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LEGGIADRĶA
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vol.3 pag.42


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LEGGIADRÍA.
Definiz: Lat. venustas, elegantia. Gr. χαροπότης, χαριεντισμός.
Esempio: But. Purg. 26. 2. Leggiadría è decenzia, e attitudine degli atti virtuosi.
Esempio: Galat. 75. Non è altro leggiadría, che una cotale quasi luce, che risplende dalla convenevolezza delle cose, che sono ben composte, e ben divisate l'una coll'altra, e tutte insieme, senza la qual misura eziandío il bene non è bello, e la bellezza non è piacevole.
Esempio: Fir. dial. bell. donn. 344. Leggiadría, che vuol dire vaghezza.
Esempio: E Fir. dial. bell. donn. 379. La leggiadría non è altro ec. che una osservanza d'una tacita legge data, e promulgata dalla natura a voi donne, nel muovere, portare, e adoperare così tutta la persona insieme, come le membra particolari, con grazia, con modestia, con gentilezza, con misura, con garbo; in guisa che nessun movimento, nessuna azione sia senza regola, senza modo, senza misura, o senza disegno.
Esempio: Bocc. g. 4. p. 13. Veder continuamente gli ornati costumi, e la vaga bellezza, e l'ornata leggiadría.
Esempio: Dant. Par. 32. Ed egli a me: bellezza, e leggiadría, Quanta esser puote in Angelo, ed in alma, Tutta è in lui.
Esempio: E Dan. rim. 21. Tu discacci virtù, tu la disfidi, Tu togli a leggiadría il suo ricetto.
Esempio: Petr. son. 211. Deposta avea l'usata leggiadría.
Esempio: E Petr. 223. Com'è giunta onestà con leggiadría, Ivi s'impara.

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