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Dizionario 2° ediz.totali
198 198 voci
274 274 occorrenze
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101) Dizion.2° Ed. .
LA ENTRO
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pag.459

LA ENTRO.
Definiz: ¶ Talora l'usiamo per lo stesso, che LA, e la parola entro è per ripieno, e aggiunto per leggiadría, e per proprietà di linguaggio.

102) Dizion.2° Ed. .
LEPORINO
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pag.471

LEPORINO.
Esempio: Com. Purg. c. 11. Altri di paura leporina, con la parola grosseggiando, mostrano uno ardir di leone.

103) Dizion.2° Ed. .
LETTERA
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pag.471

LETTERA.
Definiz: ¶ In vece di parola. Latin. verbum.

104) Dizion.2° Ed. .
M
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pag.485

M
Definiz: LETTERA, sorella della N, prendendosi in cambio di essa, seguitandone B, o P, per miglìor pronunzia, come LEMBO, EMPIO. Delle consonanti, nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, riceve dopo di se, il B, e 'l P, come GREMBO, AMPIO. Consente similmente in mezzo di parola innanzi di St, e in diversa sillaba, la L, R, S, come ALMA, ORMA, RISMA, quantunque la S si truovi di rado nel mezzo della parola, e sarà, per lo più, ne' verbi composti, con la preposizione DIS, come DISMETTERE: ma nel principio è più frequente, come SMANIA, SMARRITO. Profferiscesi la S, innanzi alla M, nel secondo modo, cioè, con sottil suono, e rimesso, come nella VOCE ROSA, conforme a quello, che si dice nella lettera S. Raddoppiasi nel mezzo della parola, quando egli occorre, come FEMMINA MAMMA, ec.

105) Dizion.2° Ed. .
MATERNO
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pag.503

MATERNO.
Esempio: Boccac. nov. 16. 31. Ne la soprabbondante pietà, e allegrezza materna, le permisero di potere alcuna parola dire.

106) Dizion.2° Ed. .
MENDACE
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pag.509

MENDACE.
Esempio: G. V. 6. 42. 1. Ma male sempre interpretare la parola mendace.

107) Dizion.2° Ed. .
METRO
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pag.515

METRO.
Esempio: But. Lo metro. Cioè, come s'accorda la nota del canto con la sua parola che la segna, o con la sua mistura. Lo metro è lo segno, e la nota è la cosa segnata.

108) Dizion.2° Ed. .
METTERE
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pag.515

METTERE.
Definiz: ¶ Per cavare, ma con la parola, fuori. Lat. eximere.

109) Dizion.2° Ed. .
omografo. 4
MEZZO
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pag.516

MEZZO
Esempio: E Bocc. n. 73. 23. Ne alcun fu, che parola mi dicesse, ne mezza.

110) Dizion.2° Ed. .
MISTERIALMENTE
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pag.522

MISTERIALMENTE.
Esempio: Vit. Cr. Dunque misterialmente, e non pertinacemente disse quella parola.

111) Dizion.2° Ed. .
MORALIZZARE
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pag.528

MORALIZZARE.
Esempio: But. Imperocchè non fu intenzion dell'Autore porre ogni cosa allegoricamente, ne io intendo ogni parola moralizzare.

112) Dizion.2° Ed. .
MORMORIO
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pag.530

MORMORIO.
Esempio: Mor. S. Greg. Al tempo della parola nascosa, e del divino mormorío, quando disse, ec.

113) Dizion.2° Ed. .
MOSSE
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pag.531

MOSSE.
Definiz: ¶ E dar le mosse a' tremuoti, si dice di coloro, senza la parola, e ordine de' quali, non si mette mano in cosa veruna: detto in ischerzo.

114) Dizion.2° Ed. .
MUSICA
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pag.536

MUSICA.
Esempio: Mor. S. Greg. Io non voglio, che, per lo nome della parola, noi intendiamo quell'organo della musica, lo quale è così appellato: imperciocchè non è da credere, che, in tanta afflizion di pene, questo Santo usasse diletto di musica, conciossiach'egli è scritto. La musica nel pianto, è ingiuriosa narrazione.

115) Dizion.2° Ed. .
N
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pag.536

N
Definiz: Lettera di suono simile alla M. Laquale si raddoppia, come l'altre consonanti, dove è mestiere, come PANNO, CENNO, ec. Posta dopo la G, perde una gran parte del suo suono, e quasi un'altra lettera ne diventa, e ciò addivien sempre nel mezzo della parola, e nella sillaba stessa: come AGNELLO. Può forse talora avvenir ciò, in principio di parola, ma molto di rado, e forse una volta, o due solamente, come GNAFFE, GNAU. Riceve dopo di se delle consonanti il C, D, F, G, S, T, V, Z, nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, e mantiene lo 'ntero suono: come BANCO, BANDA, ENFIATO, VANGELO, MENSA, VENTO, CONVITO, STANZA. Ammette avanti di se, in mezzo della parola, e in diversa sillaba, La R e S, come ARNIE, DISNEBBIARE, quantunque la S non si trovi mai in mezzo di parola, se non ne' verbi composti, con la preposizione DIS, ma nel principio più spesso, come SNODARE. E sempre si pronunzia la S, come avanti la N, nel suono più sottile, quale nella voce confusa, come si dice nella lettera S.

116) Dizion.2° Ed. .
NE
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pag.539-540

NE.
Definiz: ¶ L'usiamo eziandio davanti alla parola, VERO, per avverbio, che dimandi, e quasi si ricerchi testimonianza dal domandato, in confermazion del suo detto, e allato scriverle l'apostrofo, in cambio dell'E' per egli, che vi manca: va pronunziato dolcemente, sì come quando serve per proposizione, e articolo, come, ne' quali, cioè.
Definiz: ¶ Talora si mette in vece della proposizione IN, quando le segue appresso l'articolo, così masculino, come femminino, e così del numero del meno, come del più, e pronunziasi con l'E stretta: e quando subentra in tal luogo, si congiugne sempre con l'articolo, perciocchè la NE, come proposizione, per se sola, in questa lingua non si ritrova, e entra nel favellare in vece della IN, perchè la IN non si congiugne con articoli, se non con istroppio della pronunzia, ancorchè da alcuni sia stato tal volta, per necessità, usato nel verso: e dicesi: nella, nelle, nello, nelli: composti da IN e dall'articolo, come in il, in lo, in la, in le, in li, e se le raddoppia la consonante, faccendone tutta una parola, e dell'articolo e d'essa, forse a distinzione della negativa, che abbia anch'ella avanti l'articolo, ma non si congiunga con esso lei, come,
Esempio: Esempio del Compilatore ne la tua, ne la mia parola varrà, ne le loro parole, ne le nostre.
Definiz: ¶ E quando a NELLO seguita appresso parola, che cominci da consonante, si tronca, e lievaglisi il lo, e dicesi in cambio di nello, nel.
Definiz: ¶ Quando ha avanti parola, che cominci da una consonante, o da due, che si liquefacciano, si scrive NE' con l'apostrofo, come:
Definiz: ¶ Quando comincia da parola di due consonanti, che non si liquefacciano, come spirti, stimoli, si mantien, NEGLI, e simile da parola cominciante da tre consonanti, come, sproni, strabocchevoli, sdruccioli.

117) Dizion.2° Ed. .
NOCENTE
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pag.545

NOCENTE.
Esempio: Bocc. n. 16. 19. Avendo, per alcuna parola di Currado, compreso qual fosse l'animo suo, verso i nocenti.

118) Dizion.2° Ed. .
NONA
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pag.546

NONA.
Definiz: ¶ Diciamo Far le none, o Sonar le none, forse per allusione alla parola NON, Che è, quando uno dubita, che un'altro non lo richiegga d'alcun servigio, comincia, prevenendo, a dire, che non può per più cagioni, far quella tal cosa.

119) Dizion.2° Ed. .
OBBLIGARE
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pag.551

OBBLIGARE.
Definiz: Legare, o per parola, o per iscrittura, o per cortesia e per benifici. Lat. obligare.

120) Dizion.2° Ed. .
OGNINDI
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pag.555

OGNINDI.
Definiz: Ogni dì, giornalmente, interpostavi la N. per farne una dizion sola, sì come, la S nella parola Ognissanti, da ogni santi. Lat. quotidie.

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