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Dizion.4° Ed. .
LINGUA
Voce completa
vol.3 pag.72-73
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LINGUA.
Definiz: | Membro, che è nella bocca dell'animale, ed è uno degli strumenti del formar la voce, e del parlare. Lat.
lingua. Gr. γλῶσσα. |
Esempio: | Albert. cap. 20. Siccome tu se' signore della tua lingua, così io son signore de'
miei orecchi. |
Esempio: | Bocc. nov. 51. 4. Al quale forse non istava meglio la spada allato, che 'l
novellar nella lingua. |
Esempio: | E Bocc. nov. 76. 13. Ma sì tosto come la lingua sentì l'aloè
ec. lo sputò fuori. |
Esempio: | Dant. Par. 6. Che nol seguitería lingua, nè penna. |
Esempio: | Petr. son. 209. Lingua mortale al suo stato divino Giunger non puote.
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Definiz: | §. I. A lingua, come Chiedere a lingua, o simili; vale Quanto dir si possa il più.
Lat. iuxta votum |
Esempio: | Bocc. nov. 59. 4. Ed a chiedere a lingua sapeva onorare, cui nell'animo gli
capeva, che il valesse. |
Esempio: | Lasc. Sibill. 2. 4. A chiederlo a lingua, tu non ti potevi abbatter meglio.
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Esempio: | E Pinz. 1. 6. A chiedercelo a lingua non si poteva addomandar meglio.
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Definiz: | §. II. La lingua non ha osso, e si fa rompere il dosso; proverb. che vale: Che per la maladicenza
talora s'incorrono de' pericoli. Lat. plerosque lingua funditus pessundedit. |
Esempio: | Albert. cap. 2. E nel proverbio si dice: La lingua non ha osso, ma dosso fa
rompere. |
Definiz: | §. III. La lingua dà, o batte, o simili, dove il dente duole; proverbio, che esprime il Ragionar
volentieri delle cose, che premono, o dove s'ha interesse. Lat. ubi quis dolet, ibidem et manum
habet. v. Flos 257. |
Esempio: | Pataff. 5. La lingua va dov'egli duole il dente. |
Esempio: | Alleg. 36. Là dove il dente duole, Batte la lingua ardita. |
Esempio: | Salvin. disc. 1. 295. Alla natura nostra è difficile ec. che, come noi in volgar
proverbio diciamo, dove il dente duole la lingua non batta. |
Definiz: | §. IV. Aver la lingua lunga, si dice d'Uomo calunniatore, e maldicente. |
Esempio: | Salvin. disc. 2. 458. L'uomo, che ha la lingua lunga, come noi in basso volgare
diciamo, prosperato non sarà già, nè anderà innanzi sopra la terra. |
Definiz: | §. V. Aver una lingua, che taglia, e fora, o che taglia, e fende; si dice d'Uomo maldicente. |
Esempio: | Lasc. Spir. 5. 2. Non dire, che quell'amico ha una lingua, che taglia, e fende.
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Esempio: | Malm. 4. 37. Ond'ella dopo un'alta rammanzina, Perch'una lingua ell'ha, che taglia,
e fende, Va' che tu faccia, quando ne sia otta, Un figliuol, dice, in forma d'una botta. |
Definiz: | §. VI. Mala lingua, o Lingua tabana, si dice d'Uomo maligno, e maldicente. |
Esempio: | Varch. Suoc. 5. 1. Dubito, non abbiamo a ire in voce di tutto Firenze per certe
lingue tabane, che ci sono. |
Definiz: | §. VII. Mettere la lingua in molle; vale Cicalare assai. |
Esempio: | Salv. Granch. 2. 2. Il gaglioffo ha Messa la lingua in molle.
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Definiz: | §. VIII. Non morire a uno la lingua in bocca; vale Esser loquace, Essere efficace nel parlare.
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Esempio: | Alleg. 184. Non vi muor la lingua in bocca, quando mettete il becco in molle a
favor degli amici. |
Esempio: | Malm. 1. 86. Perchè non gli moría la lingua in bocca, Ricominciò quest'altra
filastrocca. |
Esempio: | Gal. Sist. 276. Che pur non gli suol morir la lingua in bocca. |
Definiz: | §. IX. Avere alcuna cosa in sulla punta della lingua; si dice dell'Essere in sul ricordarsene, ma
non l'aver così tosto in pronto. |
Esempio: | Varch. Ercol. 69. Quello, che Plauto disse: Versatur in
primoribus labiis; cioè io sto tuttavia per dirlo, e parmene ricordare, poi non lo dico,
perchè non me ne ricordo. v. Io l'ho in sulla punta della lingua. |
Definiz: | §. X. Lasciar la lingua a casa, o al beccaio; si dice di Chi sta senza parlare in compagnia
d'altri. |
Esempio: | Varch. Ercol. 94. Di quelli, che stanno musorni, si dice: egli hanno lasciato la
lingua a casa, o al beccaio. |
Definiz: | §. XI. Avere il cervello nella lingua; vale Parlar bene, e operar male. |
Esempio: | Varch. stor. Il quale avendo il cervello nella lingua, e più che ricchissimo
essendo, ec. |
Definiz: | §. XII. Un paio d'orecchi seccherebbero, o straccherebbero mille lingue. |
v. ORECCHIO.
Definiz: | §. XII. Lingua, per Idioma, Linguaggio, Favella. Lat. lingua, sermo. Gr.
γλῶσσα. |
Esempio: | Bocc. nov. 17. 61. E già alquanto avendo della lor lingua apparata. |
Esempio: | Dant. Par. 26. La lingua, ch'io parlai, fu tutta spenta. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 13. 5. A cui que' tre, che tu Fiorenza onori, Eterni lumi della
lingua nostra, Quanto siano obbligati, e debitori, Per le fatiche sue chiaro si mostra. |
Esempio: | Cas. lett. 49. Il quale è così prudente ec. e spezialmente eloquente nella
nostra lingua. |
Definiz: | §. XIII. Lingua, per Nazione. Lat. natio, lingua. Gr. ἔθνος, γλῶσσα.
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Esempio: | Dittam. 1. 8. Dal Nilo è bello, che quì mi comince, Che vien dal Mezzodì per molte
lingue, E per istrade disviate, e schince. |
Esempio: | M. V. 9. 28. Volle far palese il comune, che quelli di quella lingua erano leali.
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Definiz: | §. XIV. Lingua, per l'Ago della bilancia. |
Esempio: | Libr. Astrol. Ma nella lingua della bilancia, nè nell'appiccagnolo non ne ha
neuna. |
Definiz: | §. XV. Lingua, per Avviso, Notizia. Lat. nuncius. Gr. ἀγγελία. onde Aver lingua,
Dar lingua, Pigliar lingua, ec. Lat. certiorem fieri, nuncium
accipere. Gr. εὖ
οἰδέναι. |
Esempio: | M. V. 2. 25. Delle quali i Genovesi ebbono lingua. |
Esempio: | E M. V. 3. 79. E aspettava lingua di loro sollicitamente.
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Definiz: | §. Per una spezie di Fungo; e propriamente quello, che nasce senza gambo ne' pedali, e ne' tronchi degli alberi.
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