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1) Dizion.4° Ed. .
TARDI
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vol.5 pag.16-17


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TARDI.
Definiz: Avverb. Fuor di tempo, Fuori d'otta per soverchio indugio, Travalicata l'ora, Dopo 'l tempo convenevole, e opportuno. Lat. sero. Gr. ὀψέ.
Esempio: Bocc. nov. 15. 21. Perchè egli gia sospettando, e tardi dello inganno cominciandosi ad accorgere ec.
Esempio: Petr. cap. 3. Tardi pentito di sua feritate.
Esempio: E Petr. son. 232. Ed è (ben sai) Quì ricercargli è intempestivo, e tardi.
Esempio: Dant. Inf. 1. Nacqui sub Iulio, ancorchè fosse tardi.
Esempio: But. ivi: Cioè benchè fosse tardi lo mio nascere, e questo dice, perchè fu lo suo nascere presso alla morte di Cesare.
Esempio: Pass. 115. Rispondendo egli, che conosceva bene d'avere errato, ma che troppo era tardi a tornare a penitenza: disse il cherico, che la vera penitenza non era mai tardi.
Esempio: Varch. Ercol. 57. Tu saresti tardi alla fiera a Lanciano.
Definiz: §. I. Talora, vale Con indugio, Con tardezza. Lat. tarde. Gr. βραδέως.
Esempio: Cavalc. Frutt. ling. Quando Iddio tardi esaudisce, careggia li suoi doni, non gli niega.
Esempio: Dant. Conv. 108. Amore ec. non è altro, che unimento spirituale dell'anima, e della cosa amata, nel quale unimento di propria sua natura, l'anima corre tosto, o tardi, secondo che è libera, o impedita (cioè: corre con fretta, o cammina con indugio)
Esempio: Malm. 6. 2. Ma state pur, perchè tardi, o per tempo Lo sconterà.
Definiz: §. II. In forza di nome, vale In sull'ora tarda, Vicino all'ora tarda, sì da sera, che da mattina.
Esempio: Bocc. nov. 12. 6. Essendo già tardi, di là da Castel Guiglielmo, al valicare d'un fiume ec. assalitolo, il rubarono.
Definiz: §. III. Al tardi, posto avverbialm. vale lo stesso. Lat. sero.
Esempio: Bocc. nov. 40. 12. Madonna, io vidi questa sera al tardi, dirimpetto alla bottega di questo legnaiuolo nostro vicino, un'arca.
Esempio: E Bocc. nov. 86. 4. Tolti una sera al tardi due ronzini a vettura ec. sopra il pian di Mugnone, cavalcando, pervennero.
Definiz: §. IV. Farsi tardi, Essere tardi, Sembrare tardi, o simili; esprimono desiderio di volere alcuna cosa con prontezza.
Esempio: Filoc. 5. 154. Amico, a me si fa tardi, che quel, che imprometti, si fornisca.
Esempio: E Filoc. 6. 152. Deh quanto mi è tardi, che io manifestar mi ti possa.

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