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ORO
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vol.3 pag.431-432


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ORO
ORO.
Definiz: Il più prezioso d'ogni metallo. Lat. aurum. Gr. χρυσός.
Esempio: Dant. Purg. 7. Oro, e argento fine, e cocco, e biacca.
Esempio: E Dan. Par. 23. Quivi si vive, e gode del tesoro, Che s'acquistò piangendo nell'esilio Di Babbillonia, ove si lasciò l'oro.
Esempio: Bocc. nov. 19. 12. Io non voglio, che tu perda altro, che mille fiorin d'oro.
Esempio: Nov. ant. 7. 1. Un giorno tolse questo Re molto oro, e diélo a questo suo figliuolo.
Esempio: E N. ant. nov. 82. 3. E mostrò loro l'oro, che v'era.
Esempio: Petr. son. 38. L'oro, e le perle, e i fior vermigli, e bianchi, Che 'l verno devria far languidi, e secchi, Son per me acerbi, e velenosi stecchi.
Esempio: Cecch. Servig. 2. 4. Trovandomi io da sedici Libbre d'oro filato ec.
Esempio: Boez. Varch. 2. pros. 5. Qual di loro è meglio? l'oro massiccio, o buona quantità di danari contanti?
Esempio: Ciriff. Calv. 3. 79. Argento, e oro massiccio, è coniato.
Esempio: Cas. lett. 70. Alla distinzion dunque di queste due ambizioni si vuole procurare d'avere alcuna pietra, la quale, come il paragone degli orefici l'oro basso dal fine insegna a conoscere, così ec.
Definiz: §. I. Oro sodo, vale Oro massiccio.
Esempio: Vit. Pitt. 24. Considerai, se queste tesserae fossero quadretti d'oro sodo.
Definiz: §. II. Oro potabile, vale Oro ridotto per arte chimica, come alcuni credono, in bevanda.
Esempio: Red. Ditir. 8. Egli è 'l vero oro potabile, Che mandar suole in esilio Ogni male inrimediabile (quì per similit.)
Definiz: §. III. Tutto ciò, che luce, o riluce, o risplende, non è oro; proverb. che vale, che Tutto ciò, che ha apparenza di buono, non è sempre buono. Lat. non omne, quod apparet, verum est.
Esempio: Franc. Sacch. rim. 50. E quella stimerai men, ch'una ghianda, Perocchè non è oro ciò, che luce.
Esempio: Cant. Carn. Paol. Ott. 48. Ma ci bisogna giudicare a' frutti, Perchè ciò, che riluce, non è oro.
Esempio: Bemb. rim. 44. Oro non ogni cosa è, che risplende.
Definiz: §. IV. Ridurla a oro, o Recarla a oro; vale Venire alla conclusione, Ridurla al netto. Lat. ut ad pauca redeam.
Esempio: Malm. 3. 48. Soggiungo, e dico, per ridurla a oro, Che mal distribuito è questo ufizio.
Esempio: E Malm. 8. 1. Perchè, a ridurla a oro, Non v'è guadagno, e son tutte pazzíe.
Esempio: Borgh. Mon. 173. Come per avventura i nostri col trito proverbio del recare ad oro assai gentilmente fanno.
Definiz: §. V. D'oro in oro, aggiunto a moneta, come fiorini d'oro in oro, e simili; vale D'oro effettivo.
Definiz: §. VI. E trasportato ad altre cose, vale D'oro purissimo; e anche per metaf. assolutam. Schietto, Legittimo, Fine.
Esempio: Bern. Orl. 1. 9. 40. Il qual di Francia s'era già partito Con quella bella lancia d'oro in oro.
Esempio: E Ber. rim. 1. 17. Che quando ell'è (la peste) di quella d'oro in oro, Non vale inacetarsi, o mangiar aglio.
Definiz: §. VII. Valer tant'oro; vale Aver grand'abilità, Essere molto a proposito, adattatissimo.
Esempio: Tac. Dav. ann. 1. 7. Eravi un Percennio stato capo di commedianti, poi soldatello linguacciuto, e per appiccar mischie, avvezzo già tra' partigiani de' recitanti, valeva tant'oro (il Lat. ha doctus miscere coetus)
Definiz: §. VIII. Parere un oro, o Sembrare un oro; vale Spiccare per eccellente, Far mostra di buono.
Esempio: Tac. Dav. ann. 1. 5. Nè scelse mica Tiberio a successore per bene, che gli volesse, o per cura della republica, ma volle, scortolo d'animo arrogante, e crudele, a petto a lui sembrare un oro (il Lat. ha comparatione deterrima sibi gloriam quaesivisse)
Definiz: §. IX. Stare nell'oro, vale Stare ottimamente, Avere grande abbondanza d'ogni cosa.
Esempio: Fir. Luc. 4. 4. Io me ne vo' più presto andare a casa mio padre, e rigovernare le scodelle, che star con teco nell'oro a gola.
Definiz: §. X. Mettere a oro; vale Indorare. Lat. inaurare. Gr. χρυσοῦν.
Esempio: Morg. 12. 43. Era tutto di cuoio di serpente Con certi Macometti messi a oro.

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