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1) Dizion.4° Ed. .
AGGRADIRE, e AGGRADARE
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vol.1 pag.90


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AGGRADIRE, e AGGRADARE.
Definiz: Essere a grado, o in grado Piacere, Soddisfare. Lat. placere, arridere, gratum esse. Gr. ἀρέσκειν.
Esempio: Bocc. nov. 29. 3. E perciò tempo è, che per me si faccia quello, che v'aggradirà.
Esempio: E Bocc. nov. 37. 5. Li quali tanto all'una parte, e all'altra aggradirono, che ec. a dovervi essere si faceva incontro l'uno all'altro.
Esempio: E Bocc. nov. 93. 17. Prendila adunque, s'ella t'aggrada, io te ne priego.
Esempio: Dant. Inf. 2. Tanto m'aggrada 'l tuo comandamento, Che l'ubbidir, se già fosse, m'è tardi.
Esempio: Petr. son. 75. Che mal si segue ciò, ch'a gli occhi aggrada.
Esempio: Rim. ant. Dant. da Maian. Che mai non fu, nè fia alcun gradaggio, Più m'aggradasse, che di voi servire.
Definiz: §. I. Nello stesso significato si dice: Andare a gusto, Andare a fantasia, a sangue, a pelo, ma son modi, che hanno del basso.
Definiz: §. II. Per Gradire, Avere in pregio.
Esempio: Process. Innoc. 4. Avvegna ancora ha fatta amistade co' Saracini ec. e aggradiva le loro usanze.
Esempio: Dant. da Maian. Ball. Ch'eo non fino pensando ec. Com'eo possa servire, Ed aggradire vostra benvoglienza.
Esempio: Ar. Fur. 1. 3. Piacciavi generosa Erculea prole, Ornamento, e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole, E darvi sol può l'umil servo vostro.

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