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Dizionario 4° ediz.totali
369 369 voci
527 527 occorrenze
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181) Dizion.4° Ed. .
METRO
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vol.3 pag.226

METRO.
Esempio: But. ivi: Lo metro, cioè, come s'accorda la nota del canto colla sua parola, che la segna, o colla sua misura. Lo metro è lo segno, e la nota è la cosa segnata.

182) Dizion.4° Ed. .
omografo. 2
MEZZO
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vol.3 pag.235-237

MEZZO.
Esempio: E Bocc. nov. 73. 23. Nè alcun fu, che parola mi dicesse, nè mezza.

183) Dizion.4° Ed. .
MILITE
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vol.3 pag.243

MILITE.
Esempio: Borgh. Col. milit. 429. Questa voce (soldato) ec. mal risponde alla parola loro (de' Latini) militi, ma risponderebbe a' mercennarj ec. ma lasciando di questo il giudizio a chi più ne sa, che di questi, o militi, o soldati, o come altramente gli vogliamo chiamare, purchè questa lor differenza s'intenda bene, fussero le Colonie in quel tempo, di cui e' si ragiona, lo dichiara espressamente, quando soggiugne ec.

184) Dizion.4° Ed. .
MISERICORDIOSISSIMAMENTE
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vol.3 pag.257

MISERICORDIOSISSIMAMENTE.
Esempio: Varch. Ercol. 275. E chi non vede, che questa parola sola misericordiosissimamente è bene undici sillabe, ma non già verso buono?

185) Dizion.4° Ed. .
MISTERIALMENTE
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vol.3 pag.258

MISTERIALMENTE.
Esempio: Vit. Cr. Dunque misterialmente, e non pertinacemente disse quella parola.

186) Dizion.4° Ed. .
MONOSILLABA, e MONOSILLABO
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vol.3 pag.278

MONOSILLABA, e MONOSILLABO.
Definiz: Parola di una sola sillaba. Lat. monosyllaba. Gr. μονοσυλλαβή.

187) Dizion.4° Ed. .
MORALIZZARE
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vol.3 pag.282

MORALIZZARE.
Esempio: But. Inf. 1. 2. Imperocchè non fu intenzion dell'autore ponere ogni cosa allegoricamente, nè io non intendo ogni parola moralizzare.

188) Dizion.4° Ed. .
MORMORÍO
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vol.3 pag.287

MORMORÍO.
Esempio: Mor. S. Greg. Al tempo della parola nascosa, e del divino mormorío, quando disse ec.

189) Dizion.4° Ed. .
MOSSE
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vol.3 pag.295

MOSSE.
Esempio: Varch. Ercol. 88. Dar le mosse a' tremuoti, si dice di coloro, senza la parola, e ordine de' quali non si comincia a metter mano, non che spedire cosa alcuna, il che si dice ancora: dar l'orma a' topi, ed esser colui, che debbe dar fuoco alla girandola.

190) Dizion.4° Ed. .
MOTTEGGIATO
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vol.3 pag.299

MOTTEGGIATO.
Esempio: Cas. uf. com. 102. All'incontro se essi motteggiati, e da qualche acuta, e odiosa parola morsi saranno, sì deono perciò eglino con lieta faccia, e con piacevolezza rispondere.

191) Dizion.4° Ed. .
MOTTO
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vol.3 pag.299

MOTTO.
Definiz: §. I. Per Parola. Lat. dictum, verbum, sententia. Gr. ἔπος, λόγος, γνώμη.

192) Dizion.4° Ed. .
MUSICA
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vol.3 pag.311

MUSICA.
Esempio: Mor. S. Greg. Io non voglio, che per lo nome della parola noi intendiamo quell'organo della musica, lo quale è così appellato, imperciocchè non è da credere, che in tanta afflizion di pene questo santo usasse diletto di musica conciossiach'egli è scritto: la musica nel pianto è ingiuriosa narrazione.

193) Dizion.4° Ed. .
N
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vol.3 pag.315

N
Definiz: Lettera di suono simile alla M, la quale si raddoppia, come l'altre consonanti, dove è mestiere, come PANNO, CENNO. Posta dopo la G perde una gran parte del suo suono, e quasi un'altra lettera ne diventa, e ciò addiviene per lo più nel mezzo della parola, e nella sillaba stessa, come AGNELLO. Può forse talora avvenir ciò in principio di parola, ma molto di rado, come GNAFFE, GNAU, GNOCCO, GNOMONE. Riceve dopo di se delle consonanti il C, D, F, G, S, T, V, Z nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, e allora si pronunzia con suono alquanto rimesso, come BANCO, BANDA, ENFIATO, VANGELO, MENSA, VENTO, CONVITO, STANZA. Ammette avanti di se in mezzo della parola, e in diversa sillaba la R, e la S, come ARNIE, DISNEBBIARE, quantunque la S non le si trovi mai innanzi in mezzo di parola, se non ne' verbi composti colla preposizione DIS, ma nel principio più spesso, come SNODARE, SNELLO; e in questo caso si pronunzia la S, come avanti la M con quel suono più sottile, ch'ell'ha nella voce CONFUSA, siccome si dice nella lettera S.

194) Dizion.4° Ed. .
omografo. 1
NE
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vol.3 pag.328

NE.
Definiz: Avverb. si usa dinanzi alla parola Vero, formandosi una maniera avverbiale Ne' vero, che domanda, e quasi ricerca testimonianza dal domandato in confermazion del suo detto; e si pratica notarla d'apostrofo, come in cambio dell'E', per Egli, che vi manca. In tal caso tal particella va pronunziata dolcemente, per esemplo:

195) Dizion.4° Ed. .
NEGOZIARE
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vol.3 pag.333

NEGOZIARE.
Esempio: Capr. Bott. 6. 110. Sta un po' salda, e innanzichè tu vadia più là, dimmi quello, che vuol dire negoziare, che io per me non lo 'ntendo. A. Negoziare non vuol dire altro, che trattare, e occuparsi in una cosa, facendo n quella tutto quello, che fa bisogno, ed è un verbo, che ha avuto origine da una parola, che i Latini dicono negocium, che nella nostra lingua significa faccenda.

196) Dizion.4° Ed. .
NOCCHIERE, e NOCCHIERO
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vol.3 pag.348

NOCCHIERE, e NOCCHIERO.
Esempio: Varch. Lez. 547. Nocchiero, parola tolta dalla lingua Greca, e significa quello, che appresso i Latini gubernator, e volgarmente il piloto, cioè quegli, che governa, e guida la nave.

197) Dizion.4° Ed. .
NOCENTE
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vol.3 pag.350

NOCENTE.
Esempio: Bocc. nov. 16. 19. Avendo per alcuna parola di Currado compreso qual fosse l'animo suo verso i nocenti.

198) Dizion.4° Ed. .
NONA
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vol.3 pag.356

NONA.
Definiz: §. II. Diciamo Far le none, o Sonar le none, forse per allusione alla parola Non, ed è Quando uno dubita, che un altro non lo richiegga d'alcun servigio, e comincia, prevenendo, a dire, che non può per più cagioni far quella tal cosa.

199) Dizion.4° Ed. .
OBBLIGARE
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vol.3 pag.375

OBBLIGARE.
Definiz: Legare, o per parola, o per iscrittura, o per cortesia, o per beneficj. E si usa non che nel sentim. att. anche nel signific. neutr. e nel neutr. pass. Lat. obligare, devincire. Gr. καταδεσμεύειν.

200) Dizion.4° Ed. .
OGNI
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vol.3 pag.392-393

OGNI.
Definiz: Vale Tutto di numero; e malvolentieri s'adatta al plurale, ancorchè denoti pluralità, e universalità. Sembra, che più comunemente si usi scriverlo intero avanti qualsisia lettera, onde cominci la parola seguente. Lat. omnis. Gr. πᾶς.

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