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Dizionario 4° ediz.totali
369 369 voci
527 527 occorrenze
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21) Dizion.4° Ed. .
A MOTTO A MOTTO
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vol.1 pag.166

A MOTTO A MOTTO.
Definiz: Avverbialm. A parola a parola, A cosa per cosa. Lat. singillatim, ad verbum. Gr. ἔπος πρὸς ἔπος.

22) Dizion.4° Ed. .
omografo. 1
ANDARE
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vol.1 pag.170-195

ANDARE.
Definiz: ANDARE SULLA PAROLA, ANDARE SULLA FEDE, ec. Fidarsi sopra la promessa. Lat. sponsione alterius niti. Gr. θαῤῥεῖν.

23) Dizion.4° Ed. .
ANFANARE
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vol.1 pag.197

ANFANARE.
Esempio: Bocc. lett. Quale con non dire mai parola, e chi coll'andar grattando i piedi alle dipinture, e molti coll'anfanare, e mostrarsi tenerissimi padri, e protettori del comun bene.

24) Dizion.4° Ed. .
ANIMO
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vol.1 pag.202-203

ANIMO.
Esempio: Bocc. nov. 23. 22. Insino ad ora colla mia benedizione ti do la parola, che tu ne facci quello, che l'animo ti giudica, che ben sia fatto.

25) Dizion.4° Ed. .
APPICCIARE
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vol.1 pag.231

APPICCIARE.
Esempio: Sen. Pist. La parola de' lusinghieri s'appiccia, e dimora nel pensamento più lungamente.

26) Dizion.4° Ed. .
omografo. 2
APPRESSO
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vol.1 pag.237

APPRESSO.
Definiz: §. II. In vece dell'aggiunto Vegnente, o Seguente, e si pospone a parola, che significhi tempo. Lat. posterus, proximus, sequens. Gr. ἐξῆς, ἐφεξῆς.

27) Dizion.4° Ed. .
A ROVESCIO
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vol.1 pag.266

A ROVESCIO.
Esempio: Alleg. 146. Gli uomini una parola medesima, senza variar nel profferirla, talmente la porgono, che non se ne raccapezza nulla quasi, se non a rovescio.

28) Dizion.4° Ed. .
ARTICOLO
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vol.1 pag.278

ARTICOLO.
Definiz: Parola declinabile, che aggiunta a nome, o pronome ha forza di determinare, e distinguere la cosa accennata, e sono, IL, LO, LI, LA, LE; della natura, e forza del quale, v. ne' suoi avvertim. il Salv. Avvertim.. Lat. articulus. Gr. ἄρθρον.

29) Dizion.4° Ed. .
ASSIMIGLIAMENTO
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vol.1 pag.301

ASSIMIGLIAMENTO.
Esempio: Tratt. segr. cos. donn. Nelle loro parole vi è sempre un grande assimigliamento di una parola coll'altra.

30) Dizion.4° Ed. .
ATTIGNERE
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vol.1 pag.319

ATTIGNERE.
Esempio: G. V. 12. 57. 4. Ma per attigner danari, d'ogni picciola parola oziosa, che alcuno dicesse, per niquità contra Dio ec. condannava in grossa somma.
Esempio: E Tac. Dav. ann. 16. 236. Secondo s'attinse dal volto, e da qualche parola, il domandava della natura dell'anima, e dello spirito uscente del corpo.

31) Dizion.4° Ed. .
omografo. 2
ATTRIBUTO
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vol.1 pag.324

ATTRIBUTO.
Esempio: Red. annot. Ditir. 1. Ogni parola è un titolo, e un attributo di Bacco.

32) Dizion.4° Ed. .
A VERBO A VERBO
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vol.1 pag.332

A VERBO A VERBO.
Definiz: Posto avverbialm. A parola per parola, Senza mutar niuna parola. Lat. ad verbum. Gr. αὐτοῖς τοῖς ἔπεσιν.

33) Dizion.4° Ed. .
omografo. 1
AVERE
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vol.1 pag.332-337

AVERE.
Definiz: AVER LA PAROLA. Aver licenza.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 207. Buccio avendo bisogno d'essere a casa, ebbe la parola dall'officiale della guardia.

34) Dizion.4° Ed. .
AVVEGNADIOCHÈ, e AVVENGADIOCHÈ
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vol.1 pag.347

AVVEGNADIOCHÈ, e AVVENGADIOCHÈ.
Definiz: Lo stesso, che Avvegnachè, interpostavi la parola DIO, per proprietà di linguaggio. Lat. quamqum, quoniam. Gr. ἐπειδή.

35) Dizion.4° Ed. .
AVVENTUROSO
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vol.1 pag.350

AVVENTUROSO.
Esempio: Cas. uf. com. E per dirlo in una parola, pazza cosa, ma fortunata, e avventurosa è la ricchezza.

36) Dizion.4° Ed. .
AVVISATO
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vol.1 pag.355

AVVISATO.
Esempio: Vit. Plut. Era in tutto la parola di Fucione bene avvisata in consigli utili.

37) Dizion.4° Ed. .
B
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vol.1 pag.361

B
Definiz: Lettera assai simile al P, e all'V consonante, dicendosi molte voci coll'una, e coll'altra scambievolmente; come SERBARE, e SERVARE, NERBO, e NERVO, BOCE, e VOCE, PUBBLICO, e PIUVICO. Delle consonanti riceve dopo di se nella medesima sillaba la L, e la R, e vi perde alquanto di suono; come OBBLIGO, PUBBLICO, BRACCIO, OMBRA, benchè colla L di rado si truovi appresso i Toscani, nè mai in principio di parola, come pronunzia a loro più strana, salvo alcune voci Latine, come BLANDO, BLANDIMENTO, ec. Consente avanti di se in mezzo di parola, ma in diversa sillaba, la L, M, R, S, come ALBUME, LEMBO, ERBA, USBERGO, quantunque si trovi di rado colla S in mezzo della parola, e per lo più ne' verbi composti colla preposizione DIS, come DISBRIGARE. Usasi più frequentemente in principio di parola, come SBANDITO, SBATTERE; e deesi sempre la S avanti al B pronunziare col suono più sottile, o rimesso; come nella voce ACCUSA, di che si dice nella lettera S. Puossi raddoppiare nel mezzo della parola, quando egli occorre, come NEBBIA, TREBBIO, ec.

38) Dizion.4° Ed. .
BALBETTARE
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vol.1 pag.370

BALBETTARE.
Esempio: Bocc. nov. 15. 12. Alla quale in niuno atto moriva la parola tra i denti, nè balbettava la lingua.

39) Dizion.4° Ed. .
BALBOTIRE, e BALBUTIRE
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vol.1 pag.370

BALBOTIRE, e BALBUTIRE.
Esempio: Galat. Nè a scilinguare, o balbotire lungo spazio per rinvenire una parola.

40) Dizion.4° Ed. .
BALESTRARE
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vol.1 pag.373

BALESTRARE.
Esempio: Tes. Br. 7. 13. Le parole sono simili alle saette, le quali l'uomo può balestrare leggiermente, ma ritener no: così è la parola, che va sanza ritornare.
Esempio: Filoc. 4. 181. In vano ci si balestrerebbe parola, che s'ingegnasse di farmene rimanere.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 18. Messer Giovanni de' Medici balestra con una artificiosa parola Attaviano degli Ubaldini.

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