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1) Dizion.4° Ed. .
omografo. 1
AVERE
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vol.1 pag.332-337


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AVERE.
Definiz: Verbo, che dinota possedimento di cosa, ed è semplice, e coniugato: coniugato, o con se medesimo, o co' verbi d'attiva terminazione ne' lor preteriti, e ne' futuri del soggiuntivo, e dell'infinito, ed è anche coniugato dagli altri verbi. Lat. habere. Gr. ἔχειν. E di esso, e degli antichi verbi difettivi Aggio, e Abbo, si darà notizia appresso, e colla dichiarazione agli esempli, e colla distinzione delle maniere.
Definiz: AVERE. Verbo, in varie guise usato nel sentim. possessivo. Lat. habere. Gr. ἔχειν.
Esempio: Bocc. nov. 7. 6. Il quale si crede, che sia il più ricco prelato di sue entrate, che abbia la Chiesa di Dio dal Papa in fuori.
Esempio: E Bocc. nov. 54. 3. Voi non l'avrì da mi, donna Brunetta, voi non l'avrì da mi (quì è coniugato alla Lombarda)
Esempio: EBocc. nov. 61. 4. Ordinò con una sua fante, che Federigo le venisse a parlare ad un luogo molto bello, che il detto Gianni avea in Camerata.
Esempio: E Bocc. nov. 62. 9. Ho nondimeno provveduto e trovato modo, che noi avremo del pane.
Esempio: E Bocc. nov. 76. 15. Ma che n'avesti, sozio alla buona fe? avestine sei?
Esempio: Nov. ant. 1. 6. Messere, questa pietra, vale la migliore cittade, che voi avete.
Esempio: Dant. Par. 17. Che l'animo di quel, ch'ode, non posa, Nè ferma fede per esempio, ch'haia La sua radice incognita, e nascosa (cioè abbia, per sincope)
Definiz: §. I. Per Tenere, Pigliare, Togliere.
Esempio: Bocc. nov. 14. 15. Un sacco gli donasse, e avessesi quella cassa.
Definiz: §. II. Per Conseguire. Lat. habere, consequi. Gr. ἐπιτυγχάνειν.
Esempio: Bocc. nov. 18. 27. Darebbe opera a fare, che egli il suo piacere avrebbe.
Definiz: §. III. Per Sentirsi.
Esempio: Bocc. nov. 67. 7. Che avesti Anichino? Duolti così, ch'io ti vinco?
Esempio: E Bocc. nov. 69. 17. Or che avesti? Che fai cotal viso?
Definiz: §. IV. Per Reputare, Stimare. Lat. ducere, existimare. Gr. νομίζειν.
Esempio: Bocc. nov. 1. 30. Diedegli la sua benedizione, avendolo per santissimo uomo.
Esempio: E Bocc. nov. 11. 11. Martellino rispondea motteggiando, quasi per niente avesse quella presura.
Esempio: E Bocc. nov. 27. 32. Abbigli per fratelli, e per amici.
Esempio: E Bocc. Vis. 9. Segui Fabricio, che gli eccelsi onori Più disiò, che posseder ricchezza, Avendo quei per più cari, e maggiori.
Esempio: Rusp. rim. Un, ch'io non ho per buon, non che per santo.
Definiz: §. V. Per Procacciare, Provvedere.
Esempio: Nov. ant. 54. 2. Che ordinò questa gentil donna? Ebbe uno cavallo, e da' suo' fanti il fece vivo scorticare.
Definiz: §. VI. Avere, vale talora Far venire a se, o alla sua presenza; Avere a se.
Esempio: Nov. ant. 2. 4. Mandò per questo Greco, ed ebbelo in luogo segreto.
Esempio: E Nov. ant. nov. 65. 2. Il Re cominciò a ridere, e incontanente ebbe uno della sua famiglia, e mandò a sapere della contenzione di questi due ciechi.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 91. Una sera ebbe due contadini, e pregolli fussero con lui.
Esempio: E Franc. Sacch. nov. 98. L'altro dì sull'ora imposta si trovò con Noddo, ed ebbono Michele Cini.
Definiz: §. VII. Abbo, vale lo stesso, che Ho, onde abbiendo, abbiente, e simili, che oggi non son più in uso.
Esempio: Dan. Inf. 15. E quanto io l'abbo in grado, mentre io vivo Convien, che nella lingua mia si scerna.
Esempio: E Dan. Inf. 32.Se io avessi le rime aspre, e chiocce ec. Io premerei di mio concetto il succo Più pienamente; ma perch'io non l'abbo ec.
Esempio: Vit. Crist. D. Abbiendo da vivere, e vestimento secondo la convenevole necessità, e non a soperchianza.
Esempio: Vit. Plut. Strad. Mentre ch'eri esiliato, noi abbiavamo tribolazione.
Esempio: G. V. 7. 101. 1. Abbiendo raunato grande oste in Toscana si partì di Francia.
Definiz: §. VIII. Aggio è lo stesso, che Ho, ma non ha se non le voci del tempo presente del subiuntivo, e quella della prima persona del presente dell'indicativo.
Esempio: Petr. son. 19. V'aggio profferto il cuor, ma a voi non piace Mirar sì basso.
Esempio: E Petr. son. 82. Però, signor mio caro, aggiate cura, Che similmente non avvegna a voi.
Definiz: AVERE. Verbo, in vece del verbo Essere. v. Dep. Decam. c. 23.
Esempio: Bocc. g. 3. f. 10. Ed ebbevi di quegli, che intender vollono alla Melanese.
Esempio: E Bocc. nov. 34. 12. Al mostrar del guanto rispose, che quivi non avea falconi al presente, perchè guanto v'avesse luogo.
Esempio: G. V. 1. 44. 2. E portò seco del vino, il quale dagli oltramontani non era usato, nè conosciuto per bere, perocchè di là non avea mai avuto vino, nè vigna.
Esempio: Liv. M. Tutti furo battuti colle verghe, nel mezzo della piazza, ed ebbono tagliata la testa (cioè: fu loro tagliata la testa)
Definiz: AVERE. Verbo, posto assolutamente, e senza il sustantivo dopo di se, riceve diversi significati, secondo, che mostrano gli esempj.
Esempio: Diar. Mon. Al tutto se i minuti avessero vinto, ogni buon cittadino, che avesse, sarebbe stato cacciato di casa sua (cioè, che possedesse facultà)
Esempio: Bocc. nov. 18. 22. Perchè parte parve al medico avere della cagione della infermità del giovane (cioè aver trovata, rinvenuta, investigata)
Esempio: E Bocc. nov. 39. 7. Donna, io ho avuto da lui, ch'egli non ci può esser di quì domane (cioè io ho avuto avviso)
Esempio: Urban. E mirandole i fianchi, e grossissimi veggendoli, ebbe di certo, lei esser gravida.
Esempio: Lab. 85. Donde, che tu te l'abbi, niuna cosa te n'asconderò.
Esempio: G. V. 12. 83. 4. E per lettere di nostri cittadini degni di fede, ch'erano in que' paesi, s'ebbe, come a Sibastia, piovveno grandissima quantità di vermini.
Esempio: E G. V. 11. 2. 19. E questo io autore, per saperne il vero, ebbi dall'Abate di Vallombrosa uomo religioso, e degno di fede, che disaminando l'ebbe dal detto suo Romito (in questi quattro esempj, vale: Intendere, Sapere)
Esempio:
Definiz: AVERE. Verbo ausiliare, per sua proprietà coniugato co' verbi d'attiva terminazione, tanto di signific. atti. quanto di neutr. sottentra al mancamento delle voci de' loro tempi, e fanne la formazione, senza alterare niente il signific. del verbo, col qual si coniuga.
Esempio: Bocc. nov. 29. 4. Nè s'era ancora potuto trovar medico ec. che di ciò l'avesse potuto guerire, ma tutti l'avevano peggiorato.
Esempio: E Bocc. nov. 69. 19. E holti buona pezza taciuto per non fartene noia.
Esempio: E Bocc. nov. 94. 12. Io mi ricordo avere una volta inteso, in Persia essere, secondo il mio iudicio, una piacevole usanza.
Esempio: Petr. son. 123. E vidi lagrimar que' duo' bei lumi, Che han fatto mille volte invidia al sole.
Esempio: Cavalc. Med. cuor. Poi ch'io fu' monaco, mi abbo saputo vincere, che mai ec.
Esempio: Tes. Br. 1. 3. Per dimostrare le tre diverse nature, ch'io abbo divisate.
Esempio: Vit. Crist. E state sicuramente, imperciocchè io abbo vinto il mondo.
Esempio: E Vit. Cr. appresso: Abbiendo Messer Giesù compiuti li ventinov'anni.
Esempio: Fr. Giord. Pred. S. Andò coll'armi de' pastori, con una rombola solamente, ed ebbeti morto costui.
Esempio: Dant. Inf. 1. Poich'ebbi riposato il corpo lasso, Ripresi via per la piaggia diserta.
Esempio: Tratt. Giamb. E quando hei così detto, mi levai ritto in piedi, del tenebroso luogo pensando.
Esempio: E Tratt. Giamb. appresso: E quando hei assai cercato, e veduto, e diligentemente considerato, sì mi mosse il cuor mio a pietade (cioè: ebbi, per sincope, modo antico)
Definiz: AVERE. Verbo, talora coniuga se medesimo.
Esempio: Bocc. Introd. 27. Oltre a cento milia creature umane, si crede per certo, dentro alle mura della città di Firenze essere stati di vita tolti, che forse anzi l'accidente mortifero non si saria stimato tanti avervene dentro avuti.
Esempio: E Bocc. nov. 12. 4. Ho sempre avuto in costume camminando di dire la mattina, quando esco dell'albergo, un pater nostro, ed una ave maria.
Esempio: E Bocc. nov. 61. 8. Egli è la fantasima, della quale ho avuto a queste notti la maggior paura, che mai s'avesse.
Esempio: E Bocc. nov. 76. 13. Chi avuto avrà il porco, non potrà mandar giù la galla.
Esempio: E Bocc. num. 15. Io l'aveva per lo certo tuttavia, che tu te l'avevi avuto avuto tu.
Esempio: Liv. M. E la 'nvidia, ch'io avrei avuta di continuare il magistrato, sia appiccolata.
Definiz: AVERE. Verbo, è coniugato ancor passivamente.
Esempio: Bocc. pr. 5. Sì perchè più utilità vi farà, e sì ancora, perchè vi fia più caro avuto.
Definiz: AVERE. Verbo, usato in alcune sue particolari voci, forma alcune maniere di dire, come: Ne hai, ne hai, che nel fin del giuoco si dice al compagno, e vale; Noi siam del pari, che anche si direbbe, Ne fa, ne fa, o pure: Tu ne hai molti, cioè danari, o simili.
Esempio: Pataff.1. Ne hai ne hai pilorci con mattana.
Definiz: AVERE. Verbo, usato innanzi all'infinito del medesimo verbo Avere colla particella A, come per ragione d'esemplo: Avere a avere, vale Esser creditore, Dover ricevere; si costruisce in ogni sua parte in tal maniera, e mantiene simil significanza, dicendosi:
Esempio: Esempio del Compilatore Io ho a avere, Tu hai a avere, Quegli ha a avere.
Definiz: In tal locuzione l'uso, per isfuggire l'incontro delle vocali, ha introdotto il dire anche Aver da avere, e similmente in tutte le altre persone, e tempi:
Esempio: Esempio del Compilatore Tu avevi da avere, Io avere' da avere ec.
Esempio: Bern. rim. E dare agli altri per aver a avere.
Esempio: E Ber. rim. altrove: Lasciatevi pensare a chi ha da avere.
Definiz: AVERE. Verbo, posto avanti agli infiniti de' verbi colla particella A, piglia forza del verbo Dovere; come Avere a fare, Avere a leggere, Avere a mangiareec. e con tal forma si esprime Il dover fare, Il dover leggere, Il dover mangiare ec.
Esempio: Car. lett. 1. 28. Non parlavano per non aver a dar conto della loro ignoranza.
Definiz: AVERE. Verbo, precedente agli infiniti d'altri verbi colla particella CHE, come Aver che fare, Aver che leggere, Aver che mangiare ec. forma locuzione significante Aver cose da fare, cose da leggere, cose da mangiare ec.
Esempio: Fr. Giord. Pred. R. Erano cotanto poveri, che gran parte del tempo non aveano che mangiare.
Esempio: Guitt. lett. Intendete, che non vi scrissi, perchè non ebbi, che scrivere.
continua...

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