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1) Dizion.4° Ed. .
LECCARE
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vol.3 pag.36-37


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LECCARE.
Definiz: Leggiermente fregare colla lingua. Lat. lambere, lingere. Gr. λείχειν.
Esempio: Dant. Inf. 17. E di fuor trasse La lingua, come bue, che 'l naso lecchi.
Esempio: E Dan. Inf. 30. E per leccar lo specchio di Narcisso, Non vorresti a 'nvitar molte parole.
Esempio: S. Ag. C. D. Non può star senza fame chi lecca il pan dipinto, e nol domanda dall'uomo, che ha il pan vero.
Definiz: §. I. Figuratam. per Buscare.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 49. E quando venía in Firenze, non guadagnando, ricorrea alcuna volta alle nozze, dove pure alcuna cosa leccava.
Esempio: E Franc. Sacch. rim. appresso: Chi va lecca, E chi si sta si secca.
Definiz: §. II. Leccare, diciamo anche per Toccare poco, e leggiermente. Lat. leviter attingere, leviter perstringere. Gr. ἀγροθιγῶς ἅπτειν.
Esempio: Lab. 82. Prima le parti superficiali andò leccando.
Esempio: Amet. 10. Siccome la fiamma si suole nella superficie delle cose unte con subito movimento gittare, e quelle leccando, leccate fuggire, e poi tornare.
Definiz: §. III. Leccare, e non mordere; modo proverbiale, che vale Contentarsi d'un onesto guadagno. Lat. tondere, non deglubere.
Definiz: §. IV. A can, che lecchi cenere, non gli fidar farina. A gatto, che lecca spiede, non gli fidare arrosto; sono proverbj significanti, che A chi toglie il poco, e cattivo, non è da fidare l'assai, e 'l buono.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 91. Averebbono ben tolto altro; perchè cane, che lecchi cenere, non gli fidar farina.
Esempio: Alleg. 178. Non gli fidar farina Al can, che lecca cenere, direte, Tu se' scolare, e cortigiano, e prete.
Definiz: §. V. Leccarsi le dita d'alcun cibo; si dice quando piace estremamente. Lat. digitos lingere. Gr. καθεστίειν δακτύλους.
Esempio: Morg. 25. 317. Un altro è appellato Cinamulgo, Del qual chi 'l mangia le dita si lecca.
Esempio: Bern. rim. 1. 46. Consiste in essa (gelatina) una virtute unita Dalla forza del pepe, e dell'aceto, Che fa, che l'uom se ne lecca le dita.
Esempio: E Ber. rim. 1. 57. E quelle torte, Delle quali io mi lecco ancor le dita.
Definiz: §. VI. E figuratam. Leccarsi le dita d'alcuna cosa; si dice per espressione di somma compiacenza in checchessia. Lat. magnâ affici voluptate, voluptate colliquescere. Gr. ἡδονῇ τήκεσθαι.
Definiz: §. VII. Egli è come leccar marmo; si dice quando alcuno s'affatica in cosa da non riuscirgli.
Esempio: Malm. 1. 23. E tenevano il lor tanto in rispiarmo, Ch'egli era giusto come leccar marmo.

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