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Dizion.4° Ed. .
USCIRE, e ESCIRE
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vol.5 pag.340-342
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USCIRE, e ESCIRE.
Definiz: | Andare, o Venire fuora; Contrario d'Entrare. Lat. exire, egredi. Gr.
ἐκβαίνειν. |
Esempio: | Bocc. introd. 5. A chiunque usciva il sangue del naso, era manifesto segno
d'inevitabile morte. |
Esempio: | E Bocc. nov. 17. 40. Con lei verso una porta, che verso il
mare usciva, solo se n'andò (cioè: aveva l'uscita) |
Esempio: | E Bocc. nov. 65. 6. Infino a tanto, che il fistolo uscisse
d'addosso al suo marito. |
Esempio: | E Bocc. nov. 79. 42. Sì sforzò di rilevarsi, e di volersi
aiutar, per uscirne. |
Esempio: | E Bocc. nov. 85. 22. Premendoti tutto, non n'uscirebbe tanto
sugo, che bastasse ad una salsa. |
Esempio: | E Bocc. nov. 89. 7. Avvenne, che uscendo d'Antioccia con un
altro giovane, chiamato Iosefo ec. cavalcò alquanto spazio. |
Esempio: | E Bocc. nov. 92. 8. Messere, poichè voi ben vi sentite, tempo
è d'uscire d'infermería. |
Esempio: | Dant. Inf. 8. Ed io: Maestro, già le sue meschite Là entro certo nella valle cerno
Vermiglie, come se di fuoco uscite Fossero. |
Esempio: | E Dan. Purg. 24. Qual esce alcuna volta di galoppo Lo cavalier
di schiera, che cavalchi. |
Esempio: | E Dan. Par. 4. Non n'usciresti, pría saresti lasso.
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Esempio: | Petr. son. 213. Uscita è pur del bello albergo fuora. |
Esempio: | Franc. Barb. 205. 17. Che meglio éne Alquanto bene, Che escir di dirittura.
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Esempio: | Boez. G. S. 12. E confessando con rossore la vergogna fuor della porta uscì.
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Esempio: | Boez. Varch. 1. pros. 1. Confessata per la rossezza del viso la sua vergogna
s'uscì di camera tutto dolente. |
Definiz: | §. I. Uscire, per similit. |
Esempio: | Bocc. nov. 76. 6. Calandrino, essendogli il vino uscito del capo, si levò la
mattina (cioè: avendolo smaltito) |
Definiz: | §. II. Uscire, o Uscir fuori, si dice de' Libri subito che sono stampati, e che si pubblicano.
Lat. in lucem prodire. Gr. προσελσθεῖν
προσελθεῖν εἰς
τὸ δημόσιον. |
Esempio: | Cas. lett. 58. Protestandomi perciò sempre, che io non voleva, che ella uscisse
sotto mio nome, ma sotto nome dello stampatore. |
Definiz: | §. III. Uscire, per Aprire l'interno, Dire i suoi sentimenti. |
Esempio: | Cron. Morell. 276. Guardati di non biasimare, nè dir male di loro imprese, e
faccende, eziandío che elle sieno cattive, statti cheto, e non uscire, se non a commendarli. |
Definiz: | §. IV. Uscire, per Riuscire, Terminare. Lat. evadere. Gr. ἐκβαίνειν. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 5. 27. Malagigi ad udirla stava attento, E pensa pur dove ella
voglia uscire. |
Definiz: | §. V. Uscire d'alcuna cosa, vale Ispedirsene. |
Esempio: | Fir. Trin. 2. 2. Oh su dunque, la mia Purella, dí' su, alto, bene, escine.
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Definiz: | §. VI. Uscire a bene, od a onore d'alcuna cosa, vale Terminarla, o Effettuarla bene, e felicemente,
e senza impedimenti, pericoli, o disturbi. |
Esempio: | Cant. Carn. 109. Ma il ciel benigno ci ha tal don concesso, Ch'a ben d'ogni
periglio usciti siamo. |
Esempio: | Salvin. disc. 1. 423. L'uscirne ad onore, e con felicità è poco meno, che
impossibile. |
Definiz: | §. VII. Uscire al mondo, vale Nascere. Lat. oriri, nasci. Gr.
φύεσθαι. |
Esempio: | Ar. Fur. 36. 59. In un medesimo utero d'un seme Foste concetti, e usciste al mondo
insieme. |
Definiz: | §. VIII. Uscir di passo, vale Camminare. Lat. gradum celerare.
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Esempio: | Gell. Sport. 1. 1. E che sì, ch'io ti giro una mazzata in sulla testa ec. e
farotti uscir di passo. |
Esempio: | Fir. As. 212. Benchè quelle bastonate per altro non mi avessero fatto uscir di
passo ec. nondimeno io mi accomodava al correr volentieri. |
Definiz: | §. IX. Uscir di passo, figuratam. vale Operare con maggior diligenza, o efficacia del solito. |
Esempio: | Cecch. Corr. 2. 2. Ma e' la farà bene uscir di passo. |
Esempio: | E Cecch. Corr. 3. 7. Sì sì e' bisogna farla uscir di passo.
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Definiz: | §. X. Uscir del proposto, vale Dipartirsi da quello, che altri ha convenuto, o prefisso. Lat.
a proposito aberrare. Gr. ἀποπλανᾶσθαι
τοῦ σκοποῦ. |
Esempio: | Bocc. nov. 32. 3. A dire una novella, senza uscir del proposto, da ridere si
dispose. |
Definiz: | §. XI. Uscir del cammino, vale Non seguitar l'ordine. Lat. ordinem
deserere. Gr. λείπειν
τὴν τάξιν. |
Esempio: | Bocc. g. 3. f. 5. Filostrato per non uscir del cammin tenuto da quelle ec.
comandò, che la Lauretta una danza prendesse. |
Definiz: | §. XII. Uscir del proposito, vale lo stesso. |
Definiz: | §. XIII. Uscir del seminato, o fuor del seminato, modo basso, che vale Uscir di proposito; e talora
anche Impazzare. Lat. delirare. Gr. παραφρονεῖν. |
Esempio: | But. Inf. 11. Tanto delira, cioè esce dal solco, cioè si svia, onde
proverbialmente delirare, uscir del seminato. |
Esempio: | Morg. 15. 30. Non n'avrebbe però voluti tre, Ch'uscito sare' fuor del seminato.
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Esempio: | Buon. Fier. 4. 4. 2. Tu dai nel fanatico, E mi rassembri uscito Del seminato.
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Esempio: | Malm. 1. 28. Non così tosto al campo si conduce ec. Ch'ell'esce affatto fuor del
seminato. |
Definiz: | §. XIV. Uscir di strada, o dalla strada, figuratam. vale Uscir del proposito. Lat.
aberrare. Gr. ἀποπλανᾶσθαι.
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Esempio: | Boez. Varch. 3. rim. 11. Chiunque vuol profondamente il vero Cercar, nè fuor di
strada uscir giammai ec. |
Esempio: | Fir. rim. 129. E perch'io ero uscito della strada, Sarà ben ch'io vi torni.
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Definiz: | §. XV. Uscir di tuono, vale Stuonare. |
Definiz: | §. XVI. Figuratam. vale Perdere il filo del ragionamento, Non rispondere a proposito. Lat.
a proposito aberrare. Gr. ἀποπλανᾶσθαι
τοῦ σκοποῦ. |
Esempio: | Malm. 6. 38. Che in quel colloquio fe sì gran frastuono, Che finalmente ognuno escì
di tuono. |
Definiz: | §. XVII. Uscir di tema, vale lo stesso. |
Esempio: | Malm. 2. 47. Che quei, ch'esce di tema nel rispondere, Convien, che il pegno subito
depositi. |
Definiz: | §. XVIII. Uscir fuor del secolo, vale Maravigliarsi grandemente, Trasecolare. Lat.
supra modum mirari. Gr. ὑπερθαυμάζειν.
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Esempio: | Ambr. Cof. 3. 6. Orbè, che chiacchiera È stata questa; puoss'egli ora intenderla,
Ch'io per me son quasi uscito del secolo? |
Definiz: | §. XIX. Uscir di se, o Uscire fuori di se, vale Stupidire, o Perdere il senno. Lat.
obstupescere, stupore corripi. |
Esempio: | Bocc. nov. 40. 17. Quivi vedendosi, quasi di se per maraviglia fosse uscito, nè da
qual parte fuggir si dovesse, o potesse, vedea. |
Esempio: | Capr. Bott. 1. 3. E ti pare un bel giuoco sentirsi favellare a questo modo una
voce nel capo; che mi ha fatto uscir mezzo fuori di me. |
Esempio: | Ciriff. Calv. 4. 109. Dicendo, o Sinefido, se' tu ora Di te uscito? e tutto lo
rincora. |
Definiz: | §. XX. E Uscir di se, vale talora Esser rapito fuori de' sensi, Andare in estasi. |
Esempio: | Pass. 37. Un dì di subito, uscendo di se, fu rapito innanzi al giudicio d'Iddio.
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Definiz: | §. XXI. Uscir di senno, o del cervello, vagliono Impazzare. Lat. insanire. Gr. ἐπιμαίνεσθαι.
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Esempio: | Nov. ant. 99. 10. E così uscirete voi di senno, e farete vergogna a tutta
cavallería. |
Esempio: | Amet. 26. Ameto riguardandole in se, multiplicando l'ammirazioni, quasi di senno
esce. |
Esempio: | Gal. cap. tog. 3. 182. Io sto a veder, se il mondo è spiritato, S'egli è uscito
del cervello affatto. |
Definiz: | §. XXII. Uscir de' gangheri, Contrario di Stare in gangheri, vale Uscir di cervello. Lat.
externari, delirare, animo abalienari, mente percelli. Gr. παραφρονεῖν. |
Esempio: | Cecch. Mogl. 4. 2. Ora i' non so, che domin di malanno, E di mala ventura è stata
questa, Che l'ha fatto così uscir de' gangheri. |
Esempio: | Salv. Granch. 5. 3. Io credo, Duti, che tu mi farai A ogni modo uscir de'
gangheri. |
Esempio: | Red. Ditir. 12. Solamente nel vedere Mi farieno uscir de' gangheri.
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Definiz: | §. XXIII. Uscir del manico. |
v. MANICO §. II.
Definiz: | §. XXIV. Uscire a riva, o alla riva, vale Condursi alla riva, Terminar la navigazione. |
Esempio: | Dant. Inf. 1. Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa, e
guata. |
Esempio: | Boez. Varch. 2. pros. 4. Stando elleno ferme, comunche vadano l'altre cose,
usciremo notando a riva. |
Definiz: | §. XXV. Uscir di bando, vale Esser liberato dal bando. |
Esempio: | Dant. Purg. 21. Più, ch'io non deggio al mio uscir di bando. |
Esempio: | Ar. Fur. 32. 10. A chi aspetta di carcere, o di bando Uscir, non par, ch'il tempo
più soggiorni. |
Definiz: | §. XXVI. Uscir del laccio, o del pericolo, vale Liberarsi, Strigarsi, Svilupparsi. Lat.
se extricare. Gr. ἀπαλλάττειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 3. 8. Il Saladino conobbe, costui ottimamente esser saputo uscir del
laccio. |
Esempio: | E Bocc. nov. 11. 15. Di così gran pericolo usciti, sani, e
salvi se ne tornarono a casa loro. |
Definiz: | §. XXVII. Uscir di pena, vale Dar fine alla pena. Lat. poenâ se
liberare. Gr. μωρίας
ἀπαλλάττειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 77. 43. Fiaccandoti tu il collo, uscirai della pena, nella quale esser
ti pare. |
Definiz: | §. XXVIII. Uscire dell'animo, vale Non vi pensar più. | continua...
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