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1) Dizion.3° Ed. .
LABERINTO,
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vol.3 pag.928


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LABERINTO,
Definiz: Luogo pien di vie, tanto dubbie, e tanto intrigate, che chi v'entra non truova modo a uscire. Latin. labyrinthus. Gr. λαβύρινθος.
Esempio: Boc. Amor. Vis. Vidi quivi Teseo nel laberinto Al Minotauro orribile, e nefando.
Esempio: But. Fecevi molte paréti, con molti usci, che tutti aprivano in dentro, e molti andiriviéni, e pose nelle entrate molte immagini, che facevano grande paura a chi vi entrava, ec. e chiamossi questa prigione lo laberinto.
Esempio: Ovid. Pist. Era posto in una prigione, fatta a giravolte, la quale si chiamava laberinto.
Esempio: Tass. Gerus. 16. 35. Ed affrettò il partire, e della torta Confusione uscì del laberinto.
Esempio: Bern. Orl. 2. 7. 58. Tagliando intorno va quei laberinti.
Esempio: Serd. Stor. 1. Vi sono oltre a questo tanti sboccamenti di strade, che entrano l'una nell'altra, che a guisa di laberinto fanno smarrire, e aggirarsi i non pratichi.
Definiz: §. Per metaf.
Esempio: Lab. n. 55. E però dianzi lo chiamai laberinto, perchè così in essa gli huomini, come in quello già facevano, senza saperne mai riuscire, s'avviluppano.
Esempio: Petrar. Sonett. 177. Sull'ora prima, il di sesto d'Aprile, Nel laberinto entrai, ne veggo ond'esca.
Esempio: E Petr. Son. 189. S'un lungo errore in cieco laberinto.
Definiz: §. Per similitud. da' Notomisti si appella laberinto un Luogo dell'interna cavità dell'orecchio degli animali.

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