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CUCINA
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pag.239


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CUCINA.
Definiz: Luogo, dove la vivanda si cuoce. Lat. culina.
Esempio: Bocc. Introd. n. 52. Misia mia fante, e Licisca di Filomena, nella cucína saranno continue.
Esempio: E Bocc. n. 7. 8. E veduta la gran moltitudine delle tavole messe, e 'l grande apparecchio della cucina.
Esempio: Sen. Pist. Le cucine de' ghiottoni son piene di cuochi, e di garzoni, che apprendono l'arte di cucina. Lat. coquinaria.
Definiz: ¶ Per la vivanda stessa. Lat. epulae, dapes.
Esempio: Vit. Crist. Li mandoe un poco di cucína, ch'ella avea apparecchiata.
Esempio: Vit. S. Pad. Quello suo ministro, ciò udendo, per grandi nozze, cosse della cucína, e, quando fu cotta, mangiarono. Oggi in questo significato è rimasa ne' contadini, e vale minestra, brodo, o peverada. Lat. ius.
Definiz: ¶ Parlandosi di civaie. Di buona cucina, vale atte a ben cuocersi, cocitoie, o cottoie. Lat. coctibilis.
Esempio: Pallad. Imbagnandole con acqua immirrata diventano di buona cucina.
Esempio: Cr. 3. 13. 3. La grande, e nuova, e che sia di buona cucína, ec. E se la lente si mescoli tra la cenere, meglio si serba, che non gorgoglia, e diventa di buona cucína.
Definiz: ¶ Onde per metaf. Di buona cucína diciamo di donna, che agevolmente si pieghi a' voleri altrui. Lat. facilis ad pudicitiam prostituendam.
Esempio: Morg. E Filiberta ha l'occhio del ramarro, E stata è sempre di buona cucína.

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