OPERE DI LODOVICO ARIOSTO, cioè: ORLANDO FURIOSO Poema eroico. In questa impressione ci siamo serviti di varie delle migliori, e più corrette edizioni, e più frequentemente di quella del Valgrisio fatta in Venezia nel 1603. in 4. ed i numeri indicano il canto, e la stanza.
CINQUE CANTI, i quali seguono la materia dell'Orlando Furioso, e vanno dietro ad esso in istampa nelle migliori edizioni, e quì parimente i numeri indicano il canto, e la stanza.
SATIRE sette stampate; si sono adoperate alcune delle migliori edizioni, ed i numeri aggiunti corrispondono a quelli delle Satire.
RIME, cioè Sonetti, Madrigali, Canzoni, e Capitoli. In questa impressione ci siamo serviti della edizione di Venezia del 1552. in 8. ed i numeri aggiunti corrispondono a quelli delle pagine della suddetta edizione (13)
COMMEDIE quattro, cioè la CASSARIA, la LENA, il NEGROMANTE, ed i SUPPOSITI, alcune delle quali furono composte prima in prosa, e poi ridotte in verso. In ambedue le forme sono citate, ma più frequentemente quelle di verso, ed in questa impressione ci siamo serviti per lo più dell'esemplare stampato nel 1724. in 8 sotto la data di Firenze (14) I numeri indicano gli Atti, e le Scene, e l'abbreviatura Prol. il Prologo.
(13) Nella passata impressione alla voce Porre un luogo di queste Rime era citato così: Arios. cap. 4. ma mancando poi questa abbreviatura nell'Indice, non era agevole a' Lettori il venire in cognizione, che per essa si accennava il quarto Capitolo di dette Rime, tanto più che in quella edizione non sono numerati i capitoli; laonde nella presente ristampa abbiamo rendute uniformi tutte le citazioni così: Arios. Rim.
(14) L'edizioni in Prosa di queste Commedie sono tutte scorrettissime, onde si è giudicato meglio il non fare di alcuna di esse spezial menzione. Si avverta, che nella predetta edizione del 1724. oltre le dette quattro Commedie havvene un'altra intitolata la Scolastica; ma i Compilatori del Vocabolario non crederono di doverla citare, come legittimo componimento di Lodovico Ariosto, ben sapendo, che egli la lasciò abbozzata in occasione delle nozze del Duca Ercole di Ferrara, ma non avendo potuto darle compimento, fu poi dopo la sua morte terminata, e data alle stampe da Messer Gabbriele Ariosto suo fratello, come afferma Giovambatista Pigna nella Vita di Messer Lodovico, ed altri Scrittori.
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