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CH'È CH'È
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vol.1 pag.635


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CH'È CH'È.
Definiz: Posto avverbialm. Ad ora ad ora, Sovente, Di tanto in tanto. Lat. crebrò, assiduè, subinde, identidem. Gr. ὡσαύτως, θαμά.
Esempio: Tac. Dav. ann. 3. 74. E gli uomini nuovi di varie terre, colonie, e provincie fatti ch'è ch'è senatori ci portarono la parsimonia da casa loro.
Esempio: E Tac. Dav. ann. 6. 116. L'usura è mal vecchio della città, e di sollevamenti, e discordie ch'è ch'è cagione.
Esempio: E Tac. Dav. Post. 458. Ch'è ch'è; spesso spesso; dicesi per cose troppo spesse, e indegne, che appena son credute.
Esempio: Fir. As. E simulando nondimeno ch'è ch'è d'andare per ogni cosa, che facea mestiero intorno alla tavola.
Esempio: E Luc. 4. 6. Quando i giovani sono un poco di aria, e che le fanciulle siano un poco fastidiose ec. ch'è ch'è mettono a romor la casa.
Esempio: Malm. 3. 68. Allor ch'è ch'è le costole stropiccia.
Esempio: E Malm. 8. 47. E lasciando i rocchetti, ed i cannelli, Per lui ch'è ch'è facevano a' capelli.

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