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Dizionario 4° ediz.totali
369 369 voci
527 527 occorrenze
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201) Dizion.4° Ed. .
OGNINDĚ
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vol.3 pag.393

OGNINDÌ.
Definiz: V. A. Ogni dì, Giornalmente, interpostavi la N, per farne una dizion sola, siccome la S nella parola Ognissanti da Ogni santi. Lat. quotidie. Gr. ὁσημέραι.

202) Dizion.4° Ed. .
OMAGGIO
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vol.3 pag.399

OMAGGIO.
Esempio: Borgh. Vesc. Fior. 520. La parola uomo ec. traportata dal suo antico, e comune, e, come altre molte, a un nuovo, e proprio significato ristretta, cominciò a valere propria spezie di servitù, che si disse omaggio, la quale in che cosa, o quale atto specialmente, o principalmente consistesse, non saprei dire.

203) Dizion.4° Ed. .
OMICIDIO
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vol.3 pag.402

OMICIDIO.
Esempio: Maestruzz. 2. 29. 1. L'omicidio è uno uccidimento d'uomo fatto dall'uomo, e commettesi non solamente con fatti, ma anche colla parola.

204) Dizion.4° Ed. .
ONOREVOLE
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vol.3 pag.407-408

ONOREVOLE.
Esempio: Demetr. Segn. 74. La bellezza della parola sì è, che sia gioconda all'udito, e alla veduta, e di senso onorevole.

205) Dizion.4° Ed. .
OREGLIA
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vol.3 pag.425

OREGLIA.
Esempio: Guitt. lett. 1. Non è colore alcuno, nè forma a viso, parola, nè suono ad oreglie, odore a nare ec. ove non senta l'uomo alcuna difficoltà.

206) Dizion.4° Ed. .
ORMA
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vol.3 pag.430

ORMA.
Esempio: Varch. Ercol. 88. Dar le mosse a' tremuoti si dice di coloro, senza la parola, e ordine de' quali non si comincia a metter mano, non che spedire cosa alcuna, il che si dice ancora dar l'orma a' topi.

207) Dizion.4° Ed. .
OSO
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vol.3 pag.438

OSO.
Esempio: Dant. Par. 14. Forse la mia parola par troppo osa.

208) Dizion.4° Ed. .
OZIOSO
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vol.3 pag.451

OZIOSO.
Esempio: Omel. S. Greg. Quella parola è oziosa, alla quale manca o utilità di dirittura, o ragione di giusta necessità.
Esempio: G. V. 12. 7. 18. Perchè poich'egli uscì dell'ufficio, si dolse, e disse alcuna parola oziosa per una imposta gli era fatta per lo Duca, gli fece cavare la lingua infino allo strozzule.

209) Dizion.4° Ed. .
P
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vol.3 pag.451

P.
Definiz: Lettera assai simile al B, e all'V consonante, col quale molte voci si pronunziano scambievolmente; siccome COPERTA, COVERTA, SOPRANO, SOVRANO. Consente dopo di se delle consonanti nella medesima sillaba la L, e la R, e ne perde alquanto di suono; come PLACARE, APPLICAZIONE, PRATO, GINEPRO; quantunque colla L più di rado si truovi. Nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, ammette avanti di se la L, M, R, S, come ALPE, TEMPO, CORPO, ASPIDO; benchè la S gli si ponga avanti ancora nel principio di dizione, come SPADA, SPINTA. La S avanti al P si proferisce nel modo più comune, cioè col suono più intenso, quale è nella voce CASA, di che vedi nella lettera S.

210) Dizion.4° Ed. .
PANE
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vol.3 pag.474-476

PANE.
Definiz: §. XIII. Pane, diciamo ad una certa Quantità di zucchero, di burro, di pece, d'argento, di cera, o d'altre sì fatte cose, alla quale diremmo ancora Mozzo, pronunziato coll'O largo, e colla Z di suono sottile, come nella parola Rozzo.

211) Dizion.4° Ed. .
PARAULA
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vol.3 pag.488

PARAULA.
Definiz: V. A. Parola. Lat. verbum. Gr. λόγος.

212) Dizion.4° Ed. .
omografo. 1
PARLARE
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vol.3 pag.494

PARLARE.
Definiz: Sust. L'Atto del parlare, e la Parola stessa. Lat. sermo, verbum. Gr. λόγος, ἔπος.

213) Dizion.4° Ed. .
PARLATORE
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vol.3 pag.495

PARLATORE.
Esempio: Retor. Tull. Se la parola saráe nella favella degnitosa, il parlatore dicerà il detto suo, con levando, o con menando un poco la man dritta.

214) Dizion.4° Ed. .
PAROLA
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vol.3 pag.496-498

PAROLA.
Esempio: E Bocc. nov. 4. 9. D'una parola in altra procedendo, ad aprirle il suo desiderio pervenne.
Esempio: E Dan. Purg. 5. Quivi perdé' la vista, e la parola.
Esempio: Petr. son. 137. Ond'io non potei mai formar parola, Ch'altro, che da me stesso, fosse intesa.
Esempio: Amm. ant. 9. 4. 12. Essendo tu fedele interpetratore, non ti curare di sponere parola per parola.
Definiz: §. I. Parola, per Detto, Insegnamento.
Esempio: Vit. SS. Pad. 1. 13. Udì leggere quello Evangelio, nel quale dice Cristo: non abbiate sollecitudine per lo dì di domane. La qual parola anche intendendo detta per se ec.
Definiz: §. III. Andar sopra la parola, vale Assicurarsi sotto l'altrui fede.
Esempio: Varch. Ercol. 102. Andare sopra la parola d'alcuno, è stare sotto la fede sua di non dovere essere offeso.
Definiz: §. IV. Aver la parola, vale Aver la licenza.
Esempio: Vit. Crist. 171. E quegli, imperciocchè erano gravati di sonno, avuta la parola da lui, sì dormirono.
Definiz: §. VIII. Chiedere la parola, o Domandare la parola, vale Chiedere la licenzia. Lat. veniam, facultatem petere.
Esempio: Pass. 94. Chiese la parola allo scolaio di potere ragionare coll'abate suo, ch'era uno litterato uomo.
Esempio: Libr. Amor. 16. Appresso, se vuole, sanza dimandar parola, allato le può sedere.
Esempio: E Libr. Amor. appresso: Se 'l maschio è di minore ordine, che la femmina, non dee dimandare parola di sedere allato a lei, ma può domandare licenzia di sedere in luogo più basso.
Definiz: §. IX. Dar la parola, vale Dar la licenza, Permettere. Lat. veniam, facultatem concedere.
Esempio: Bocc. nov. 23. 22. Infino ad ora con la mia benedizione ti do la parola, che tu ne facci quello, che l'animo ti giudica, che ben sia fatto.
Esempio: Stor. Pist. 187. Piacesse loro di darli la parola, che potesse passare per loro terreno. Gli Reggiani gli diedono la parola.
Definiz: §. X. Dar parola, vale Acconsentire. Lat. assentiri. Gr. συμφωνεῖν.
Esempio: G. V. 5. 31. 2. I conti da Porciano mai non vollono dare parola alla detta vendita per la loro parte.
Definiz: §. XI. Dar parola, vale anche Promettere, Obbligarsi. Lat. spondere, fidem dare. Gr. ἐγγᾷν, ἐπαγγέλλεσθαι .
Definiz: §. XIII. Domandar la parola. v. il §. VIII.
Definiz: §. XVI. Far parola.
Definiz: §. XVII. Far delle parole fango; vale Non mantener la parola, Non attener le promesse. Lat. promissis non stare. Gr. τὰ ὑποσχέσεις οὐκ ἐπιτελεῖν .
Esempio: Salvin. pros. Tosc. 1. 193. Bella cosa! chiappare un pover uomo in parola, e in parola scappata di bocca dopo cena, quando veramente le parole non s'infilzano.
Esempio: Ar. Negr. 3. 1. Nè con lei, nè con altri muovere Parola.
Definiz: §. XXX. Non far parola, vale Non parlare, Tacere. Lat. tacere. Gr. σιγᾷν.
Esempio: Petr. canz. 4. 4. Questa, che col mirar gli animi fura, M'aperse il petto, e 'l cor prese con mano, Dicendo a me: di ciò non far parola.
Definiz: §. XXXI. Non ne far parola, vale Acconsentire. Lat. assentiri. Gr. συμφωνεῖν.
Definiz: §. XXXII. Ogni parola non vuol risposta; cioè Non bisogna tener conto, o levarsi in collora d'ogni minima cosa, che ti sia detta.
Definiz: §. XXXIII. Parola di Re.
Esempio: Varch. Ercol. 102. Quando alcuno vuole, che tutto quello, che egli ha detto, vada innanzi senza levarne uno iota, o un minimo che, si dice: e' vuole, che la sua sia parola di Re.
Definiz: §. XXXIV. Parola torta; vale Parola ingiuriosa.
Esempio: Fir. Rag. 148. Io credo certamente, che fra noi due sarebbe stato odio, e contenzione, che fino a questa ora, la Iddio grazia, non è stata una torta parola.
Definiz: §. XXXIX. Passar parola, termine per lo più militare, e vale Far sapere un ordine del capitano a tutto l'esercito, con dirlo successivamente l'uno all'altro senza romor di voci, o mutar posto. Lat. per tesseram edicere.
Esempio: Malm. 9. 37. Dipoi fa segno, Passa parola, e manda gente apposta.
Definiz: §. XLII. Pigliare in parole, o simili; vale Attaccarsi a una parola del parlar d'alcuno, stravolgendo il senso di sua intenzione, o abusandosi indiscretamente dell'altrui sincero, e discreto discorso per tenerlo obbligato. Lat. capere in sermone. Gr.
Esempio: Salvin. pros. Tosc. 1. 193. Bella cosa! chiappare un pover uomo in parola, e in parola scappata di bocca dopo cena.
Definiz: §. XLIII. Pigliar parola da alcuno; vale Farsi dar l'ordine, o la commissione di quel, che si debba fare.
Esempio: Varch. Ercol. 102. Pigliar la parola dal tale, che gli antichi dicevano, accattare, è farsi dare la parola di quello, che fare si debba.
Definiz: §. XLV. Quistione di parola, o simili; si dice di Controversia, o d'altro, che sola consista nella formalità delle parole, e non nella sostanza del negozio. Lat. quaestio de nomine.
Esempio: Varch. Ercol. 80. Quando alcuno averà in animo, e poco meno che aperte le labbra per dover dire alcuna cosa, e un altro la dice prima di lui ec. alcuni usano (dire) ec. tu m'hai rotto la parola in bocca.
Esempio: Dittam. 5. 5. Figliuol, diss'egli, non t'avvenga mai, Quand'un parla, di romper la parola, Se cagion degna a domandar non hai.
Definiz: §. LI. Una parola tira l'altra; vale, che il Discorrere fa discorrere; ma si dice più propriamente del Provocarsi con ingiurie scambievoli.
Esempio: Tac. Dav. ann. 2. 33. L'una parola tirò altra sino agli oltraggi.
Esempio: Salvin. pros. Tosc. 1. 574. Di cosa nasce cosa, come è in proverbio, e una parola tira l'altra.
Definiz: §. LII. Uomo di sua parola, vale Uomo, che mantiene quel, che e' promette.
Esempio: Varch. Ercol. 99. D'uno, che attende, e mantiene le promessioni sue, si dice: egli è uomo della sua parola.

215) Dizion.4° Ed. .
PAROLACCIA
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vol.3 pag.498

PAROLACCIA.
Definiz: Peggiorat. di Parola.

216) Dizion.4° Ed. .
PAROLETTA
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vol.3 pag.498

PAROLETTA.
Definiz: Dim. di Parola.

217) Dizion.4° Ed. .
PAROLONE
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vol.3 pag.498

PAROLONE.
Definiz: Accrescit. di Parola. Lat. speciosum verbum, sesquipedale verbum. Gr. ἀμαξιαῖον ῥῆμα.

218) Dizion.4° Ed. .
PAROLOZZA
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vol.3 pag.498

PAROLOZZA.
Definiz: Parola materiale, e rozza.

219) Dizion.4° Ed. .
PAROLUZZA
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vol.3 pag.498

PAROLUZZA.
Definiz: Dim. di Parola.

220) Dizion.4° Ed. .
PEGNO
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vol.3 pag.534

PEGNO.
Definiz: §. VI. Dar la fede in pegno; vale Impegnarsi di parola ad alcuna cosa.

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