Pagina d'entrata della Lessicografia della Crusca in rete

Cerca nel lemmario:

Vai direttamente a:

  1. Contenuti
  2. Menù di navigazione
  3. Dimensione dei caratteri

1) Dizion.4° Ed. .
CENA
Voce completa

vol.1 pag.615


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
» CENA
Lemm. 5 ° Ed.
CENA.
Definiz: Il mangiare, che si fa la sera. Lat. caena. Gr. δεῖπνον.
Esempio: Dant. Par. 24. O sodalizio eletto alla gran cena Del benedetto agnello, il qual vi ciba.
Esempio: Petr. cap. 9. Leonida, ch'a' suoi lieto propose Un duro prandio, una terribil cena.
Esempio: Bocc. nov. 12. 10. Aveva fatto fare un bagno, e nobilmente da cena.
Esempio: E Bocc. nov. 15. 17. E poi dopo molti altri ragionamenti postisi a cena ec. astutamente quella menò per lunga.
Esempio: E Bocc. nov. 54. 3. E sì gli mandò dicendo, che a cena l'arrostisse, e governassela bene.
Esempio: E Bocc. nov. 89. 11. Che così facesse far da cena, come Melisso divisasse.
Esempio: Sen. ben. Varch. 3. 26. Si trovò in un convito a cena, avendo in una pietra grande d'anello l'immagine di Tiberio scolpita.
Definiz: §. I. Non potere accozzar la cena col desinare, vale Non si potere avanzare in cosa veruna. Lat. nihil progredi, nihil proficere. Gr. μηδὲν ἐπιδοῦναι.
Definiz: §. II. Dicesi in proverb. per ischerzo, e in modo basso, La cena di Salvino, cioè Pisciare, e andare a letto.
Esempio: Malm. 4. 23. Se non si fa la cena di Salvino, Quanto a mangiar non c'è assegnamento.
Definiz: §. III. In modo proverb. Chi va a letto senza cena, tutta notte si dimena, cioè non dorme.

2000-2004 ACCADEMIA DELLA CRUSCA è vietato riprodurre senza autorizzazione testi e immagini

Valid XHTML 1.1! Valid CSS! Level AA conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0