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1) Dizion.4° Ed. .
omografo. 1
FARE
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vol.2 pag.348

FARE.
Definiz: Nome. Faro, Stretto di mare, e propriamente quello di Messina in
Esempio: G. V. 7. 65. 1. Poi ne venne alle Pagliare, ec. e 'l navilio nel Fare incontro al porto.
Esempio: E G. V. 7. 75. 2. Giunse l'ammiraglio del Re d'Araona con sua armata su per lo Fare.
Esempio: E G. V. 9. 348. 1. Rivalicarono per lo Fare sanza contasto niuno.

2) Dizion.4° Ed. .
omografo. 2
FARE
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vol.2 pag.348-403

FARE.
Definiz: Verbo sincopato dal primitivo FACERE, che così intero fu in uso anticamente, così FACCIO, e FACE, che dissero quasi tutti gli antichi in vece di FO, FA, de' quali se ne trovano infiniti esempi, ed ancora con molte delle sue voci supplisce all'altro, formandosi di tutti e due un sol verbo. In alcune terminazioni si adopera pure doppiamente colle voci derivanti da ciascuno di detti infiniti, dicendosi ugualmente: IO FACCIO, IO FO, e simili. Come deriva interamente dal verbo Latino facere, così ne conserva l'intera natura, che se del verbo Latino facere lasciò scritto Papiniano: Verbum facere omnem omnino faciendi caussam complectitur (lib. XXXVII. Quaest. leg. 128. dig. de verb. signific.) anche nella lingua nostra il verbo Fare ha in se tal generalità di significanza. Esprime perciò generalmente l'azione, che poi particolarmente si spiega con altri verbi; onde dinotando gli avverbi, quasi addiettivi de' verbi, le circostanze dell'azioni, e co' nomi divisandosi le cose, così le agenti, come le pazienti, e spiegandosene le lor qualità, ne segue, che accoppiato il verbo Fare con verbi, nomi, od avverbi, ne significhi, mercè di tal compagnía, distintamente le spezie precise, e le forme individuali dell'azioni particolari, come da se unitamente comprende l'azione in generale. Noi imperciò a migliore spiegamento della materia, ed a maggior comodità del Lettore, accenneremo primieramente alcuni sentimenti più comunali, e precisi del verbo stesso, posto assolutamente di per se; certe espressioni formate da alcune sue particolari voci, e maniere, ed alcune regole generali intorno a' significati del medesimo giunto ad altri vocaboli; e trarrem fuori finalmente per alfabeto moltissime frasi particolari, e locuzioni proprie, o più espressive nel significato, o più frequenti nell'uso, trascelte tra le innumerabili, che da' suoi varj accoppiamenti, e diverse costruzioni si formano.
Definiz: FARE. Termine filosofico, contrario di Patire. Lat. agere. Gr. ἐνεργεῖν.
Esempio: Dant. Purg. 25. Ivi s'accoglie l'uno, e l'altro insieme, L'un disposto a patire, e l'altro a fare Per lo perfetto loco, onde si preme.
Definiz: §. I. Per Attualmente operare, Dar forma a checchessia, Creare. Lat. facere, creare, componere. Gr. ποιεῖν.
Esempio: Bocc. nov. 19. 3. Se io credo, che la mia donna alcuna sua ventura procacci, ella il fa; e se io nol credo sì il fa.
Esempio: E Bocc. nov. 42. 14. A voi convien far fare corde molto più sottili agli archi de' vostri arcieri.
Esempio: Dant. Inf. 2. Io son fatta da Dio, sua mercè, tale, Che la vostra miseria non mi tange.
Esempio: E Dan. Inf. 3. Fecem la divina potaestate.
Esempio: E Dan. Inf. 6. Tu fosti prima, ch'io disfatto, fatto.
Esempio: Rim. ant. Dant. Maian. 85. Dunqua como faraggio?
Esempio: Petr. son. 216. Forse vuol Dio tal di virtute amica Torre alla terra, e 'n ciel farne una stella.
Esempio: E Petr. canz. 29. 2. Che fan quì tante pellegrine spade?
Esempio: E Petr. 33. Che fanno meco omai questi sospiri?
Esempio: Cavalc. specch. cr. Ecco, che quel, che tu hai lodato battezza, ogni uom va a lui, e fa più discepoli di te.
Definiz: §. II. Per Produrre. Lat. facere, gignere. Gr. παράγειν.
Esempio: Libr. Similit. La troppa famigliarità fa dispregiamento.
Esempio: Dav. Colt. 177. Vedi il poter della luna nel melagrano, che quanti giorni ell'ha, quando il poni, tanti anni pena a farne, e posto a luna scema non ne fa.
Esempio: Buon. rim. 40. Natura, che non fe mai sì bel volto, Restò in vergogna.
Definiz: §. III. Per Dare ornamento, e perfezione, ed anche per Acquistar perfezione. Lat. facere, perficere, perfici. Gr. τελεῖν, ἀποτελεῖν.
Esempio: Franc. Barb. 114. 10. Magion non face l'uom, ma uomo quella.
Esempio: E Franc. Barb. 124. 21. Non face donna bellezza, o nazione, Ma senno.
Definiz: §. IV. Per Essere, o Dar cagione, o motivo. Lat. facere, in causâ esse. Gr. αἴτιον εἶναι.
Esempio: Dant. Inf. 1. E molte genti fe già viver grame.
Esempio: E Dan. Inf. appresso: Vagliami il lungo studio, e 'l grande amore, Che m'han fatto cercar lo tuo volume.
Esempio: E Dan. Inf. 2. Io son Beatrice, che ti faccio andare.
Esempio: Petr. son. 16. Tacito vo, che le parole morte Farian pianger la gente.
Esempio: E Petr. 229. Tolto m'hai, Morte, il mio doppio tesauro, Che mi fea viver lieto, e gire altero.
Definiz: §. V. Per Eleggere. Lat. facere, creare, legere, cooptare. Gr. αἱρεῖσθαι.
Esempio: G. V. 2. 12. 3. I baroni di Francia ec. fecero Re di Francia Ugo, ovvero Oddo figliuolo di Roberto conte d'Angieri, e regnò nove anni.
Esempio: E G. V. 8. 64. 2. Al suo tempo fece più cardinali suoi confidenti.
Esempio: Petr. son. 277. Vidi un'altra ec. Che 'l cor m'avvinse, e proprio albergo felse.
Definiz: §. VI. Per Comporre, Formare. Lat. facere, conficere, condere, componere. Gr. ποιεῖν.
Esempio: G. V. 8. 10. 2. Fece il buono, e utile libro detto Tesoro, e 'l Tesoretto.
Esempio: E G. V. 9. 135. 2. Fece in sua giovanezza il libro della Vita nuova d'amore, e poi ec. fece da venti canzoni morali ec. e intra l'altre fece tre nobili pistole.
Definiz: §. VII. Per Essere in faccende, opposto di Starsi. Lat. operari. Gr. ἐργάζεσθαι.
Esempio: Dep. Decam. 92. Sono nella nostra favella questi due fare, e stare, lasciando infiniti loro altri significati, in questo contrarj tra loro, che questo importa, così assolutamente detto, occuparsi, ed esser sempre in faccende ec.
Definiz: §. VIII. Per Eseguire. Lat. exequi. Gr. ἐπιτελεῖν.
Esempio: Bocc. nov. 46. 5. Il Re ec. comandò, che ella fosse messa in certe case bellissime d'un suo giardino, ec. e quivi servita, e così fu fatto.
Definiz: §. IX. Per Cominciare. Lat. incipere. Gr. ἄρχεσθαι.
Esempio: Cecch. Mogl. 5. 8. Ell'è nobile, E delle prime casate di Siena. C. Faccendosi da qual porta? tu credi Gonfiarmi con un fil di paglia.
Definiz: §. X. Fare, in sentim. osceno, vale Usar carnalmente. Lat. coire.
Esempio: Gr. S. Gir. 14. Altri sono, che tengono castità per non potere, che tanto hanno fatto, che non possono più fare.
Definiz: §. XI. Per Seguire, Avvenire. Lat. evenire. Gr. συμβαίνειν.
Esempio: G. V. 9. 72. 1. Che si credeano aver vinta la terra, fatta la sconfitta.
Definiz: §. XII. E neutr. pass. per Divenire. Lat. evadere.
Esempio: Dant. Inf. 2. Tal mi fec'io in quella oscura costa.
Esempio: E Dan. Inf. appresso: Tal mi fec'io, di mia virtute stanca.
Esempio: E Dan. Inf. 20. E fassi fiume giù pe' verdi paschi.
Esempio: E Dan. Inf. 25. Fersi le braccia duo di quattro liste.
Esempio: E Dan. Inf. appresso: E la sua pelle Si facea molle, e quella di là dura.
Esempio: E Dan. Par. 27. Incominciò a farsi più vivace.
Definiz: §. XIII. Per Disporre di checchessia.
Esempio: Bocc. nov. 31. 14. Di Guiscardo ec. ho io già preso partito, che farne, ma di te falso Iddio, che io non so, che farmi.
Esempio: Petr. cap. 4. Ma prima vo' seguir, che di noi feo.
Definiz: §. XIV. Per Trattare, Procedere. Lat. se gerere. Gr. παρέχειν ἑαυτόν.
Esempio: Petr. canz. 35. 4. Mi giacqui un tempo, ora all'estremo famme E Fortuna, ed Amor, come pur suole.
Esempio: Bocc. nov. 96. 4. Pensò, che, perciocchè di parte avversa alla sua era il cavaliere, più familiarmente con lui si volesse fare.
Definiz: §. XV. Per Rappresentare. Lat. agere. Gr. δρᾶν.
Esempio: Cecch. Corr. pr. Vi sarà detto da quelli, che fanno Il primo atto.
Definiz: §. XVI. Per Giucare. Lat. ludere.
Esempio: Vend. Crist. 12. Una fiata era molti fanciulli della cittade di Bari, e facevano alla palla.
Esempio: Ant. Alam. rim. 11. Sia benedetto quando fui congiunto A far la notte con teco a te te.
Esempio: Lasc. Streg. 2. 1. Il Teri giocava agli aliossi a suo tempo meglio, che giovane di Firenze; come faceva io a' ferri, che non si diceva altro, che Taddeo.
Esempio: Cant. Carn. 6. Noi abbiam carte a fare alla bassetta.
Esempio: Malm. 2. 48. Chi coll'amico fa a stacciaburatta, Chi all'altalena, e chi a beccalaglio.
Definiz: §. XVII. Per Affaticarsi. Lat. facere, laborare. Gr. πονεῖν.
Esempio: Dant. Inf. 4. Israel con suo padre, e co' suoi nati, E con Rachele, per cui tanto fe.
Definiz: §. XVIII. Per Fingere. Lat. agere, simulare. Gr. προσποιεῖσθαι.
Esempio: Bocc. nov. 21. tit. Masetto di Lamporecchio si fa mutolo.
Definiz: §. XIX. Per Vendere, Dar prezzo.
Esempio: Buon. Fier. 4. 5. 3. Viene, e sì mi tira Pel santambarco, e dice: Che fa' tu quelli spagheri? a un tratto Rispondo: tre carlini.
Definiz: §. XX. Per Cangiare, Trasformare, Far divenire. Lat. reddere, efficere. Gr. ποιεῖν.
Esempio: Dant. Purg. 23. Parlavan sie, Che l'andar mi facen di nullo costo.
Esempio: Cecch. Mogl. 5. 5. Mi vorresti di mosca Far barbagianni, come volevate Fare il messere un nibbio.
Esempio: Buon. rim. 56. Stendi ver me le tue pietose braccia, A me mi togli, e fammi un, che ti piaccia.
Definiz: §. XXI. Per Esser utile, Giovare, Appartenere. Lat. expedire, utile esse. Gr. λυσιτελεῖν.
Esempio: Petr. canz. 40. 8. Non fa per te di star tra gente allegra, Vedova sconsolata.
Esempio: Cron. Vell. Quasi del continuo sarei stato in ambasciata, ma non faceano per me, che era mio disertamento.
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FARE
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vol.6 pag.74-75

FARE.
Definiz: §. LI. Farsi con Dio, agg. che anche si dice assolutam. Farsela. e dopo l'es. del Bocc. agg.
Esempio: Cron. Vell. 148. Tutta la terra misono a bollire, che se la farebbono, se il detto Ciuto non riavessero sano, e salvo.
Definiz: FARE A' BAMBINI.
v. FARE A FANCIULLO.
Definiz: FARE ALLA PALLA. Giucare alla palla.
Definiz: §. Fare alla palla d'alcuno.
v. PALLA §. XII.
Definiz: FARE A RUFFA RAFFA.
v. RUFFA.
Definiz: FARE A' SASSI. §. agg. I.
Definiz: agg. in fine §. II. Fare a' sassi pe' forni.
v. FORNO §. V.
Definiz: FARE A TE A TE. si levi il Lat. dal §. I. e si ponga al primo signific.
Definiz: FARE BARBA. §. II. agg. in fine
v. STOPPA §. II.
Definiz: FARE CAPO. §. v. agg. in fin.
Esempio: But. Par. 6. 1. Eglino, fatto capo grosso, uscirono loro delle mani.
Definiz: FARE CODA. Agn. Pand. agg. 15. fanno i più, corr. i più fanno.
Definiz: FARE DELLA NECESSITÀ VIRTÙ. agg.
Esempio: Vit. SS. Pad. Perchè dunque non facciamo della necessità virtù?
Definiz: FARE D'OGNI LANA UN PESO.
v. LANA §. II. e PESO §. VIII.
Definiz: FARE FACCIA. §. vale Essere volubile. corr. vale lo stesso, che Far faccia tosta, Non aver faccia, o vergogna.
v. PALLOTTOLA §. I.
Definiz: FARE FIGURA. §. agg. I.
Definiz: agg. in fin. §. II. Far figura, vale anche Operare.
Esempio: Salvin. disc. 2. 11. Non perchè il piloto sieda, o sembri ozioso, non fa figura.
Definiz: FARE FRONTE.
v. FRONTE §. VII.
Definiz: FARE GRAZIA. §. agg. I.
Definiz: agg. in fine §. II. Per Render grazie, Ringraziare. Lat. gratias agere.
Esempio: Vit. S. Margh. 140. Anche disse la beata Margherita: io faccio grazia a te, Signor mio Domeneddio, il quale mi hai fatta degna per la tua misericordia d'essere della compagnía de' tuoi eletti.
Esempio: Vit. S. Gir. 101. Egli mi narra come detto è di sopra, ciò, che gli era adivenuto; per lo qual miracolo si feciono grandissime grazie, e onore a Dio, e a santo Girolamo.
Definiz: FARE IL NESCIO.
v. NESCIO §.
Definiz: FARE IL PARTO.
v. PARTO §. II.
Definiz: FARE IL QUANQUAM.
v. QUANQUAM.
Definiz: FARE IL SATRAPO.
v. SATRAPO §.
Definiz: FARE LETTO. agg. in fine del primo signific.
Esempio: Pallad. Febbr. 30. Sulle tavole faccendo loro (alle mele) letto con paglia.
Definiz: FARE MALE. §. IX. agg. dopo la spiegaz. v. Flos 163.
Definiz: FARE MASSA.
v. MASSA §. II.
Definiz: FARE MERCATO. agg. in fine
v. MERCATO §. VIII. e X.
Definiz: FARE MONACO. §. I. agg. in fin.
Esempio: But. Par. 3. 2. Io Piccarda mi feci monaca, e preso l'abito di S. Chiara, mi richiusi nel suo monastero.
Definiz: §. II. v. ABITO, e MONACO, corr. v. ABITO §. I. e MONACO §. I.
Definiz: FARE MONTE. §. I. Burch. 2. 7. 8. corr. 2. 78.
Definiz: FARE NODO.
v. NODO §. V. VI e VII.
Definiz: FARE NUOVO. §. agg. I.
Definiz: agg. in fine §. II. Talora si dice per Maravigliarsi.
v. NUOVO §. IV.
Definiz: FARE ONORE. §. agg. II.
Definiz: FARE PEPE.
v. LUGLIO §. III. e PEPE §. I.
Definiz: FARE PESO. §. v. LANA, e PESO, corr. v. LANA §. II. e PESO §. VIII.
Definiz: FARE PIEDE.
v. PIEDE §. XXXIII. XXXIV. e XXXV.
Definiz: FARE PRATICA. agg. in fine v. PRATICA §. IV e V.
Definiz: FARE PROFESSIONE. agg. in princ.
Esempio: But. Par. 3. 2. Stettevi alcuno tempo, e fecevi professione.
Definiz: FARE QUARESIMA. agg. in princ.
Esempio: Franc. Sacch. Op. div. 104. Altra gente d'eretici teneano, che facendo una quaresima, in tutta la vita loro non ne doveano più fare, conciossiacosachè Dio non ne fece più, che una. Perchè Dio non fece mai peccato, non fu di necessità a lui fare quaresima.
Definiz: FARE RETTA. G. V. 11. 103. 1. si levino le parole Assaliro que' di Bruggia, e si pongano in princ. dell'es. seguente.
Definiz: FARE RICREDENTE.
v. RICREDENTE §.
Definiz: FARE RISO. agg. in fine §. Fare le risa grasse.
v. RISO §. II.
Definiz: FARE SACCAIA. agg. in fine §. I. e II.
Definiz: FARE SACCO. §. I. agg. in fine §. V. VII. IX. e XI.
Definiz: FARE SALDO.
v. SALDO Sust. §.
Definiz: FARE SALSICCIA.
v. SALSICCIA §. I.
Definiz: FARE SANTÀ. §. II. dinotante Non s'adattare a far checchessia, corr. che si dice di Chi si pone a fare alcuna cosa, che non gli s'avviene.
Definiz: FARE SPECIE.
v. SPECIE §. III.
Definiz: FARE STARE. agg. in fine §. Fare stare a segno.
v. STARE A SEGNO, e SEGNO §. XV.
Definiz: FARE TACCIO. corr. l'es. del Cecch. Servig. così: Veggiam di fare un taccio seco, e dargli Il manco, ch'e' si può.
Definiz: FARE TESTO.
v. TESTO, Componimento §.
Definiz: FARE VEDUTA. §. I. fenno, corr. fanno,
Definiz: FARE UOMO. §. II. agg. in fine della definiz. abile, e destro. e dopi il Gr. agg.
Esempio: Malm. 9. 2. E pur la gente corre, e vi s'accampa Ognun, per farsi un uomo, e acquistar gradi.
Definiz: FARE USANZA. agg. in fine §. III. Per Usare con alcuno, Conversare.
Esempio: Cronichett. d'Amar. 72. Imposogli, che facesse usanza continua con Annibale.

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