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Dizionario 3° ediz.totali
259 259 voci
367 367 occorrenze
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81) Dizion.3° Ed. .
omografo. 1
DIRE
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vol.2 pag.523-525

DIRE.
Esempio: Bocc. Nov. 6. 7. Fu quella parola, ec. la quale dice: voi riceverete, ec.

82) Dizion.3° Ed. .
DISAVVANTAGGIO
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vol.2 pag.531

DISAVVANTAGGIO.
Esempio: Morg. E nota una parola, ch'ogni saggio Non fa mai cosa a suo disavvantaggio.

83) Dizion.3° Ed. .
DISFINIRE
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vol.2 pag.542

DISFINIRE.
Esempio: Vit. S. Gio. Bat. Non mi voglio impacciare di disfinirvi ora questa parola più innanzi, perocchè tostamente l'udirete dalla bocca della verità.

84) Dizion.3° Ed. .
DISIATO, e DESIATO
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vol.2 pag.544

DISIATO, e DESIATO.
Esempio: Dan. Purg. 33. Ma perchè tanto, sovra mia veduta, Vostra parola disiata vola.

85) Dizion.3° Ed. .
DISSIMIGLIATO
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vol.2 pag.555

DISSIMIGLIATO.
Esempio: Tes. Br. 7. 26. Ma se la parola è divisata, e dissimigliata dall'esser di colui, che la dice, tutte le genti se ne gabberanno.

86) Dizion.3° Ed. .
DOMINE
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vol.2 pag.573

DOMINE.
Esempio: Fir. Trinuz. Domin, che il fratello glie ne avesse detto una parola.

87) Dizion.3° Ed. .
DOTTARE
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vol.2 pag.578

DOTTARE.
Esempio: Sen. Pist. Senza fallo da dottare è, ch'io non prenda la parola alla trappola, o che il mio libro non manuchi il cacio.

88) Dizion.3° Ed. .
DOTTOSO
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vol.2 pag.579

DOTTOSO.
Esempio: E Tes. Br. altrove. L'huomo fa nel cuor suo alcuna falsa sembianza, o alcuna parola di dottosa significazione.

89) Dizion.3° Ed. .
DUAGIO, e DOAGIO
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vol.2 pag.581

DUAGIO, e DOAGIO.
Definiz: Città di Fiandra, dalla quale anticamente ci veniva una spezie di panno, dal nome della Città, chiamato Doagio. Qui scherza sopra la parola Duagio, quasi rappresentando per essa, il numero due, come cosa fine: onde seguitò treagio, quattragio, come di più finezza.

90) Dizion.3° Ed. .
ENTRANTE
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vol.2 pag.600

ENTRANTE.
Esempio: Lib. Am. O parola più entrante d'ogni coltello.

91) Dizion.3° Ed. .
EPISTOLETTA
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vol.2 pag.602

EPISTOLETTA.
Esempio: Fir. Nov. 6. 256. Se non mi fossi ricordata, che il Boccaccio usa questa parola in quella epistoletta, che fa dietro al Decamerone.

92) Dizion.3° Ed. .
ERTA
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vol.2 pag.607

ERTA.
Definiz: §. Diciamo proverbialm. Stare all'erta: Quando uno, in favellando, cerca il vantaggio, di non si lasciare intendere, e di non esser preso in parola.

93) Dizion.3° Ed. .
ESAUSTO
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vol.2 pag.609

ESAUSTO.
Esempio: Segn. Pred. 4. Questa parola mantiene all'anima il suo calor vitale, sì che non si estingua. Questa, esausta la nutre, questa, debole la fortifica.

94) Dizion.3° Ed. .
omografo. 1
ESSERE
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vol.2 pag.615-616

ESSERE.
Definiz: §. Coniugato colle particelle BENE, o MALE, senza aggiunto d'altra parola, che l'aiuti (usitato modo del buon secolo) vale Essere in grazia, e disgrazia, a grado, e a disaggrado, grazioso, e odioso, amato, e disamato.

95) Dizion.3° Ed. .
EVANGELIO
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vol.2 pag.619

EVANGELIO.
Esempio: Boc. Nov. 27. Perchè non seguitano la parola dell'Evangelio?

96) Dizion.3° Ed. .
EXPROPOSITO
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vol.2 pag.620

EXPROPOSITO.
Esempio: Boc. Nov. 9. 1. Una parola molte volte per accidente, non che exproposito detta, l'ha operato.

97) Dizion.3° Ed. .
EZIANDIO
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vol.2 pag.620

EZIANDIO.
Esempio: Boc. Nov. 19. Tutto nel viso cambiato, eziandio se parola non avesse detto, diede assai manifesto segnale.

98) Dizion.3° Ed. .
F
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vol.2 pag.623

F
Definiz: Lettera, la quale, nel pronunziarsi, è assai simile all'V consonante, per essere amendune molto aspirate. Riceve dopo di se, nel mezzo della parola, e nella stessa sillaba, le consonanti L, e R, e vi perde alquanto di suono, come Afflitto, Fresco; ma riceve la L molto più di rado, come suono alquanto malagevole alla nostra pronunzia. Ammette avanti di se la L, N, R, S, in mezzo della parola, e in diversa sillaba, come Alfiere, Forfora, Disfatto, ma la S se le pone avanti molto più frequentemente nel principio, come Sferza, Sforzo, e pronunziasi la S avanti alla F nel primo modo, e più comune, come nella voce Casa, conforme a quello, che si dirà nella lettera S. Nel mezzo delle dizioni si può raddoppiare, dove fa mestiere, come Effetto, Buffone.

99) Dizion.3° Ed. .
FANGO
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vol.2 pag.632

FANGO.
Definiz: §. Per proverb. Uscir del Fango, o Trarre il cul del fango : vale Uscir d'intrighi, che anche diciamo lo stesso appunto colla parola Spelagare.
Definiz: §. E Far delle sue parole fango: e il Non mantener la parola, ne attener le promesse. Lat. fidem frangere.

100) Dizion.3° Ed. .
FARDELLO
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vol.2 pag.634

FARDELLO.
Definiz: §. Diciam Far fardello, che vale Raunar la roba, per portarla via, e andarsi con Dio con essa, che in una parola dicesi Affardellare. Lat. sarcinulas componere, vasa colligere, convasare.

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