto ben suoni il dabbuddà.
Esempio: Varch. Ercol. 266. E tanto mena le braccia colui, che suona il dolce mele, o il dabbuddà, quanto colui, che suona gli organi.
Esempio: Red. Ditir. 20. Cento rozze forosette Strimpellando il dabuddà, Cantino, e ballino il bombababà.

24) Dizion.4° Ed. .
DA BEFFE
Apri Voce completa

vol.2 pag.3

DA BEFFE.
Definiz: Posto avverbialm. vale Per beffe, Per ischerzo. Lat. per iocum. Gr. ἐν παιδιᾷ.
Esempio: G. V. 8. 70. 2. Sicchè il giuoco da beffe avvenne vero, siccome era ito il bando.
Esempio: E G. V. 12. 8. 16. Chiunque gli rivelava trattato o da beffe, o da dovero, o parlava contra a lui, faceva morire.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 33. Non si dee ancora nè da beffe, nè daddovero aspregiare un peccatore, quando viene a contrizione.

25) Dizion.4° Ed. .
DA BENE
Apri Voce completa

vol.2 pag.3

DA BENE.
v. DABBENE.
26) Dizion.4° Ed. .
DA BURLA
Apri Voce completa

vol.2 pag.3

DA BURLA.
Definiz: Posto avverbialm. vale Per ischerzo, Da beffe. Lat. per iocum, iocosè. Gr. ἐν παιδιᾷ.
Esempio: Fr. Giord. Pred. R. Subito s'accorse, che lo dicevano da burla, e per ischerzare con lui.
Esempio: Libr. Pred. R. Nè vi crediate, che io ve lo voglia quì presentemente dire da burla.
Esempio: Sen. ben. Varch. 1. 4. Se già tu non pensi, che favellando da burla, e per ischerzo, e con argomenti favolosi ec. si possa proibire quello, che ec.

27) Dizion.4° Ed. .
DA CANTO
Apri Voce completa

vol.2 pag.3

DA CANTO.
Definiz: Posto avverbialm. e talora in forza di preposizione lo stesso, che Da banda, Dal fianco. Lat. a latere. Gr. παρά.
Esempio: Sen. ben. Varch. 5. 16. Cesare ripose prestamente la spada nella guaina, ma non se la levò da canto mai.

28) Dizion.4° Ed. .
DA CAPO
Apri Voce completa

vol.2 pag.3-4

DA CAPO.
Definiz: Posto avverbialm. Di nuovo, Un'altra volta. Lat. iterum, iteratè, denuò . Gr. αὖθις, αὖ.
Esempio: Bocc. nov. 13. 24. Quivi da capo il Papa fece solennemente le sponsalizie celebrare.
Esempio: G. V. 10. 35. 5. Da capo gli diedono la signoría della cittade.
Esempio: Cr. 5. 19. 5. E sollevata la terra dal pedale, e rimenatala bene, vi si ponga da capo alquanto più rilevata, che prima.
Esempio: Amet. 10. Dette queste parole, la riguardava da capo.
Esempio: Pass. 169. Non ci ha altro rimedio, se non che il peccatore si riconfessi da capo.
Definiz: §. I. Da capo, vale ancora Dalla principale, o più alta parte; contrario di Dappiè. Lat. a capite.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 225. Egli si colicò dappiede con un mantachetto segretamente, e 'l Golfo da capo coprendosi molto bene, perché era attempato.
Definiz: §. II. Da capo, vale ancora Da principio. Lat. ab initio, ab ovo. Gr. ἀρχῶς.
Esempio: Bocc. nov. 27. 11. Il peregrino da capo fattosi, tutta la storia dell'angoscia d'Aldobrandino raccontò.
Definiz: §. III. Da capo a piè, vale Dall'una all'altra estremità, Interamente, Per filo, e per segno. Lat. a vertice ad talos, ad amussim.
Esempio: Bern. Orl. 2. 1. 24. Or s'ascoltarmi volete degnarvi, Tutto da capo a piè vengo a contarvi.

29) Dizion.4° Ed. .
D'ACCORDISSIMO
Apri Voce completa

vol.2 pag.4

D'ACCORDISSIMO.
Definiz: Superl. di D'accordo.
Esempio: Ar. Negr. 5. 3. C. Siam d'accordo A. D'accordo? C. D'accordissimo.

30) Dizion.4° Ed. .
D'ACCORDO
Apri Voce completa

vol.2 pag.4

D'ACCORDO.
Definiz: Posto avverbialm. Concordevolmente, Di concordia, Con accordo, Pacificamente. Lat. concorditer, pari consensu. Gr. ὁμοφρόνως.
Esempio: G. V. 12. 8. 2. Rimanendo d'accordo a' Fiorentini tutte le castella di Valdarno.
Esempio: Fir. As. 76. Io stessa lo confesso d'accordo, io stessa sono stata la cagione della tua tribolazione.
Esempio: E Firenz. As. d'oro. 195. Senza pensar più altro, tutti d'accordo ad una voce lo fecero lor capitano.

31) Dizion.4° Ed. .
DA CHE
Apri Voce completa

vol.2 pag.4

DA CHE.
Definiz: Avverb. Poiché, Giacchè. Lat. eo quod, eo quia. Gr. ἐπειδή.
Esempio: Pass. 119. Se potesse avere il prete, si confesserebbe, da che si conduce a confessare a laico.
Esempio: E Passav. 172. I quali (peccati carnali) e più sicuro dirli in generale, da che sono una volta ben confessati.
Esempio: Dant. Purg. 1. Ma da che è tuo voler, che più si spieghi Di nostra condizion, com'ella è vera, Esser non puote 'l mio, che a te si nieghi.
Esempio: Nov. ant. 65. 4. Donna, da che Dio ha fatto bene, sì il ci togliamo.
Esempio: Bocc. nov. 79. 37. Da che non avendomi ancora quella contessa veduto, ella s'è sì innamorata di me.
Esempio: Tav. Rit. Da che volete con noi battaglia ec. sì voglio, disse Girone.

32) Dizion.4° Ed. .
DA CIÒ
Apri Voce completa

vol.2 pag.4

DA CIÒ.
Definiz: Posto in vece d'aggiunto, e vale Idoneo, Atto. Lat. idoneus. Gr. ἐπιτήδειος.
Esempio: Bocc. Test. 2. Allora voglio possano coll'autorità de' lor tutori, se in età da ciò fossono.
Esempio: E Bocc. nov. 21. 12. Ed egli è il miglior del mondo da ciò costui (cioè Atto a far ciò)

33) Dizion.4° Ed. .
DA COSTA
Apri Voce completa

vol.2 pag.4

DA COSTA.
Definiz: Posto avverbialm. Da banda. Lat. a latere. Gr. πλευρόθεν.
Esempio: Franc. Barb. 42. 4. Se 'l ti saluta il matto, fa' risposta; Ma ridendo da costa, Sicchè l'uom tegni, Che senta, e no' isdegni.

34) Dizion.4° Ed. .
D'ADDOSSO
Apri Voce completa

vol.2 pag.4

D'ADDOSSO.
Definiz: Posto avverbialm. vale Di sopra la persona, D'in sul dosso. Lat. a se. Gr. ἀϕ'ἑαυτοῦ.
Esempio: Bocc. nov. 79. 42. E con essa sospintolsi d'addosso, di netto col capo innanzi il gittò.
Esempio: Lab. 51. E mugnemi sì, e con tanta forza ogni umor da dosso, che a niun carbone, a niuna pietra divenuta calcina mai nelle vostre fornaci non fu così dal fuoco vostro munto.
Definiz: §. Levarsi checchessia d'addosso, o Torsi checchessia d'addosso, vale per metaf. Levarselo d'attorno.
Esempio: Bocc. nov. 26. 11. Io me lo avrei per maniera levato d'addosso, che egli mai non avrebbe guatato là dove io fossi stata.
Esempio: E Bocc. nov. 81. 1. Non solo la potenza d'amore comprenderete, ma il senno da una valorosa donna usato a torsi d'addosso due, che contro al suo piacere l'amavano, cognoscerete.
Esempio: E Bocc. num. 17. Poichè essi ciò, che essa addomandato avea, non avean fatto, segli tolse d'addosso.

35) Dizion.4° Ed. .
DADDOVERISSIMO
Apri Voce completa

vol.2 pag.4

DADDOVERISSIMO.
Definiz: Superl. di Daddovero. Lat. certissime.
Esempio: Varch. Ercol. 215. C. Voi dite pure daddovero, che Dante vantaggi, e soverchi Omero? V. Daddoverissimo.

36) Dizion.4° Ed. .
DADDOVERO
Apri Voce completa

vol.2 pag.4

DADDOVERO.
Definiz: Posto avverbialm. Da senno, Contrario di Da beffe. Lat. seriò, verè. Gr. ἀληθῶς.
Esempio: Bocc. nov. 76. 8. Calandrino gridava allora più forte, e diceva ec. io dico daddovero, ch'egli m'è stato imbolato.
Esempio: G. V. 12. 8. 16. Chiunque gli rivelava trattato o da beffe, o daddovero, o parlava contra a lui, facea morire.
Definiz: §. I. Talora è posto in vece d'aggiunto, e vale lo stesso, che Reale, Effettivo.
Esempio: Sen. ben. Varch. 7. 20. A chi io non manderei navi, o galee daddovero, gli manderò bene delle dipinte.
Definiz: §. II. Per lo stesso, che In verità, Veramente. Lat. verè. Gr. ἀληθῶς.
Esempio: Cron. Morell. E come piacque a Dio, e' morì daddovero.
Esempio: Cant. Carn. 177. E poi chi vede il diavol daddovero, Lo vede con men corna, e manco nero.
Esempio: Fir. As. 308. Allora gli parve avere un asino, che avesse daddovero dell'uom dabbene.
Esempio: Malm. 1. 66. Fatto arrogante al fine alzò 'l pensiero A voler questi onori daddovero.

37) Dizion.4° Ed. .
DADO
Apri Voce completa

vol.2 pag.4-5

DADO.
Definiz: Pezzuolo d'osso di sei facce quadre, e uguali, in ognuna delle quali è segnato un numero, cominciandosi dall'uno infino al sei, e si giuoca con esso a zara, ed a altri giuochi di sorte. Lat. tessera, talus. Gr. κύβος.
Esempio: Bocc. nov. 1. 8. Giuocatore, e mettitor di malvagi dadi era solenne.
Esempio: Pass. 340. Nel torre cedole, o fuscegli a rischio, e a ventura, o nel gittare dadi.
Esempio: Maestruzz. 2. 11. 5. Chiunque giuoca colle tavole, ovvero dadi ec. pecca?
Esempio: E Maestruz. appresso: Se commise in esso giuoco inganno, mettendo dadi falsi, ovvero volgendoli male, e ingannevolmente gittandoli.
Definiz: §. I. Dado, si dice anche a Qualunque corpo di sei facce quadre uguali.
Definiz: §. II. Dado, dicesi anche a Una sorta di strumento, col quale si tormentano gli uomini, strignendo loro con esso le noci del piede.
Esempio: Fir. As. 295. Ma nè corda, nè dado, nè stanghetta ec. il poteron' mai far cangiare d'opinione.
Esempio: Sen. ben. Varch. 4. 22. Giova la buona coscienza anco nelli stessi martori, quando si tocca della fune; giova nel mezzo del fuoco, quando si dà il dado, o la stanghetta.
Definiz: §. III. Dado, dicesi anche per similit. la Base, sulla quale si posano statue, colonne, e altro. Lat. basis quadrata, plinthus.
Esempio: Malm. 6. 52. Su i dadi i torsi nobili sculture ec. Ristaurati sono, e risarciti.
Definiz: §. IV. Proverbialm. Tirare pel dado, vale Cominciare ora, o in quel punto; tolta la metaf. dal giuoco, quando si rimette alla sorte il vantaggio del tratto, della mano, o simili.
Esempio: Morg. 18. 182. Quel, che si ruba, non s'ha a saper grado, E fai, ch'io comincio ora a trar pel dado.
Esempio: Fir. Trin. 1. 2. E ora ch'io pensava questi dì riposarmi, e'si trae pel dado.
Esempio: Malm. 12. 51. Adesso è tribolata al maggior grado, E se allor pianse, or quì tira pel dado.
Definiz: §. V. Scambiare i dadi, o le carte; maniera proverbiale, che vale Ridire in altro modo quello, che s'è detto altra volta, per ricoprirsi.
Esempio: Varch. Ercol. 71. La qual cosa si dice ancora rivolgere, o rivoltare, e talvolta scambiare i dadi.
Definiz: §. VI. Pigliare i dadi ad alcuno, o Tenere i dadi ad alcuno, vale Impedirgli l'operazione; tolta la metaf. dal parare i dadi a chi giuoca con essi. Lat. impedire, prohibere. Gr. ἐμποδίζειν.
Esempio: M. V. 9. 15. Il valente cavaliere veggendo, che gli erano presi i dadi, e ch'e' non potea far niente di suo intendimento, lasciò l'uficio.
Esempio: Cron. Morell. Quando e' vide, gli erano stati presi i dadi, e che 'l suo gracchiare era da beffe, ec.
Definiz: §. VII. Tirare diciotto con tre dadi, Trarre diciotto con tre dadi, o Fare diciotto con tre dadi; dicesi del Riuscire in alcun negozio con ogni vantaggio possibile, essendo questo il maggior punto, che possa venire con tre dadi.
Esempio: Malm. 9. 2. Là gli uomin si disfanno, e chi ne scampa Ha tirato diciotto con tre dadi.
Definiz: §. VIII. Esser pari quanto un dado, dicesi di Cosa uguale, e pari per tutto.
Definiz: §. IX. Piantare il dado, vale Trarlo con malizia, sicchè scuopra il punto, che si vuole.
Definiz: §. X. Andare al dado, dicono i giocatori del Mutare colui, che tira, i dadi, e dal monte prenderne altri.
Definiz: §. XI. Giuocare al dado assolutam. s'intende del Giuocare a giuoco di zara, o altro, che si faccia co' dadi.
Definiz: §. XII. Pagare il lume, e i dadi, o Pagare del lume, e de' dadi, vale per metaf. Pagare del tutto, Non lasciare addietro nulla.
Esempio: Cron. Vell. Io mene pagai bene del lume, e de' dadi, perocchè ne son di peggio più d'un milion di fiorini.
Definiz: §. XIII. E figuratam. vale Dar il conto suo.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 211. Grande maraviglia mi pare, che ne' dì suoi non trovasse chi lo pagasse del lume, e de' dadi, come meritava.
Esempio: Morg. 18. 94. E domattina in sul campo saremo, E so, che'l lume, e i dadi pagheremo.
Definiz: §. XIV. Il dado è tratto, vale L'affare è fatto. Lat. iacta est alea. Gr. κύβος ἔῤῤιπται.
Esempio: Buon. Fier. 3. 1. 9. Poi traggo il dado, e vince Per la parte del sì la mia licenza.
Definiz: §. XV. Tirare un gran dado, vale Avere una gran sorte, o Scampare da un gran pericolo.
Esempio: Buon. Fier. 1. 5. 2. No' abbiam tratto un gran dado, Scampata una gran furia.

38) Dizion.4° Ed. .
DA DOVERO
Apri Voce completa

vol.2 pag.5

DA DOVERO.
Definiz: Lo stesso che Daddovero. Lat. seriò, verè. Gr. ἀληθῶς.
Esempio: Bocc. Introd. 46. Ma poichè videro, che da dovero parlava la donna, rispuosero lietamente essere apparecchiati.
Definiz: §. Per lo stesso, che In verità, Veramente. Lat. verè. Gr. ἀληθῶς.
Esempio: Bellinc. son. 266. Udite, è ei delle sue membra intero? Comare, il feci maschio da dovero.

39) Dizion.4° Ed. .
DAENTE
Apri Voce completa

vol.2 pag.5

DAENTE.
Definiz: V. A. Colui, che dà. Lat. dans. Gr. διδούς
Esempio: Fr. Iac. T. 6. 43. 5. Ch'egli è il daente, e tu il ricevitore.

40) Dizion.4° Ed. .
DA FRONTE
Apri Voce completa

vol.2 pag.5

DA FRONTE.
Definiz: Posto avverbialm. vale lo stesso, che A dirimpetto. Lat. contra, e regione. Gr. ἀντικρύ.
Esempio: Franc. Sacch. rim. 53. E quell'altro ivi da fronte Messer Francesco Brunelleschi saggio.

Ricerca sui Vocabolari degli Accademici della Crusca
<Preced. 1 PAG 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11-20 Success.>
vai a pag. di 587
Voci da 21 a 40 di 11733

2000-2004 ACCADEMIA DELLA CRUSCA è vietato riprodurre senza autorizzazione testi e immagini

Valid XHTML 1.1! Valid CSS! Level AA conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0