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Dizionario 3° ediz.totali
259 259 voci
367 367 occorrenze
Ordinamento delle voci: alfabetico punteggio
141) Dizion.3° Ed. .
omografo. 1
MENO
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vol.3 pag.1022

MENO.
(cioè mancarti di parola)

142) Dizion.3° Ed. .
METRO
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vol.3 pag.1031

METRO.
Esempio: But. Lo metro, cioè, come s'accorda la nota del canto colla sua parola, che la segna, o colla sua misura. Lo metro è lo segno, e la nota, è la cosa segnata.

143) Dizion.3° Ed. .
omografo. 3
MEZZO
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vol.3 pag.1034-1035

MEZZO.
Esempio: E Bocc. Son. 73. 23. Ne alcun fu, che parola mi dicesse, Ne mezza.

144) Dizion.3° Ed. .
MISTERIALMENTE
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vol.3 pag.1045

MISTERIALMENTE.
Esempio: Vit. Cr. Dunque misterialmente, e non pertinacemente disse quella parola.

145) Dizion.3° Ed. .
MORALIZZARE
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vol.3 pag.1056

MORALIZZARE.
Esempio: But. Imperocchè non fu intenzion dell'Autore, porre ogni cosa allegoricamente, ne io intendo ogni parola moralizzare.

146) Dizion.3° Ed. .
MORMORIO
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vol.3 pag.1058

MORMORIO.
Esempio: Moral. S. Greg. Al tempo della parola nascosa, e del divino mormorio, quando disse, ec.

147) Dizion.3° Ed. .
MOSSE
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vol.3 pag.1062

MOSSE.
Definiz: §. Dar le mosse a' tremuoti: si dice in Esprimendo l'azion di coloro, senza la parola, e ordine de' quali, non si mette mano in cosa veruna; detto in ischerzo.

148) Dizion.3° Ed. .
MUSICA
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vol.3 pag.1069

MUSICA.
Esempio: Mor. S. Greg. Io non voglio, che per lo nome della parola, noi intendiamo quell'organo della musica, lo quale è così appellato, imperciocchè non è da credere, che in tanta afflizion di pene, questo Santo usasse diletto di musica, conciossiach'egli è scritto. La musica nel pianto è ingiuriosa narrazione.

149) Dizion.3° Ed. .
N
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vol.3 pag.1071

N
Definiz: Lettera di suono simile alla M, la quale si raddoppia, come l'altre consonanti, dove è mestiere: come Panno, Cenno. Posta dopo la G perde una gran parte del suo suono, e quasi un'altra lettera ne diventa, e ciò addivien sempre nel mezzo della parola, e nella sillaba stessa: come Agnello. Può forse talora avvenir ciò, in principio di parola, ma molto di rado, e forse una volta, o due solamente: come Gnaffe, Gnau. Riceve dopo di se delle consonanti il C, D, F, G, S, T, V, Z, nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, e mantiene lo 'ntero suono: come Banco, Banda, Enfiato, Vangelo, Mensa, Vento, Convito, Stanza. Ammette avanti di se in mezzo della parola, e in diversa sillaba la R, S: come Arnie, Disnebbiare, quantunque la S non si trovi mai in mezzo di parola, se non ne' verbi composti colla preposizione DIS, ma nel principio più spesso: come Snodare. E sempre si pronunzia la S, come avanti la M, nel suono più sottile, quale nella voce confusa, come si dice nella lettera S.

150) Dizion.3° Ed. .
omografo. 2
NE
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vol.3 pag.1079

NE.
Definiz: Avverb. si usa dinanzi alla parola Vero, formandosi una maniera avverbiale Ne' vero, che domanda, e quasi ricerca testimonianza dal domandato, in confermazion del suo detto, e si pratica notarla d'apostrofo, come in cambio dell'e', per egli, che vi manca. In tal caso va pronunziata tal particella dolcemente: per esemplo.

151) Dizion.3° Ed. .
NOCENTE
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vol.3 pag.1089

NOCENTE.
Esempio: Boc. Nov. 16. 19. Avendo per alcuna parola di Currado, compreso qual fosse l'animo suo, verso i nocenti.

152) Dizion.3° Ed. .
NONA
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vol.3 pag.1092

NONA.
Definiz: §. Diciamo Far le none, o Sonar le none, forse per allusione alla parola Non, che è Quando uno dubita, che un'altro non lo richiegga d'alcun servigio, e comincia, prevenendo, a dire, che, non può per più cagioni, far quella tal cosa.

153) Dizion.3° Ed. .
OBBLIGARE
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vol.3 pag.1102

OBBLIGARE.
Definiz: Legare, o per parola, o per iscrittura, o per cortesìa, o per benificj. Lat. obligare, devincire, addicare. E si usa non che nel sent. att. anche nel signif. neutr. e nel neut. pass.

154) Dizion.3° Ed. .
OGNINDĚ
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vol.3 pag.1110

OGNINDÌ.
Definiz: Ognidì, giornalmente, interpostavi la N, per farne una dizion sola, siccome la S, nella parola Ognissanti, da Ogni santi. Lat. quotidie.

155) Dizion.3° Ed. .
ONOREVOLE
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vol.3 pag.1118

ONOREVOLE.
Esempio: Demetr. Segn. La bellezza della parola si è, che sia gioconda all'udito, e alla veduta, e di senso onorevole.

156) Dizion.3° Ed. .
OREGLIA
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vol.3 pag.1126

OREGLIA.
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 1. Non è parola, o suono ad oreglie, odore a nare, ec. dove l'huomo non senta qualche difficoltà, ec.

157) Dizion.3° Ed. .
OSO
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vol.3 pag.1132

OSO.
Esempio: Dant. Purg. 14. Forse la mia parola par troppo osa.

158) Dizion.3° Ed. .
OZIOSO
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vol.3 pag.1138

OZIOSO.
Esempio: Omel. S. Greg. Quella parola è oziosa, alla quale manca, o utilità di dirittura, o ragione di giusta necessità.
Esempio: G. V. 12. 7. 20. Si dolse, e disse alcuna parola oziosa per imposta (cioè vana)

159) Dizion.3° Ed. .
P
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vol.3 pag.1139

P.
Definiz: Lettera, assai simile al B, e all'V consonante, colla quale molte voci si pronunziano scambievolmente: come Coperta, Coverta: Soprano, Sovrano. Consente dopo di se, delle consonanti, nella medesima sillaba, la L, e R, e ne perde alquanto di suono: come Placare, Applicazione: Prato, Ginepro; quantunque colla L più di rado si truovi. Nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, ammette avanti di se la L, M, R, S: come Alpe, Tempo: Corpo, Aspido; benchè la S gli si ponga avanti ancora nel principio di dizione: come Spada, Spinta. La S avanti al P, si proferisce nel modo più comune, cioè col suono più intenso, quale è nella voce Casa, di che vedi nella lettera S.

160) Dizion.3° Ed. .
PANE
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vol.3 pag.1148-1149

PANE.
Definiz: §. Pane: diciamo ad una certa Quantità di zucchero, di burro, di pece, d'argento, di cera, o d'altre sì fatte cose, alla quale diremmo ancora Mozzo, pronunziato col primo o largo, e col z come nella parola, rozzo.

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