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1) Dizion.2° Ed. .
PELO
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pag.591


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PELO.
Definiz: Parte escrementale, radicata nella pelle degli animali, laquale da' medici è detta cute, ed esce fuor per li pori, derivante dagli escrementi dall'ultima cozione, che manda la natura dalle parti interiori all'esteriori. Lat. pilus.
Esempio: Bocc. nov. 79. 40. Così tutti i peli gli s'arricciarono addosso.
Esempio: Tes. Br. 1. 11. Se tu levassi li peli delle ciglia dell'huomo, tu ne leveresti piccola cosa, ma tutto 'l corpo ne sarebbe più laido.
Esempio: Dan. Purg. 2. Trattando l'aer con l'eterne penne, che non si mutan, come mortal pelo.
Esempio: E Dan. Inf. c. 1. Una lonza leggiera, e presta molto, che di pel maculato era coperta.
Esempio: E Dan. Purg. c. 16. Ne a sentir di così aspro pelo.
Definiz: Il Petr. proverbialmente disse nel Son. 98.
Esempio: Petr. Son. 98. Vero è 'l proverbio, ch'altri cangia il pelo, Anzi che 'l vezzo.
Definiz: ¶ Per ugualità, qualità, condizione. Lat. conditio.
Esempio: Cron. Vell. Tolse per moglie monna lisa, figliuola di Bindo Folchi, e quantochè il detto parentado non mi piacesse troppo, ne sono del pelo nostro, ec. piacendo a lui, ec. l'assentì.
Definiz: ¶ Comunemente si dice. Il lupo cangia il pelo, ma non il vezzo, di chi essendo malvagio per natura, mai non si rimane di malvagiamente operare, gr. ὁ λύκος τὴν τρίχα, οὐ τὴν γνώμην ἀλλάττει. Lupus pilum mutat, non mentem. Flos. 100.
Esempio: Boccac. 77. 25. lo Scolare, che di mal pelo avea taccata la coda di malo pelo aver taccata la coda. [Qui è pur proverbialmente detto: dicesi di malizioso, e d'astuto. Lat. vulpis reliquiae.]
Definiz: Lasciare il pelo, o del pelo: è lasciar del suo, dove l'huomo pensa di trarne, come del giuoco: pagare il fio dell'offese fatte, tolto dal cane, che al suo morso si toglie del suo pelo, per medicarsi.
Esempio: Morg. Io vo' che chi mi morde lasci 'l pelo.
Definiz: ¶ E da questo, e' non mi morse mai cane, ch'io non avessi del suo pelo, che è: e' non mi fu mai fatto ingiuria niuna, ch'io non me ne vendicassi.
Definiz: Rivedere il pelo: vale, o dar delle busse a uno, o rivedergli severissimamente il conto delle sue azioni.
Definiz: Rilucere il pelo, si dice di chi è grasso, e fresco, e ben tenuto.
Esempio: Beca. La Beca mia è soda, e tarchiatella, Ch'e' le riluce, Dio la salvi, il pelo.
Definiz: ¶ E Tondo di pelo, si dice a chi è di grosso ingegno. Lat. Hebeti ingenio.
Esempio: Morg. E ch'e' m'avea ben per tondo di pelo, A creder, che 'l suo inganno riuscisse.
Definiz: ¶ Ed esser d'un pelo, e d'una lana, si dice di due de' medesimi costumi, ma si piglia in cattiva parte. Latin. esse ex eodem lino. Il Morg. in cambio di lana disse BUCCIA.
Esempio: Morg. Che tutti siam d'un pelo, e d'una buccia esser d'un pelo e d'una buccia.
Definiz: Andare a pelo, si dice di cosa, che si confaccia al gusto, tolta la metaf. da' pezzi del panno, che si cuciono, ove s'ha riguardo, che 'l pelo si confaccia, e vada per un medesimo verso.
Esempio: Fir. Trinuz. Secondo ch'io poteti vedere, voi le andavate molto a pelo.
Definiz: ¶ E PELO diciamo anche alle picciole crepature delle mura: e talora lo pigliamo per un picciolissimo spazio. Tirati in là un pelo tirarsi in là un pelo, cioè quanto è grosso un pelo.
Definiz: ¶ E da PELO, PELOSO, cioè di folto pelo. Lat. pilosus.
Definiz: ¶ E carità pelosa: che è alcuna cosa fatta in sembianza di carità, che ritorni in utile di chi l'usa:
Definiz: ¶ E PELURIA a que' peli, che rimangono in su la carne agli uccelli pelati.
Definiz: ¶ E spelazzare termine de' lanaiuoli, che è il trascer la lana, e, quasi pelandola, levar la cattiva dalla buona.
Esempio: Cant. Carn. Benchè bell'arte sia lo spelazzare, Donne, noi divettiamo.
Definiz: ¶ E Spelazzino. Che spelazza.
Esempio: Morg. E hannovi in un solcio i Paladini, Poi fuggon tutti, come Spelazzini.
Esempio: Burch. E io conchiuggo, che gli Spelazzini ognun vorrebbe, ec.

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