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omografo. 3
AVACCIO
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vol.1 pag.326-327


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» AVACCIO
AVACCIO.
Definiz: V. A. Avverb. Avacciatamente. Lat. cito, celeriter. Gr. ὠκέως.
Esempio: Dial. S. Greg. M. Gli legami s'incominciaro a scioglier per loro medesimi, per tal modo, e in tal fretta, che da uomo così avaccio non si sarebbon potuti sciorre.
Esempio: Albert. 25. Proprietade è di colui, che dà volentieri, di dare avaccio.
Esempio: Liv. M. Le spie tornarono assai avaccio, e recaro novella ec.
Esempio: Dant. Inf. 10. Perch'io pregai lo spirito più avaccio.
Esempio: E Dan. Par. 16. E cieco toro più avaccio cade, Che cieco agnello.
Esempio: Fir. As. 130. Nè vi andò guari, che il marito tornato un poco più avaccio, che l'usato ec. le disse.
Definiz: §. I. Avaccio avaccio, così raddoppiato ha forza di superl.
Esempio: Burch. 1. 69. Dicono il mattutino avaccio avaccio Senza tonaca, o corta, o pivale.
Definiz: §. I. Più avaccio, vale Piuttosto. Lat. potius. Gr. μᾶλλον, ἐπὶ μᾶλλον.
Esempio: Albert. 45. La scienza, ch'è rimossa dalla giustizia, è più avaccio da appellare ingegnamento, che savere.
Esempio: Fr. Giord. Pred. G. Ma dirai, perchè sono eglino più avaccio Serafini, che Cherubini?
Esempio: Br. Rett. E vuol per molti più avaccio perire, che con molti.
Definiz: §. II. O tardi, o avaccio, che oggi si dice O tardi, o accio; maniera proverb. e vale l'istesso, che o Prima, o poi. Lat. serius, ocyus.

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