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CULO
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Omografo 1
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CULO.
Definiz: | quella parte deretana del corpo, con la quale si siede. Lat. podex. Gr.
κῶλος. |
Esempio: | Bocc. n. 32. 15. Ed ella rimase, facendo sì gran galloría, che non le toccava il
culo la camicia [cioè, che la grande allegrezza non le lasciava sentir la camicia, ch'ella avea in dosso] modo
basso. |
Esempio: | E Bocc. n. 68. 21. Con le calze a campaníle e con la penna in
culo. Detto per ischerno. |
Esempio: | E Bocc. n. 79. 12. E' vi sono tutte le Reine del Mondo, io
dico infino alla Schinchimurra del Presto Giovanni, che ha, per me 'l cul, le corna. |
Esempio: | Dan. Inf. c. 21. Ed egli avea del cul fatto trombetta. |
Definiz: | Diciamo in modo basso. Fare il cul lappe lappe, di chi ha eccessiva paura, e tale, che infino al
culo gli trema. Lat. metu obstupescere. |
Esempio: | Morg. E chi frappa, e chi taglia Tanto ch'ognun gli voltava le chiappe, Perocchè 'l
cul gli facea lappe lappe. |
Definiz: | Non istare a dire al cul vienne, che è fuggirsi con gran prestezza. Lat. nulla interiecta mora discedere. |
Definiz: | E Dar del culo in terra, cadere di buono in cattivo stato. |
Definiz: | Dar del culo in sul lastrone: non tener più conto d'onor, ne di riputazione, tratto da coloro, che
pagavano i loro debiti col dar del culo in sur'una lastra, posta in luogo pubblico a quell'effetto, che era atto
ignominioso. |
Definiz: | E Trovar culo a suo naso. Trovar chi ti risponda, e non abbia paura di tue bravate. Lat.
novacula in cotem. Ma tutti sono modi bassi. |
Definiz: | E da CULO CULAIA, che è la pancia degli uccelli stantij, ingrossata, per lo calar de
gl'intestini, verso il culo. |
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