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369 369 voci
527 527 occorrenze
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161) Dizion.4° Ed. .
INGENERARE
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vol.2 pag.831

INGENERARE.
Esempio: Pass. 308. Della quale (sapienza) si dee ingenerar legittimo frutto col seme della parola d'Iddio.

162) Dizion.4° Ed. .
INTENDEVOLE
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vol.2 pag.877

INTENDEVOLE.
Esempio: Sen. Pist. Dire alcuna parola piana, e intendevole.

163) Dizion.4° Ed. .
INTERIEZIONE, e INTERGHIEZIONE
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vol.2 pag.881

INTERIEZIONE, e INTERGHIEZIONE.
Esempio: Mor. S. Greg. Racha in lingua Ebrea è una voce, la quale chiamano i gramatici interiezione, la quale dimostra l'animo irato, ma non caccia però appresso fuori la parola dell'ira conceputa dentro.

164) Dizion.4° Ed. .
INTERPETRATORE, e INTERPRETATORE
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vol.2 pag.883

INTERPETRATORE, e INTERPRETATORE.
Esempio: Amm. ant. 9. 4. 12. Essendo tu fedele interpetratore, non ti curar di sponere parola per parola.

165) Dizion.4° Ed. .
INTERVENIMENTO
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vol.2 pag.886

INTERVENIMENTO.
Esempio: Vit. Plut. La qual cosa fa parer veritiera quella parola, che si dice: che questi buoni intervenimenti la buona ventura gli dirizza.

166) Dizion.4° Ed. .
IVIRITTA
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vol.2 pag.923

IVIRITTA.
Definiz: V. A. Avverb. rimaso in qualche parte del nostro contado; lo stesso, che Ivi, e la parola Ritta è riempitiva, proprietà di linguaggio quasi dal Lat. ibi recta.

167) Dizion.4° Ed. .
L
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vol.3 pag.1

L
Definiz: Lettera, la quale ammette dopo di se ne' mezzi delle parole, e in diversa sillaba tutte le consonanti, dalla R in poi; come ALBA, FALCONE, FALDA, ZOLFO, VOLGO, SALMA, SALNITRO, ALPE, ALQUANTO, POLSO, SALTO, SELVA, CALZA. E in tutti questi luoghi i Toscani nel pronunziarla le fanno per più dolcezza perdere alquanto di suono. Avanti di se nel mezzo delle dizioni riceve il B, C, F, G, P, R, S, T; come OBBLIGO, CONCLUDERE, CONFLITTO, CIGLIO, ESEMPLO, PARLAMENTO, SLUNGARE, ATLETA. Il che sempre fa nella stessa sillaba, salvochè colla R, colla quale s'accoppia in sillaba diversa; come ORLATO; ma di rado si trova appo la nostra lingua dopo la B, C, F, T, come suono assai per sua durezza fuggito. Dopo la G poco è in uso, se però non seguita l'I; come GIGLIO, il quale le fa fare suono più schiacciato, e sottile, come si dice nella lettera G. Di rado si truova dopo la S, ovvero in principio di parola, come SLEGARE, ovvero nelle voci composte colla preposizione DIS, o MIS, come DISLEALE, MISLEALE. Accoppiata col T avanti non è suono di questa lingua, ma solo s'usa per le voci forestiere non divenute ancor nostre affatto, come ATLANTE, ATLETA. Con tutte queste lettere avanti perde alquanto di suono, salvochè colla R, e colla S, le quali gliele lasciano mantenere intero. Pronunziasi la S avanti alla L nel secondo modo, cioè con suono sottile, o rimesso, quale è nella voce MUSA, come si dice nella lettera S. Raddoppiasi, dove è necessario, ne' mezzi della parola, come ANELLO, COLTELLO.

168) Dizion.4° Ed. .
LEPORINO
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vol.3 pag.50

LEPORINO.
Esempio: Com. Purg. 11. Altri di paura leporina, colla parola grosseggiando, mostrano uno ardir di leone.

169) Dizion.4° Ed. .
LETARGICO
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vol.3 pag.53

LETARGICO.
Esempio: Red. esp. nat. 100. I letargici, e gli apopletici ec. ricuperano subito la parola, se ec.

170) Dizion.4° Ed. .
LETTERA
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vol.3 pag.53-54

LETTERA.
Definiz: §. I. Per Parola. Lat. verbum. Gr. ἔπος.

171) Dizion.4° Ed. .
LEVAMENTO
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vol.3 pag.56

LEVAMENTO.
Esempio: Varch. Ercol. 285. A questo modo voi non avete parola nessuna, che fornisca coll'accento acuto, se non per levamento dell'ultima vocale (cioè: troncamento, rimovimento. Lat. sincope)

172) Dizion.4° Ed. .
LIBIDINOSO
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vol.3 pag.64

LIBIDINOSO.
Esempio: Bocc. vit. Dant. 226. Nè mai apparve, o per isguardo, o per parola, o per cenno alcuno libidinoso appetito nè nell'amante, nè nella cosa amata.

173) Dizion.4° Ed. .
LICENZA, e LICENZIA
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vol.3 pag.65

LICENZA, e LICENZIA.
Esempio: Red. annot. Ditir. 2. Il verso intero si è ec. in cui osservo la licenza del poeta, che non gli sovvenendo parola per finire il verso, la quale cominciasse da iota, si servì d'una, che cominciasse da ει dittongo.

174) Dizion.4° Ed. .
LIQUEFARE
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vol.3 pag.74-75

LIQUEFARE.
Esempio: Varch. Ercol. 185. Quando la parola comincia da una delle consonanti, o pur da due di quelle, le quali non hanno innanzi la S, e mediante la R si liquefanno.

175) Dizion.4° Ed. .
LODEVOLMENTE
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vol.3 pag.83

LODEVOLMENTE.
Esempio: Segn. Pred. 2. 2. Bastava, per non mancare a Salamon di parola, dargli non altro, che quella sola sapienza, la quale aveva dimandata per maneggiar lodevolmente lo scettro.

176) Dizion.4° Ed. .
M
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vol.3 pag.107

M
Definiz: Lettera di suono simile alla N, pondendosi in cambio di essa innanzi a B, o P, per miglior pronunzia, come IMBOLÍO, e EMPIO. Consente in mezzo di parola innanzi di se, e in diversa sillaba la L, R, S, come ALMA, ORMA, RISMA quantunque la S si truovi di rado nel mezzo della parola, e per lo più ne' verbi composti colla preposizione DIS, come DISMETTERE; ma nel principio è più frequente, come SMANIA, SMARRITO. Proferiscesi la S innanzi alla M nel secondo modo, cioè con sottil suono, e rimesso, come nella voce ROSA, conforme a quello, che si dice nella lettera S. Raddoppiasi nel mezzo della parola, quando egli occorre, come FEMMINA, MAMMA, ec.

177) Dizion.4° Ed. .
MATERNO
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vol.3 pag.183

MATERNO.
Esempio: Bocc. nov. 16. 31. Nè la soprabbondante pietà, e allegrezza materna le permisero di potere alcuna parola dire.

178) Dizion.4° Ed. .
MELLONE
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vol.3 pag.199-200

MELLONE.
Esempio: Lab. 292. E te or gocciolone, ora mellone, or sermestola, e talora cenato chiamando, se quasi ad ogni parola abbracciavano, e baciavano.

179) Dizion.4° Ed. .
MENDACE
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vol.3 pag.206

MENDACE.
Esempio: G. V. 6. 42. 1. Ma male seppe interpretare la parola mendace.

180) Dizion.4° Ed. .
MESTOLA
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vol.3 pag.224

MESTOLA.
Esempio: Lab. 292. E te or gocciolóne, e or mellone, ora ser mestola, e talora cenato chiamando, se quasi ad ogni parola abbracciavano, e baciavano.

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