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1) Dizion.4° Ed. .
ASSO
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vol.1 pag.302


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ASSO.
Definiz: Ne' dadi, e nelle carte è nome d'un solo segno. Lat. unio, canis. Gr. μονάς.
Esempio: Pataff. 8. E quando io voglio un asso, e e' vien duino.
Esempio: Com. Purg. 6. E dice fra se stesso: quaderno, e asso venne con zara, innanzi che quattro, due, e asso.
Esempio: E Com. Purg. appresso: In tre dadi si è tre lo minor numero, che vi sia, e non può venir se non in un modo, cioè, quando ciascun dado viene in asso.
Esempio: Arrigh. Io sono attuffato nel mare, io getto dadi in asso.
Esempio: Buon. Fier. 4. 2. 7. Sicchè fermo il guardo N'un bel Re di danari, eccotel tosto Un asso diventar d'ordine diverso, Come dir di mattoni.
Definiz: §. I. Diciamo in proverb. Aver l'asso nel ventriglio: Morirsi di voglia di giucare.
Esempio: Buon. Fier. 1. 2. 6. Chi nasce, ch'abbia l'asso nel ventriglio, Come s'usa di dir de' giucatori, Facciane gran romori Un padre, e ne percuota, E ne 'mprigioni, e ne diredi il figlio.
Definiz: §. II. Quando vogliamo significar cosa senza mezzo, diciamo, Asso, o sei. Lat. ter sex, aut tres uniones. Gr. τρὶς ἓξ, τρεῖς οἴνας. v. Flos 113.
Esempio: Tac. Dav. ann. 1. 11. Il popolazzo, o asso, o sei.
Definiz: §. III. Dicesi, quando si vuol mostrare una gran tristizia, e astuzia in uno: Più cattivo, che i tre assi; essendo i tre assi, il più tristo punto de' dadi. Lat. vulpis reliquiae. Gr. ἀποτράγημα ἀλώπεκος.
Esempio: Franc. Sacch. nov. 54. Ed ella disse; che pruova nella malora? che siete più tristi, che il tre asso.
Esempio: Malm. 6. 80. S'è fatto ognun di voi sì bravo, e dotto, Ch'in oggi è più cattivo di tre assi.
Definiz: §. IV. Lasciare in asso, vale Lasciare in abbandono, Lasciar solo.
Esempio: Salv. Granch. 2. 2. Se voi Gridate, Vanni, io vi pianterò quì, E lascerovvi in asso.
Esempio: Cecch. esalt. cr. 4. 13. Il riparo è, che io mi vadia con Dio, E lasci il vecchio, e loro, e tutti quanti In asso, e in malora.
Definiz: §. V. Questa maniera di dire, rimasa oggi comunemente al Popolo nell'uso frequentissima, forse è l'istessa, od almeno trae origine dall'altra: Lasciare in Nasso, che vale l'istesso; presa dalla favola d'Arianna abbandonata in Nasso da Teseo.

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